Atto n. 145
Il
Consiglio di Circoscrizione n. 4 "SAN DONATO - CAMPIDOGLIO - PARELLA", convocato
nelle prescritte forme in 1^ convocazione, per la seduta ordinaria del
1 OTTOBRE 2012
Sono presenti nell'aula consiliare del Centro Civico in Via Servais 5,
oltre al Presidente Claudio CERRATO i Consiglieri: Alberto ALDAMI ,Roberto
ANTONELLI, Gualtiero Remo BARTOZZI, Alessandro BOFFA FASSET, CAPUTO Valentina,
Sara CARIOLA, Angelo CASTROVILLI, Stefano DOMINESE, Sara GRIMALDI, Elvio
GUGLIELMET, Maurizio MAFFEI, Marco RABELLINO,Alfonso PAPA, Giuseppe PAVONE,
Emiliano PONTARI, Lorenzo PULIE’ REPETTO, Andrea RONCAROLO, Nicola
SANTORO, Tommaso SEGRE, Rocco ZACCURI.
In totale n. 21 Consiglieri
Risultano assenti i Consiglieri: Armando FANTINO, Massimiliano
LAZZARINI, Valerio NOVO, Luca PIDELLO
Con l'assistenza del
Segretario Dott.ssa Anna Maria GROSSO
Ha adottato in
SEDUTA PUBBLICA
il presente provvedimento così indicato all'ordine del
giorno:
C.4 PARERE (ARTT. 43 E 44 REGOLAMENTO DECENTRAMENTO) AVENTE AD OGGETTO
“TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA
REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI TORINO”. RICHIESTA
PARERE
CITTÀ DI
TORINO
CIRCOSCRIZIONE N.4 - SAN DONATO -
PARELLA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE
OGGETTO: C.4 PARERE (ARTT. 43 E 44 REGOLAMENTO DECENTRAMENTO) AVENTE AD
OGGETTO: " TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA
REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTÀ DI TORINO." RICHIESTA PARERE.
Il Presidente Claudio
Cerrato, di concerto con il Coordinatore della VI Commissione Alfonso Papa,
riferisce:
con nota del 09/07/2012 prot.n. 1204, il Presidente del
Consiglio Comunale ha invitato, ai sensi degli artt. 43 e 44 del Regolamento sul
Decentramento, la Circoscrizione ad esprimere parere preventivo in merito alla
“Tutela delle aree agricole perturbane e nuovi indirizzi per la
realizzazione di orti urbani nella città di Torino”, di cui alla
deliberazione del Consiglio Comunale n. mecc. 2012 03549/002.
La Città di Torino ha ancora presenti all'interno della cinta urbana
diverse aree utilizzate per attività agricole, che si vengono sempre
più riducendo e marginalizzando, schiacciate tra l'espansione
dell'edificato di Torino e quella dei comuni contermini della prima cintura e
dalle numerose infrastrutture stradali e autostradali. Nel vigente Piano
Regolatore, all'atto della sua approvazione nel 1995, tali aree, all'epoca
coltivate in parte ancora significativa, vennero genericamente, come aree,
destinate a parco: se si escludono le aree collinari, previste per la
realizzazione del Parco Naturale della Collina (mai avviato), tutte le aree
ancora occupate da coltivi vennero inserite genericamente tra i parchi urbani e
fluviali, come "servizi". Nella classificazione vigente le attività
agricole allora (ed ancor oggi) operanti sono riconducibili agli ambiti P 17, P
19, P 21, P 24, P 25, P 29, P 31, P 33, e tra questi solo un ambito, quello del
Villaretto (P 33), era destinato alla realizzazione di un "parco agricolo", da
progettare entro 5 anni dall'approvazione del P.R.G., coinvolgendo proprietari e
conduttori. Per tutti gli altri ambiti l'attribuzione di diritti edificatori,
pur ridotti, da trasferire in diversi ambiti di trasformazione, con la generica
"destinazione a parco", non stimolava gli stessi proprietari e conduttori ad
avviare colture di qualche pregio, ma solo colture prative, con poche eccezioni
peraltro ammirevoli per la loro tenacia. Tale destinazione stimolava semmai la
speranza di varianti urbanistiche con cambi di destinazione d'uso, incassando
nel frattempo una sorta di "rendita di attesa" incoraggiata dall'espansione
urbana. Molte aree sia private che riconducibili ad enti pubblici, essendo
marginali, hanno avuto poi un'inarrestabile tendenza a trasformarsi in gerbidi
incolti, e ad essere abbandonate al degrado e all'abbandono di rifiuti essendone
impossibile il controllo, con pesanti ricadute anche ambientali.
Si è assistito nei fatti ad una progressiva contrazione degli
ettari coltivati (erano ancora 3.313 nel 1990) ed a un deterioramento della
qualità dei coltivi. Non esiste neppure a tutt'oggi un vero censimento
delle attività agricole entro la cinta urbana (incluso il territorio
collinare), giacché anche i dati della Camera di Commercio che registrano
la presenza di numerose imprese agricole (oltre 500) non chiariscono quali
operino effettivamente in tale campo nella nostra città e quali siano
registrate solo in quanto hanno in Torino la loro sede sociale. Tra queste
sicuramente anche aziende florovivaistiche.
D'altro canto sia le "Agende 21 locali", sia la "Carta di Aalborg", sia la
"Carta di Matera" recentemente siglata dal Sindaco di Torino, sia le diverse
intese siglate a livello locale con diverse associazioni agricole da diversi
Enti territoriali, richiamano la grande importanza e valenza ambientale della
tutela delle ultime aree agricole periurbane, da integrare a livello di
pianificazione inter e sovra comunale con strumenti di pianificazione di livello
ampio ("Green Belt", Cinture Verdi, parchi agricoli metropolitani) proprio per
impedirne la progressiva dissipazione e l'inevitabile degrado. La valenza
ambientale suddetta è riconosciuta anche dalla PAC (Politica agricola
Comunitaria) che nei suoi indirizzi sottolinea l'importanza dell'agricoltura nel
suo ruolo multifunzionale, alimentare ma anche ambientale, nella tutela del
suolo e negli usi sociali. Il D.L. 18 maggio 2001 n. 228 favorisce poi la
stipulazione di convenzioni tra le amministrazioni comunali e le associazioni
agricole per interventi di manutenzione del territorio, negli intenti sopra
citati.
Infine il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino,
nel suo aggiornamento ed adeguamento (PTC2), adottato dal Consiglio Provinciale
nel luglio 2010 ed in data 21 luglio 2011 approvato in via definitiva dal
Consiglio Regionale, nei suoi indirizzi complessivi, e soprattutto nelle sue
Norme di Attuazione (Titolo III, Sistema del verde e delle aree libere, articolo
34), formula chiare Direttive (comma 5) per il perseguimento di numerosi
obiettivi per le aree agricole periurbane: tra questi il contenimento del
consumo di suolo libero e della frammentazione paesaggistica; il recupero della
multifunzionalità e del valore dell'agricoltura come presidio del
territorio; il miglioramento della naturalità e della qualità
ambientale; la tutela e la messa in valore del sistema di segni del territorio
agricolo storico; la mitigazione dell'impatto prodotto dai margini edificati; il
potenziamento della rete fruitiva attraverso la mobilità sostenibile (ad
es. le "greenways").
Tali direttive richiedono anche alla Città di Torino di adeguare
non solo i suoi programmi di lungo periodo, ma anche i suoi strumenti di
pianificazione territoriale a tali criteri. Al momento attuale tuttavia la
nostra città non ha finora recepito l'importanza di tali indirizzi,
né nella sua pianificazione urbanistica, né in altri strumenti
come l'auspicato Piano del Verde, da tempo atteso come strumento di integrazione
e attuazione del Piano Regolatore, e più volte inserito senza esito nei
programmi e negli intenti dell'Amministrazione Comunale. E ciò malgrado
le principali aree metropolitane europee da molti anni e talvolta decenni
operino in tale direzione. Anche il Regolamento di Tutela del Verde Pubblico e
Privato, approvato dal Consiglio Comunale nel 2006, pur prevedendo alcune utili
norme di tutela anche per siepi e filari alberati in aree agricole, non
costituisce uno strumento operativo efficace ai fini della salvaguardia delle
aree agricole, su cui non può esercitare un ruolo né di indirizzo
né di cogenza.
Accanto alle problematiche sommariamente esposte, la Città si
è trovata spesso in questi anni a confrontarsi con una forte domanda
sociale di spazi e risorse per la realizzazione di orti urbani, per i quali nel
1986 venne approvato uno specifico Regolamento, al fine di normare una complessa
materia che allora coinvolgeva circa 25.000 famiglie e 2 milioni complessivi di
mq., tra orti abusivi su aree di diverse proprietà (molti in fascia
fluviale) e orti realizzati legittimamente su aree private date in affitto.
L'intento della deliberazione era quello di dare un ordine, attraverso una
"coltivazione regolamentata", ad una complessa materia che aveva visto la
realizzazione spontanea di migliaia di orti a seguito delle grandi ondate
migratorie degli anni '60 e '70 del ‘900, utili talvolta anche come
piccole integrazioni al reddito familiare e come strumenti di socializzazione.
Alla deliberazione venne data negli anni successivi graduale attuazione, con la
creazione di orti regolamentati nel parco dell'Arrivore, nel parco del Meisino,
nel parco del Sangone, e in minima parte alle Vallette. Altre esperienze minori
ma significative si sono poi sviluppate in alcune case ATC, in case di riposo,
in edifici scolastici,ed infine ricordiamo l'esperienza del cosiddetto "orto
collettivo" in Borgata Parella. Le procedure di assegnazione, come previsto dal
Regolamento, sono state demandate alle Circoscrizioni, con percorsi talvolta non
facili. Tutto ciò mentre sono continuate attività di orticoltura
urbana "spontanea" in terreni dati in affitto da privati, e, in forma spesso
abusiva, in zone demaniali (in particolare demanio ferroviario), e in fascia di
pertinenza fluviale, su cui dopo l'alluvione del 2000 le ordinanze della
Prefettura e gli Enti preposti hanno dovuto spesso intervenire con sgomberi
coattivi. Al tempo stesso è certo mutata anche la tipologia della
domanda, con l'affacciarsi di nuove generazioni e di nuove esigenze, e quindi la
necessità di rivedere il Regolamento viene percepita in forma diffusa,
"aprendo" anche gli orti regolamentati ai quartieri, ed evitando di creare zone
intercluse. Tali problematiche sono già state oggetto di ripetute
discussioni all'interno delle Commissioni Consiliari e di incontri a livello di
Circoscrizione.
Con il venir meno di numerose piccole aree marginali è emersa anche
la necessità di creare nuovi spazi da destinare all'orticoltura urbana,
spazi di cui la città è carente, e subentrano talvolta giuste
preoccupazioni nel destinare a tali attività aree significative nei
parchi urbani, ovvero limitare gli spazi destinati alla libera
percorribilità ed alla fruizione collettiva, creando situazioni
conflittuali. La scarsa disponibilità di aree va di pari passo con la
scarsa disponibilità di risorse per mettere a disposizione degli
assegnatari terreni di buona qualità, impianti irrigui, zone attrezzate,
capanni per attrezzi, il tutto a carico del Settore Verde Pubblico.
Al tempo stesso è accertato che stanno venendo a conclusione, in
tempi brevi, in correlazione con alcune trasformazioni urbane attualmente in
corso (PR.IN di Strada della Pronda), cessioni alla Città di vaste aree
attualmente occupate da attività agricole, sia nella zona Nord
(Villaretto) che nella zona Sud (Castello del Drosso); mentre nella zona Ovest
alcune suggestioni (il "parco delle Cascine") create dal progetto di corso
Marche prevedono il mantenimento di aree agricole lungo una vasta fascia che va
dalla Dora Riparia fino al Gerbido. Le cessioni alla Città in cambio di
atterraggi di diritti edificatori nelle Z.U.T. esistenti possono essere
l'occasione per ripensare e consolidare il ruolo delle attività agricole
in città, proprio nell'ottica dell'agricoltura multifunzionale a cui si
è accennato, evitando il rischio di vedere tali aree agricole come
semplice "riserva urbanistica" per future varianti. Data la vastità di
tali aree, in esse è ipotizzabile che possano essere destinati alcuni
spazi anche all'orticoltura urbana, senza inficiarne le caratteristiche rurali e
senza sottrarre aree destinate a parco alla fruizione collettiva. Si viene
quindi a creare la possibilità di destinare alcune di queste aree a
progetti di orticoltura urbana, regolamentata in forme che potrebbero essere
ripensate in forma innovativa, facendo tesoro anche dell'esperienza recente
degli "orti collettivi", e ponendo maggior attenzione alla tipologia delle
recinzioni, affinché non creino barriere insormontabili (fatte salve le
necessità di garantire requisiti minimi di sicurezza) o aree intercluse,
ed alla possibile fruizione pubblica di alcuni spazi comuni, ipotizzando anche
forme di compartecipazione alle spese da parte degli assegnatari. Si potrebbero
così creare spazi per ricollocare opportunamente orti realizzati in
questi decenni in zone incompatibili (soprattutto in fascia fluviale o in fascia
di rispetto stradale) o ambientalmente critiche (discariche e siti
inquinati).
Tra i progetti potenzialmente innovativi segnaliamo anche la deliberazione
proposta dalla Giunta Comunale in data 19 giugno 2007, "Cascine nei parchi",
relativa alle cascine storiche di proprietà comunale, che tra i suoi
obiettivi si poneva anche la "conservazione del patrimonio rurale e naturale",
nonché la "valorizzazione dei prodotti tipici soprattutto delle aree
protette collinari e fluviali". Tuttavia tale proposta di deliberazione non
è mai approdata in Consiglio Comunale per la sua approvazione. In altre
realtà urbane ricordiamo ad es. l'esperienza di "Boscoincittà"
nella zona Ovest di Milano, anche se interessante soprattutto come esempio di
"forestazione urbana", ed il Parco Sud di Milano.
Il parere in questione è stato discusso, alla presenza di un
funzionario del Servizio Grandi Opere del Verde, nel corso della seduta della
VI Commissione tenutasi in data 18/09/2012.
Tutto ciò
premesso
LA GIUNTA CIRCOSCRIZIONALE
- Visto l'art.54 dello Statuto;
- Visto il Regolamento del Decentramento, approvato con deliberazione del
Consiglio Comunale n.133 (mecc. 1996 00980/49) del 13 maggio 1996 e s.m.i., il
quale, fra l'altro, all'art.43 elenca i provvedimenti per i quali è
obbligatorio l'acquisizione del parere dei Consigli Circoscrizionali ed
all'art.44 ne stabilisce i termini e le modalità;
- Visti gli artt. 49 e 107 del Testo Unico delle Leggi sull'Ordinamento degli
Enti Locali approvato con D.L.gs 18 agosto 2000 e
s.m.i.;
PROPONE AL CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE
Tenuto conto che il territorio della IV Circoscrizione si vede già
ampiamente coinvolto nella deliberazione del Consiglio Comunale relativa al
progetto TOCC (Torino Città da Coltivare), sottolineando le esperienze
note ed ampiamente efficaci già sviluppate, come l'Officina Verde Tonolli
o le iniziative dell'Associazione Alta Parella, oltre alla presenza sul
territorio di diverse cascine storiche;
ritenuto che la proposta in oggetto
rappresenti un ulteriore contributo rispetto a una chiara volontà in tal
senso, già indicata dall'assessorato competente della Città e dal
consiglio comunale;
propone di esprimere parere favorevole per la
“TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E NUOVI INDIRIZZI PER LA
REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI TORINO”.
OMISSIS DELLA DISCUSSIONE
Risulta assente dall’aula al
momento della votazione il Consigliere Boffa Fasset, per cui i Consiglieri
presenti in aula al momento del voto sono 20.
VOTAZIONE PALESE
PRESENTI: 20
VOTANTI: 20
VOTI FAVOREVOLI: 20
Pertanto il
Consiglio
DELIBERA
Tenuto conto che il territorio della IV Circoscrizione si vede
già ampiamente coinvolto nella deliberazione del Consiglio Comunale
relativa al progetto TOCC (Torino Città da Coltivare), sottolineando le
esperienze note ed ampiamente efficaci già sviluppate, come l'Officina
Verde Tonolli o le iniziative dell'Associazione Alta Parella, oltre alla
presenza sul territorio di diverse cascine storiche;
ritenuto che la proposta
in oggetto rappresenti un ulteriore contributo rispetto a una chiara
volontà in tal senso, già indicata dall'assessorato competente
della Città e dal consiglio comunale;
propone di esprimere parere
favorevole per la “TUTELA DELLE AREE AGRICOLE PERIURBANE E
NUOVI INDIRIZZI PER LA REALIZZAZIONE DI ORTI URBANI NELLA CITTA’ DI
TORINO”.