Polo per l’innovazione sociale, l’Europa sceglie Torino
In città la sede dell’incubatore delle realtà del terzo settore e del sociale
TORINO. L’Unione Europea ha scelto Torino come unica sede italiana per il centro di competenze per l’innovazione sociale. Sarà di una sorta di «incubatore», pensiamo a quelli dedicati alla crescita delle start up, tipo I3P del Politecnico, ma dedicato alle realtà operanti nel terzo settore e nell’economia sociale.
Il nuovo polo avrà sede in uno spazio fisico, si pensa all’Open Incet di via Cigna, dove attraverso la collaborazione fra autorità pubbliche, università, centri di ricerca e aziende si cercherà di offrire quella che l’assessore all’Innovazione del Comune, Marco Pironti, chiama «autonomia imprenditoriale al terzo settore». Ciò significa che si formeranno all’imprenditorialità realtà no profit, cooperative, associazioni e tutte quelle realtà che rientrano nella denominazione di Ets, ovvero Enti del terzo settore, che oggi si mantengono quasi esclusivamente grazie al sostegno delle fondazioni bancarie o di finanziamenti tramite bandi locali, nazionali o europei.
«Si cercherà di trasformare un approccio che potremmo definire assistenzialista in uno sostenibile e autonomo economicamente» prosegue Pironti, che sottolinea come il Centro «rappresenterà un fondamentale strumento per un reale impatto di lungo periodo su un territorio che storicamente è sempre stato capace, dai santi sociali in poi, di sperimentare nuove pratiche in questo campo». La strategia è basata sull’idea che grazie nella vocazione all’imprenditorialità sociale della città, la densità di capacità tecnologiche sul territorio e la presenza di importanti investitori, risieda una grande possibilità di sviluppo sociale ed industriale per il territorio.
Questo polo, oltre ad essere l’unico in Italia, avrà anche responsabilità a livello comunitario. Il centro di competenze per l’innovazione sociale di Torino dovrà infatti sostenere e coordinare i nascenti Centri in Grecia, Romania e Slovenia.A livello amministrativo il risultato è stato ottenuto attraverso la vittoria della Città in progetto europeo bandito nella call EaSI – “Centri di competenza per l’Innovazione Sociale” – dal budget di circa 900 mila euro. Il progetto (i cui partner sono Fondazione Brodolini, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Politecnico di Torino, Euricse, Fondazione Italia Sociale) finora ha raccolto il sostegno di oltre trenta stakeholder italiani pubblici i privati.
Secondo Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact, l’alleanza tra istituzioni pubbliche e private nata per creare un ecosistema per gli investimenti ad impatto sociale e ad elevato contenuto tecnologico, la scelta di Torino rispecchia le grandi capacità del territorio: «Si tratta di un successo che suggella il ruolo della nostra Città come uno dei più importanti centri al mondo per l’Innovazione sociale e la finanza a impatto. Non per caso la Commissione Europea ha presentato il “caso Torino” come uno degli esempi guida nella costruzione del Social economy action plan che verrà lanciato tra qualche mese». —