Nei mezzi di comunicazione dominanti prevale il male gaze, ovvero il punto di vista maschile chiamato a raccontare, interpretare, giudicare una società che è invece costituita da una pluralità di individui. Ma cosa accadrebbe se accogliessimo una moltitudine di sguardi? Se ci fossero più donne, gay, queer, persone transgender e non binarie tra giornalisti, conduttori, commentatori ed editorialisti? Cosa succederebbe se smettessimo di pensare che le vite degli uomini rappresentano il percorso di tutto il genere umano? È quanto ha provato a fare la newsletter thePeriod nell’arco di tre anni con articoli, saggi e pezzi che compongono un originale e unico mosaico di voci e che sono stati selezionati e raccolti in “Biglietti alle amiche”, e ricomposti in un viaggio che parte dai corpi – con “Copriti che poi pensano male” di Carlotta Vagnoli e “Specchio, servo delle mie brame” di Ilaria Gaspari –, che passa dalla sorellanza – con “Noi, piccole Fleabag” di Anna Zinola e “Cosa non fare se conosci una persona trans” di Eytan Ulisse Ballerini –, dai sentimenti – con “Il benedetto flirt” di Stella Pulpo e “Non è divertente” di Isabella Borrelli – e arriva all’emancipazione – con “Le femministe che odiavano Melissa P.” di Melissa Panarello e “Vediamo se mi convinci” di Lorenzo Gasparrini. Ritroviamo qui una pluralità di sguardi che allargano l’orizzonte. Frammenti di storie per riconoscersi, ritrovarsi; per parlare di sesso, lavoro, ambizioni, mestruazioni. Per occupare lo spazio finalmente da un altro punto di vista, che potrebbe essere anche il tuo.