
Čajkovskij considerava La dama di picche il suo capolavoro assoluto. Composta nel 1890, l’opera nacque da un’improvvisa e travolgente ispirazione, su un libretto del fratello, tratto da un racconto di Puškin, uno dei più grandi poeti russi.
La vicenda si svolge a San Pietroburgo, alla fine del Settecento. Il protagonista German, viene a conoscenza del fatto che una vecchia contessa possiede un segreto infallibile per vincere a carte. Ossessionato dal gioco d’azzardo, German cerca di scoprire il misterioso metodo e per farlo seduce Liza, la nipote della contessa. Čajkovskij riesce con maestria a mescolare la sensazione di tragedia imminente, che emerge in arie cariche di intensità e dolore, con pagine in cui aleggia una malinconia per il passato, rendendo omaggio allo stile rococò e a Mozart, che il compositore ammirava profondamente.
Il giovane maestro Valentin Uryupin, torna a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro e un gruppo di solisti specializzati nel repertorio russo di fine Ottocento.