“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza.” Queste parole, pronunciate dalla Senatrice Liliana Segre, ci mettono di fronte a una verità profonda, alla forza di un valore che, oggi più che mai, dobbiamo sentire nostro e diffondere.
Memoria non significa vuoto ricordo, semplice ricorrenza: significa portare avanti un compito fondamentale, che ci è stato consegnato da coloro che hanno subito un destino terribile, figlio anche delle azioni di chi non ha saputo, per indifferenza o per terribile scelta, frenare una delle barbarie più terribili a cui la storia umana abbia mai assistito.
Un orrore immenso, che ha travolto l’Europa e che, ancora oggi, a distanza di più di settant’anni, resta una ferita aperta e dolorosa. Un orrore figlio della volontà di supremazia, della ricerca di dominio e della follia del totalitarismo.
Oggi, mentre ci accostiamo al tema della memoria, dobbiamo renderci conto con ancora maggiore consapevolezza di come tenere vivo il ricordo degli spaventosi eventi del passato sia fondamentale per evitare di ricadere negli stessi, terribili errori.
Ricordiamo milioni di vite spezzate, vittime innocenti di una cieca volontà di distruzione, e lo facciamo non soltanto per un senso di doveroso rispetto e devozione verso il loro sacrificio, ma per il bene comune, per il futuro nostro e delle generazioni che verranno.
La memoria non può e non deve svanire: su di essa si fonda la costruzione di un domani migliore.
Ricordare e far ricordare, questo è il ruolo che la storia ci ha assegnato: siamo depositarie e depositari della memoria di quei fatti, che ci è stata consegnata da coloro che li hanno vissuti e sono riuscite e riusciti a sopravvivere all’orrore, vive testimonianze di una stagione che deve esserci di monito costante.
Abbiamo il compito di vigilare, costantemente, sui valori del ricordo, della libertà e della democrazia.
Quando ci accostiamo alle celebrazioni del Giorno della Memoria, lo facciamo con inevitabile commozione: ci troviamo di fronte a storie, immagini, vite che ci colpiscono nel profondo e ci mettono di fronte alla necessità di provare ad essere migliori, a diffondere una consapevolezza maggiore.
Viviamo un momento complesso, dove i sentimenti di ostilità e chiusura verso ciò che può essere considerato altro da noi rischiano di prendere il sopravvento, di essere considerati come la normalità, anche a causa di visioni che troppo spesso propagandano idee che non lasciano spazio all’integrazione, all’accoglienza, alla mescolanza.
Il Giorno della Memoria non ci mette soltanto di fronte agli avvenimenti accaduti molti anni fa, porta alla nostra attenzione una responsabilità fondamentale, ricordandoci che i semi che generarono quell’odio cieco e terribile non sono totalmente debellati.
Sta sempre più a noi contrastare la possibilità che questi semi germoglino nuovamente.
La cultura dell’odio e dell’indifferenza, che costituì la base su cui si fondò la spaventosa strategia di morte alla base dello sterminio avvenuto per mano nazifascista, va combattuta attraverso la diffusione di una cultura del ricordo, del rispetto, dei diritti e dell’uguaglianza.
Una cultura in cui affonda le sue radici la nostra Repubblica che, nata anche grazie alla Resistenza, si basa su principi di libertà e democrazia.
Il Giorno della Memoria, con il suo ricco programma di iniziative, rese possibili grazie all’impegno di tante persone e istituzioni, è fondamentale per ricordarci di non dimenticare mai.
È il nostro compito, un impegno che non può essere delegato, ma che dobbiamo vivere in prima persona, per contrastare quella pericolosa indifferenza verso la quale ci mette in guardia Liliana Segre.
A tutte le persone che, grazie al loro lavoro e al loro impegno, continuano a portare avanti il valore del ricordo, va un ringraziamento profondo.
La nostra intera comunità può essere resa migliore attraverso il riconoscimento del valore della Memoria, fondamentale perché gli errori del passato non si ripetano mai più, e il sacrificio delle tante vite spezzate dall’odio sia onorato, sempre.
Stefano Lo Russo
Sindaco di Torino