L’esposizione esplora i diversi momenti della ricerca artistica di Alice Cattaneo, componendo una partitura visiva in cui concetti come ritmo, interruzione e cura guidano l’esperienza delle visitatrici e dei visitatori.
Il titolo della mostra nasce da una conversazione tra l’artista e un maestro vetraio di Murano. Per indicare il punto esatto in cui tagliare un elemento di una sua scultura, l’artigiano ha suggerito di intervenire “dove chiama il materiale”. Questa espressione evoca il dialogo tra l’artista e la materia, un processo che si sviluppa nel tempo attraverso osservazione e intuizione.
All’interno delle sale della GAM, le opere di Alice Cattaneo si susseguono creando un’atmosfera densa e al contempo rarefatta. La struttura tradizionale della mostra antologica viene messa in discussione dalla natura stessa delle sue opere, concepite in contesti unici e non replicabili. Titoli e date diventano elementi secondari rispetto ai materiali – ferro, legno, vetro e carta – che assumono significati stratificati.
Fin dai suoi esordi, Alice Cattaneo ha abbracciato il principio dell’anti-scultura, lavorando sulla relazione tra spazio, forme ed equilibri, esplorandone anche le assenze.
Il progetto curatoriale della mostra nasce da un’analisi approfondita dello Spazio del Contemporaneo della GAM. Questo ha permesso di creare un percorso fluido, in cui opere di fasi precedenti della ricerca dell’artista vengono riallestite e ripensate, preparando il pubblico a immergersi nella sospensione visiva e concettuale della sua nuova produzione, realizzata appositamente per l’occasione.
Per maggiori informazioni visita la pagina ufficiale Alice Cattaneo. Dove lo spazio chiama il segno – GAM
