My own apocalypse è la prima fase di una produzione partecipata del coreografo Raphael Bianco. Come nelle sue recenti creazioni, il processo prevede una ricerca condivisa con il pubblico e diverse comunità. In questo step, Bianco riflette sul rapporto tra micro-apocalisse e macro-apocalisse. La nuova creazione esplora una catastrofe vissuta e superata dall’umanità, arricchendosi di esperienze individuali, confessioni e testimonianze. Si divide in due fasi: una di empatia, dove i cittadini sintetizzano la loro apocalisse personale in una parola, e una di restituzione. Queste parole ispirano la danza, creando un rituale catartico di con-passione ed esorcismo.
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