Giorgia Mazzucato, da sola col suo microfono, sviscera con ironia le più disparate sfaccettature dell’omobitransfobia, tra commenti sull’attualità, momenti sarcastici musicali e il racconto di alcuni episodi personali. “Komorebi” è una parola giapponese che non ha corrispettivi in alcuna lingua. Significa “la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi” e forse è proprio questa l’immagine perfetta della lotta per il riconoscimento dei diritti civili.
A pagamento. Necessaria prenotazione.
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