La Stampa – 11 Marzo 2022
La visita a due padiglioni, poi l’incontro con il sindaco Stefano Lorusso: «Abbiamo condiviso l’esigenza di una nuova fase di gestione della casa circondariale»
Non è tempo di distinzioni né contrapposizioni inutili in carcere. Le difficoltà in questo carcere sono tangibili ma se c’è una forza, una sinergia, una collaborazione, una cooperazione e uno spirito di unità come quello che mi è stato segnalato, facciamo in modo che diventi il paradigma per il cammino che ci attende».
Con queste parole la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha commentato la sua visita alla casa circondariale di Torino, avvenuta in mattinata. La ministra ha visitato oggi due padiglioni del Lorusso e Cutugno, struttura oggetto nelle scorse settimane di polemiche e di inchieste su torture e botte ai danni dei detenuti.
E’ di gennaio la notizia delle dimissioni della direttrice reggente Rosalia Marino, che, arrivata da meno di due anni, nel luglio 2020, ha lasciato dopo l’avvio dell’inchiesta per torture, definendo il carcere di Torino la struttura penitenziaria più complessa d’Italia.
Accompagnata dal direttore della casa circondariale Cosima Buccoliero, al timone da poche settimane, e dal vice comandante della Polizia penitenziaria, Maurizio Contu, ha visitato due padiglioni del carcere e ad alcuni laboratori e poi incontrerà il personale in servizio nella struttura. Ad attendere ll ministro c’era anche il procuratore generale Francesco Saluzzo.
Successivamente il Guardasigilli ha incontrato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. Tra i temi affrontati, proprio quello del carcere torinese. «C’è una grande consapevolezza da parte della ministra delle difficoltà, logistiche e ambientali, e ho trovato in lei grande sintonia di impostazione e spirito di collaborazione» ha dichiarato Lorusso al termine dell’incontro. «Abbiamo condiviso l’esigenza di una nuova fase di gestione della casa circondariale – spiega Lo Russo -. Alla ministra ho consegnato le considerazioni dettagliate della Garante dei detenuti della Città e le ho espresso la nostra preoccupazione di far diventare quello spazio finalmente un luogo di reinserimento sociale. Da parte nostra – prosegue il sindaco – ho espresso il massimo impegno per le azioni che possiamo mettere in campo in questo senso e da parte sua massima disponibilità a farsi parte attiva».