Servizio Centrale Consiglio Comunale
n.
ord. 109
2011 03668/002
CITTÀ DI TORINO
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE 13 LUGLIO 2011
Sessione
Straordinaria d'urgenza
Convocato il Consiglio nelle
prescritte forme sono intervenuti nell'aula consiliare del Palazzo Civico,
oltre al Presidente FERRARIS Giovanni Maria ed al Sindaco FASSINO Piero, i
Consiglieri:
ALTAMURA Alessandro ALUNNO Guido Maria AMBROGIO Paola APPENDINO Chiara BERTHIER Ferdinando BERTOLA Vittorio CARBONERO Roberto CAROSSA Mario CARRETTA Domenico CASSIANI Luca CENTILLO Maria Lucia CURTO Michele DELL'UTRI Michele |
FURNARI Raffaella GENISIO Domenica GRECO LUCCHINA Paolo GRIMALDI Marco LEVI Marta LEVI-MONTALCINI Piera LIARDO Enzo LO RUSSO Stefano MAGLIANO Silvio MANGONE Domenico MARRONE Maurizio MORETTI Gabriele |
MUSY Alberto MUZZARELLI Marco NOMIS Fosca PAOLINO Michele PORCINO Giovanni RICCA Fabrizio SBRIGLIO Giuseppe SCANDEREBECH Federica TRICARICO Roberto TRONZANO Andrea VENTURA Giovanni VIALE Silvio |
In totale, con il Presidente ed il Sindaco, n. 39 presenti,
nonché gli Assessori: BRACCIALARGHE Maurizio - CURTI Ilda - GALLO Stefano -
LAVOLTA Enzo - LUBATTI Claudio - PASSONI Gianguido - SPINOSA Mariacristina -
TISI Elide - TEDESCO Giuliana.
Risultano assenti i Consiglieri: COPPOLA Michele e RATTAZZI Giulio Cesare.
Con la partecipazione del Segretario Generale PENASSO dr.
Mauro.
SEDUTA PUBBLICA
Il successivo articolo 46 al comma 3 prevede "Entro il termine fissato dallo Statuto, il Sindaco o il Presidente della Provincia, sentita la Giunta, presenta al Consiglio le linee programmatiche relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del mandato".
In ottemperanza alle disposizioni sopra citate lo Statuto della Città, ha declinato all'articolo 38 le modalità per la definizione, adeguamento e verifica delle linee programmatiche e più precisamente al comma 1 ha disposto che "Entro 20 giorni dalla prima seduta del Consiglio Comunale, il Sindaco, sentita la Giunta, presenta al Consiglio le linee programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato. La presentazione deve avvenire almeno 10 giorni prima dell'approvazione" mentre al comma 3 ha previsto che "Le linee programmatiche s'intendono approvate se ottengono il voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati".
Dato atto che le suddette linee programmatiche sono state illustrate alla Giunta Comunale in una seduta dedicata e presentate al Consiglio, mediante consegna effettuata a tutti i Consiglieri Comunali, si tratta ora di procedere all'approvazione delle medesime.
Tutto ciò premesso,
Visto quanto disposto dall'articolo 38 dello Statuto della Città;
Dato atto che non sono stati richiesti i pareri di cui all'articolo 49 del suddetto Testo Unico, poiché la presente deliberazione costituisce mero atto d'indirizzo;
2) di dichiarare attesa l'urgenza, in conformità del distinto voto palese, il presente provvedimento immediatamente eseguibile ai sensi dell'articolo 134, comma 4, del Testo Unico approvato con D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
IL SINDACO
F.to Fassino
IL CONSIGLIO COMUNALE
procede alla votazione nei modi di regolamento.
PRESENTI 32
VOTANTI 30
ASTENUTI 2:
Musy Alberto, Scanderebech
Federica
FAVOREVOLI 24:
Altamura
Alessandro, Alunno Guido Maria, Carretta Domenico, Cassiani Luca, Centillo
Maria Lucia, Curto Michele, Dell'Utri Michele, il Sindaco Fassino Piero, il
Presidente Ferraris Giovanni Maria, Genisio Domenica, Grimaldi Marco, Levi
Marta, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Mangone Domenico, Moretti
Gabriele, Muzzarelli Marco, Nomis Fosca, Paolino Michele, Porcino Giovanni,
Sbriglio Giuseppe, Tricarico Roberto, Ventura Giovanni, Viale Silvio
CONTRARI 6:
Ambrogio
Paola, Appendino Chiara, Bertola Vittorio, Liardo Enzo, Marrone Maurizio, Ricca
Fabrizio
Il Presidente dichiara
approvato il provvedimento nel testo quale sopra emendato.
Il Presidente pone in votazione
l'immediata eseguibilità del provvedimento.
IL CONSIGLIO COMUNALE
procede alla votazione nei modi di regolamento, ai sensi di legge.
PRESENTI 32
VOTANTI 30
ASTENUTI 2:
Musy Alberto, Scanderebech
Federica
FAVOREVOLI 24:
Altamura
Alessandro, Alunno Guido Maria, Carretta Domenico, Cassiani Luca, Centillo
Maria Lucia, Curto Michele, Dell'Utri Michele, il Sindaco Fassino Piero, il
Presidente Ferraris Giovanni Maria, Genisio Domenica, Grimaldi Marco, Levi
Marta, Levi-Montalcini Piera, Lo Russo Stefano, Mangone Domenico, Moretti
Gabriele, Muzzarelli Marco, Nomis Fosca, Paolino Michele, Porcino Giovanni,
Sbriglio Giuseppe, Tricarico Roberto, Ventura Giovanni, Viale Silvio
CONTRARI 6:
Ambrogio
Paola, Appendino Chiara, Bertola Vittorio, Liardo Enzo, Marrone Maurizio, Ricca
Fabrizio
Il Presidente dichiara
approvata l'immediata eseguibilità del provvedimento.
Allegato1
Linee
programmatiche 2011-2016 per il Governo della Città di Torino
PARTE PRIMA
TORINO, UNA CAPITALE
1. Torino, città plurale
Si
apre un nuovo ciclo nella vita politico-amministrativa di Torino.
Torino
ha riscoperto il suo essere una "capitale": il 150°
anniversario dell'unità d'Italia - così come le Olimpiadi invernali del 2006 -
ha consentito alla città di ritrovare l'orgoglio di sé. Quei grandi eventi sono
stati l'occasione per grandi investimenti infrastrutturali, per dare alla città
una dimensione culturale alta, per accrescere il grado di
internazionalizzazione. E per offrire all'Italia e al mondo una nuova immagine
di Torino e del suo essere - per storia, forza economica, cultura, habitus
mentale - una "capitale".
Alle
nostre spalle sta un periodo di grandi trasformazioni della città. Dalla fine
dell'800 e per quasi un secolo Torino è stata la principale factory-town
italiana ed il suo formidabile sviluppo è stato promosso e trainato
dall'industria manifatturiera automobilistica. L'auto e la Fiat hanno fatto
grande Torino, una città economicamente forte, demograficamente grande,
socialmente prospera e viva.
Ma
quel modello di sviluppo univocazionale all'inizio degli anni '80 del secolo
scorso si è bloccato e Torino ha dovuto prendere atto che auto e Fiat, da sole,
non erano più in grado di assicurare il tutto che fino a quel momento avevano
garantito.
All'inizio quel mutamento di scenario
assunse le sembianze di un declino irreversibile, sottolineato dal forte
decremento demografico della città, passata in un decennio da 1.200.000
abitanti a 900.000.
Poi,
elaborato il lutto e riconosciuto che era inutile avere nostalgia di quel che
non poteva più essere, la città ha via via intrapreso nuove strade.
Ed
è il cammino di questi ultimi vent'anni, che ci consegna oggi una Torino
plurale nell'identità e nelle vocazioni.
Siamo
una metropoli industriale e vogliamo continuare a esserlo, sapendo che
il settore automobilistico e la Fiat sono tuttora per noi una risorsa
strategica per l'oggi e il domani di Torino. E la nascita del gruppo
Fiat-Chrysler - indispensabile per dar vita ad un player competitivo di
dimensioni globali - ci sollecita ancor più a valorizzare al massimo il
patrimonio di competenze, professionalità, saper fare, innovazione che fanno
tuttora di Torino uno dei più grandi hub dell'automotive su scala mondiale.
Peraltro
l'apparato industriale torinese - proprio a partire dal settore automobilistico
- si è ristrutturato aprendosi ai mercati e abituandosi a scommettere ogni
giorno sulla qualità dei prodotti, sulla specializzazione tecnologica,
sull'innovazione e sulla ricerca, condizioni per reggere le sfide dei paesi
emergenti e della competizione globale.
Ma
alla storica vocazione industriale, si sono aggiunte altre vocazioni.
Torino
è oggi una città finanziaria, avendo qui presidi importanti di Intesa
San Paolo e Unicredit, i due principali istituti bancari del Paese, nonché
importanti asset nel settore assicurativo.
Torino
è città di servizi terziari che in questi anni si sono espansi in ogni
direzione.
Torino
è - e sempre più dovrà essere - una grande città universitaria, con
100.000 studenti e due atenei di eccellenza, Università degli Studi e
Politecnico, a cui si affiancano prestigiose istituzioni nazionali e
internazionali nel campo della formazione e della conoscenza.
Torino
è una capitale di cultura, con un'offerta tra le più ampie e qualificate
che oggi una città italiana metta a disposizione dei suoi cittadini e dei tanti
- sempre di più - che vengono a visitarla. Il che ha consentito alla nostra
città di divenire anche un'ambita meta turistica, con flussi in costante
crescita e l'espansione di nuove attività.
Torino
è una città solidale con una straordinaria rete di servizi, persone e
organizzazioni che hanno compreso come non vi sia possibilità di crescita
economica e culturale se non considera anche il welfare e le sue politiche
fattore di sviluppo, di ricchezza e di lavoro. Né vi può essere crescita se non
si creano le condizioni per una coesione sociale forte, sostenendo i più
fragili e costruendo percorsi di convivenza tra culture e generazioni.
Questa
nuova identità "plurale" non è figlia del caso, ma del
congiungersi di due risorse: la mobilitazione delle tante e forti
risorse materiali e intellettuali, tecnologiche e finanziarie, professionali e
umane della società torinese e la scelta delle Amministrazioni
Comunali guidate da Valentino Castellani e Sergio Chiamparino di perseguire
con coraggio e determinazione la trasformazione dell'assetto urbano e
territoriale della città, facendone la leva per promuovere e incoraggiare
investimenti, attrarre capitali, favorire ricollocazioni di attività produttive
e terziarie, riqualificare residenze e quartieri, riorganizzare poli
universitari e attività di pregio, realizzare nuove infrastrutture e servizi,
espandere verde e qualità ambientale.
E'
così che Torino è diventata "più bella", come riconoscono non
solo i torinesi, ma i tanti italiani e stranieri che con ammirazione scoprono
una città inedita.
2. 10 sfide davanti a noi
A
noi compete raccogliere e capitalizzare quel patrimonio valorizzandolo nel
nuovo contesto socio-economico, senza nostalgie e rassicuranti ripetitività: la
vera continuità con l'esperienza che ci precede sta nel "continuare a
cambiare", investendo su nuove trasformazioni della città e facendo
fino in fondo i conti con le novità di oggi e, soprattutto, di domani.
Tanto
più di fronte a noi ad una crisi economica e sociale che morde anche qui,
provocando incertezza e inquietudine in molte persone e famiglie, in primo
luogo in quei giovani che vedono la loro vita insidiata ogni giorno dalla
precarietà.
Davanti
a noi stanno 10 impegnative sfide:
- restituire dignità e certezze al lavoro, insidiato dalla
precarizzazione, investito da un'accelerata trasformazione del mercato del
lavoro e delle relazioni sindacali e dal venir meno dei sistemi di garanzie di
welfare in un mondo - oggi in via di costante e rapida trasformazione - in cui
sviluppo industriale e occupazione non sono più un binomio inscindibile;
- un diverso profilo demografico, caratterizzato per un
verso dall'allungamento del tempo di vita e dall'innalzamento dell'età
media della popolazione - con radicale mutamento nella domanda di servizi - e
per altro verso dalla complessa, ma vitale dinamica socio-demografica generata
dai flussi migratori di una città che già oggi ospita il 15% di
cittadini stranieri;
- la nuova realtà oggettiva e soggettiva dei giovani che
dubitano del loro futuro in assenza di certezze di vita e di un patto
generazionale che ne rilanci la centralità fin dall'infanzia;
- la competitività, che da terreno tipico di aziende e
prodotti in concorrenza tende sempre più a diventare competizione complessa fra
sistemi socio-economici e fra territori, organizzati intorno a una
città-fulcro, che li identifica e rappresenta sulla scena internazionale;
- la domanda crescente di istruzione ai vari livelli e di cultura
diffusa come presupposto di uno sviluppo consapevole e come il più nobile dei
consumi da incoraggiare;
- l'innovazione come questione cruciale che attraversa
tutti i settori, riorientando le produzioni, il lavoro, i profili
professionali, i servizi, l'ambiente, l'energia, l'assetto urbano della città,
il welfare;
- l'esigenza di equità, di giustizia, di uguaglianza,
di legalità, di solidarietà diffusa, di diritti sociali, in un mondo che
per troppo tempo confuso
spesso il merito con il privilegio;
- la domanda di infrastrutture moderne, colmando il gap
che penalizza l'accessibilità alle varie scale territoriali e la mobilità delle
persone e delle merci affrontando il tema della compatibilità ambientale
e sostenibilità degli interventi senza regressioni antimoderne;
- organizzare la vita della città in ragione di tutelare la sicurezza
dei cittadini, le loro famiglie, i loro beni, la loro quotidianità contrastando
ogni forma di illegalità;
- liberare e mobilitare risorse per lo sviluppo in un contesto
di crisi persistente con conseguenti vincoli di bilancio - a partire da un
abnorme debito pubblico e dal patto di stabilità - che obbligano a fare i conti
con una penuria ormai strutturale della finanza pubblica.
Sono
prove impegnative che, tuttavia, Torino può affrontare e vincere perché questa
città è uno straordinario giacimento di lavoro, di imprese, di sapere,
di competenze, di professionalità che ne hanno fatto e ne fanno una grande
"capitale".
3. Il futuro di Torino: responsabilità comune e condivisione
E' responsabilità delle istituzioni e
della politica mettere in campo la progettualità e gli strumenti necessari a
promuovere e guidare una nuova fase di crescita, di nuove sfide, di nuovi
traguardi.
E'
un obiettivo ambizioso che, proprio per questo, non può essere perseguito
soltanto sulla base di atti deliberativi delle istituzioni. Il governo di una
grande città di un milione di abitanti richiede coinvolgimento,
compartecipazione, condivisione.
Sarà
questo il metodo a cui l'Amministrazione Comunale ispirerà la sua azione: la condivisione.
Nel
Consiglio Comunale sarà nostra premura promuovere il confronto e tutte
le convergenze utili al bene di Torino, con la consapevolezza che la forza di
una maggioranza sta nel non appagarsi della sua autosufficienza e
l'autorevolezza dell'opposizione discende dalla sua capacità di concorrere alle
scelte utili alla città.
Un
impegno comune, maggioranza e opposizione, per assicurare che il Consiglio
Comunale sia effettiva espressione istituzionale della intera collettività
torinese, della sua complessità sociale, della sua articolazione
economico-produttiva, della sua ricchezza culturale e dei suoi problemi
esistenziali.
Il
Consiglio Comunale deve diventare oltre che luogo di discussione tra i partiti
sui problemi dell'Amministrazione, un luogo di confronto continuo e di dialogo
aperto con la città, anche con inedite iniziative e idonee forme organizzative.
Analogo
impegno alla condivisione di comuni responsabilità la nostra Giunta ricercherà
con l'Assemblea dei Presidenti delle Circoscrizioni e con i Consigli
Circoscrizionali, con cui perseguiremo una cooperazione permanente,
dotandoli delle risorse e degli strumenti necessari per far sì che l'azione
amministrativa corrisponda alle domande dei diversi territori della nostra
città, non frantumando le funzioni comunali, ma offrendole nella loro interezza
a ciascuno di essi.
Ed
è evidente che con la Regione e la Provincia ricercheremo ogni intesa
utile, con la ferma convinzione che le differenti maggioranze politiche che
governano le istituzioni non debbono impedire di agire insieme per il bene
comune. Così come ricercheremo con ogni Governo che guidi il Paese
quella collaborazione indispensabile per corrispondere alle aspettative dei
nostri concittadini.
Condivisione
sarà cercata con i soggetti istituzionali e paraistituzionali - le
società partecipate dalla città, le Fondazioni bancarie, gli istituti bancari,
la Camera di Commercio e gli enti di rappresentanza - che già oggi concorrono
con le loro scelte e le loro risorse alla governance della città.
Ma
è soprattutto con la società torinese e le sue tante rappresentanze e
articolazioni professionali, civili, sociali, religiose che la nostra Giunta
ricercherà in modo permanente dialogo, concertazione e individuazione delle
soluzioni comuni.
E in tale contesto preziosa sarà la condivisione e la
cooperazione con il mondo cattolico e le sue tante espressioni di
impegno sociale e sul territorio. Così come collaborazione verrà ricercata con le espressioni delle altre
fedi religiose.
E
naturalmente tutto ciò sarà sostenuto da un costante rapporto con i cittadini,
a cui - anche utilizzando le enormi potenzialità offerte da internet e dalla
comunicazione digitale - intendiamo offrire un'Amministrazione vicina e
trasparente, mettendo a disposizione strumenti e luoghi di interlocuzione
diretta con il Sindaco, la Giunta e il Consiglio.
E
per dare solidità a questo metodo della condivisione intendiamo chiamare
qualificate personalità della società torinese a far parte di un "Comitato
consultivo di indirizzo strategico"
che ci accompagni nelle scelte fondamentali per il futuro di Torino.
4. Una Torino metropolitana che guarda all'Europa
Nello
stesso spirito intendiamo collocare l'azione del Comune di Torino entro una
visione metropolitana per costruire politiche concertate e comuni insieme
all'amministrazione provinciale e agli altri enti locali.
La
Grande Torino che vuole competere in Italia, in Europa e nel mondo è una Torino
Metropolitana.
E non solo perché a problemi comuni
occorre dare soluzioni comuni. Ma perché in un mondo in cui i territori - anche
della stessa nazione - sono in competizione tra loro, Torino può farcela solo
se mette in campo tutta la massa critica necessaria e l'insieme delle risorse
di cui l'area metropolitana è ricca.
Anche
se l'assetto istituzionale delle aree metropolitane in Italia è ancora
irrisolto e costituisce un aspetto non marginale di un moderno riordino dello
Stato in senso autonomistico e federale, abbiamo il dovere di andare avanti. E
per questo fin da ora proporremo ai sindaci della "Grande Torino
Metropolitana" (GTM), di dare vita a sedi e luoghi di concertazione,
tra i quali una Conferenza dei Sindaci dell'Area Metropolitana, sulla
base di un'agenda condivisa di temi e di iniziative, individuando così le
priorità comuni - la mobilità, lo smaltimento dei rifiuti, le infrastrutture,
le politiche urbanistiche - e alcuni grandi progetti di contiguità fra i
territori per far diventare le aree di frangia - là dove si toccano le
rispettive periferie - luoghi di nuova centralità in cui portare qualità
urbana, eccellenze e servizi.
Una Torino metropolitana che guarda all'Europa deve articolarsi in
Municipi in grado di far fronte alle esigenze della
"quotidianità", ad una maggiore efficienza amministrativa, alle
istanze di partecipazione dei cittadini e della ricca rete di associazioni,
enti e istituzioni presenti nei quartieri.
Per realizzare tale obiettivo si rende
necessario, entro la prima metà del mandato e con un percorso davvero
partecipato, attuare una ridefinizione delle competenze, degli strumenti e
delle risorse necessarie, e tenendo conto del quadro normativo nazionale, degli
assetti istituzionali ed amministrative delle attuali dieci circoscrizioni.
Ma
la Grande Torino Metropolitana deve costruire anche alleanze stabili per dare
voce e rappresentanza politica al nord-ovest italiano.
In
quest'ottica è essenziale sviluppare il rapporto con Milano, vincendo
storiche diffidenze e radicate paure. Le esperienze culturali costruite intorno
al progetto MI-TO ed i collegamenti ad alta velocità indicano prospettive di
collaborazione che vanno espanse in più direzioni e che potranno trovare
momento di forte integrazione in occasione di "Expo 2015".
Un
discorso analogo può essere fatto per Genova e la Liguria: una
collaborazione che ha il suo fulcro nella Regione e nei progetti retro-portuali
nella piana Alessandrina, ma che investe anche Torino come punto cruciale
strategico nelle relazioni Sud-Nord.
Vi
è un enorme potenziale inespresso della macro-regione Alp-Med che
riunisce PA/CA, Rhône Alpes/Piemonte/Liguria/Valle d'Aosta - e di cui Torino è
uno dei cardini - come evidenziano numeri di straordinario rilievo: 17 milioni
di abitanti, 1,5 milioni di imprese, 11 miliardi di interscambio, 500 miliardi
di PIL; una macro-regione che è tra le prime aree turistiche del mondo con la
sua straordinaria offerta mare-monti-città.
In
quest'ottica la linea ad alta capacità Torino-Lione è essenziale,
ponendosi come asse fondamentale delle relazioni di questa macro-regione i cui
parametri superano quelli di molti importanti Paesi europei.
E vorremmo lanciare un messaggio in
particolare ai sindaci della Valle di Susa: Torino per essere grande, per
contare in Europa e per essere davvero "capitale" di un territorio
che compete nel mondo, non può non stare nella rete dei grandi corridoi
paneuropei lungo i quali nei prossimi decenni si realizzeranno gli investimenti
e lo sviluppo del continente.
Per
garantire a Torino questa relazione, la linea Torino-Lione deve necessariamente
passare in Valle di Susa. Nessuno ignora la complessità dell'opera e la
necessità di realizzarla offrendo risposte sicure alle istanze della Valle. A questo
obiettivo d'altra parte hanno lavorato l'Osservatorio per la TAV e la Provincia
di Torino, con una nuova soluzione progettuale "tutta interrata" che
riduce drasticamente i problemi di compatibilità ambientale. E peraltro
l'intero progetto si propone - con le compensazioni e gli investimenti
necessari - di offrire alla Valle di Susa soluzioni adeguate. Anche per questo
proponiamo ai colleghi amministratori di questi territori di essere partecipi
con Torino di un grande progetto da condividere per valorizzare l'intero
territorio interessato.
Va
in questa direzione l'idea che il Rettore del Politecnico ed il Commissario
Straordinario stanno elaborando di dar vita ad un master internazionale
di ingegneria sul tema dell'alta velocità/alta capacità, che crei un'offerta
formativa di eccellenza a livello mondiale e che abbia sede a Susa, dove
avverranno le più importanti attività cantieristiche dopo il 2013.
5. Torino, il Nord, l'Italia
La
sfida che Torino deve affrontare ci impone una visione di lungo periodo ed una
capacità di pensare in grande operando a più scale di intervento.
In
questo siamo chiamati a delineare un progetto politico ed un modello di
sviluppo che, rispondendo ai bisogni della città, diano anche risposte agli
interrogativi e alle inquietudini presenti in tutta la parte più sviluppata del
Paese: una politica dunque per il nord, sapendo quanto sia importante
tenere unita l'Italia, riconoscerne le diversità e far decollare il Mezzogiorno.
Dobbiamo
lasciarci alle spalle l'idea di un sud irredimibile - per usare un'espressione
di Gesualdo Bufalino - descritto come zavorra. Abbiamo un esempio straordinario
a cui guardare: il processo di unificazione e integrazione realizzato in
Germania che ha ricucito in meno di vent'anni fratture storiche, politiche,
economiche e sociali che parevano insanabili. E così ha portato l'attuale tasso
di sviluppo tedesco a più del 4,5%.
L'Italia
deve avere la stessa lungimiranza: il Governo deve lanciare un grande programma
di sviluppo che parli all'intero paese ed il Nord avanzato deve concorrere con
idee, progetti e solidarietà.
Ma
proprio in questa prospettiva il nord deve essere compreso nelle sue
aspettative e specificità, favorendone il dinamismo ed incentivandone le
potenzialità con idonee politiche ed adeguati stimoli.
Quando
diciamo che esiste una "questione settentrionale" ci riferiamo
a dati che parlano in modo chiaro.
Nel
nord sono concentrati il 70% del lavoro dipendente privato e il 65% del lavoro autonomo
e professionale dell'intero paese.
Nel
nord è concentrato il 70% del prelievo fiscale italiano.
Nel nord vi è una presenza dei
cittadini stranieri che si assesta ormai tra il 15 e il 20%, il doppio della
media nazionale.
E
dal nord parte l'80% delle esportazioni italiane.
E'
da qui, da queste cifre e dalle domande che sollecitano, che bisogna partire
per individuare le risposte alla questione settentrionale.
Il
fatto che dopo le recenti elezioni amministrative il centrosinistra guidi tutte
le principali città del nord, offre una opportunità che non può essere persa,
né sprecata: un nord che consapevole della sua specificità rifugga dalla
tentazione della chiusura separatista e corporativa, per essere capace di
parlare all'intero paese e guidarlo fuori dalla crisi. E in questo ambizioso
obiettivo Torino - prima capitale dell'Italia unita - ha un ruolo strategico da
svolgere.
6. Torino, una città internazionale
Questo
ruolo strategico Torino lo deve giocare entro orizzonti ampi e globali.
La provincia di Torino è la terza area
esportatrice di questo Paese. Migliaia di imprese di questo nostro territorio
operano tutti i giorni su mercati globali. La nostre Università intrattengono
rapporti di collaborazione con un amplissimo numero di Atenei di ogni
continente. Dimensione
che potrà essere potenziata dall'attrazione di Università straniere che
accrescerebbero l'apertura al mondo, l'internazionalizzazione della nostra
città, l'attrazione di elementi positivi di concorrenza nel settore della
ricerca e dell'insegnamento universitario. Oltre 40 Paesi hanno rappresentanze
consolari in città e Torino ospita istituzioni internazionali - ONU, ILO,
UNICRI, UNSSC, ETF - di primaria importanza. E la stessa nostra Città ha sottoscritto
gemellaggi ed intrattiene rapporti di collaborazione con oltre 50 città di ogni
area del mondo.
Da
questo patrimonio bisogna muovere per collocare Torino e il suo futuro sempre
di più entro reti e spazi europei, internazionali, globali. Il che include
scelte infrastrutturali, di collegamenti e relazioni economiche, culturali,
politiche che consentano alla città di cogliere ogni opportunità offerta dal
tempo della globalizzazione.
7. Torino, una comunità
Guardare
lontano e alzare il tiro delle sfide non può e non deve significare
disattenzione al quotidiano e alle preoccupazioni che giorno per giorno la
persone e famiglie vivono.
In
questo è fondamentale attivare una rete di ascolto dei cittadini, promuovendo
tutte le antenne possibili che possano trasmettere le voci anche di chi non ha
voce, dei più deboli che sembrano afoni, solo perché non li sentiamo, finché
non sono costretti a gridare.
La
società torinese è ricca di questi sensori sociali: dal mondo cattolico alle altre fedi religiose, all'associazionismo
laico, al volontariato, alle forme di rappresentanza sociale e di cooperazione,
agli stessi partiti e ai sindacati.
Far
sì che nessuno sia solo, nessuno sia lasciato solo, nessuno si senta
solo significa non solo erogare servizi, ma anche costruire reti, relazioni,
esperienze collettive che consentano a ciascuno di sentirsi parte e di far
crescere la società cittadina come una grande comunità solidale e
responsabile.
Un
senso di appartenenza a cui dobbiamo conquistare in primo luogo i giovani
che - proprio perché privi di certezze e insidiati da una continua precarietà
della loro vita - sono indotti a ricercare altrove - spesso all'estero - quelle
prospettive di vita, di reddito, di lavoro, di realizzazione personale che
abbiamo invece il dovere di creare e offrire qui.
Torino,
una città fraterna perché a misura di bambini, con la consapevolezza che
"un bambino felice sarà un adulto maturo" e che operare perché a
tutte le famiglie, secondo un criterio di universalità dei diritti, siano messi
a disposizione asili nido e scuole materne, è il modo migliore per costruire
una società più giusta.
Torino,
una città fraterna con le famiglie a cui è dovere di un'amministrazione
offrire le politiche necessarie a crescere bene i propri figli, a curare e assistere
i propri cari, a favorire coesione e solidarietà tra generazioni.
Torino,
una società che riconosca le donne, il loro talento, il loro ruolo
culturale nella società e nella famiglia. E per questo vinca discriminazioni,
riduzione di diritti e inaccettabili penalizzazioni competitive di chi ancora
manifesta difficoltà ad accettare le differenze di genere. C'è tanto da fare,
anche a Torino, ma c'è una formidabile "chance": il protagonismo
delle donne che contribuisce a migliorare la società intera. E la nuova
composizione paritaria della Giunta può essere un buon viatico per una svolta
in questo senso.
Torino,
una società fraterna capace di includere pienamente quel 35% dei
torinesi ultrasessantenni, cioè quel nuovo mondo di maturità persistente
oltre i limiti canonici dell'età pensionabile, che oggi l'allungamento della
vita media colloca in un limbo di inattività senza che ci siano ragioni
oggettive per motivare una simile condizione. Dobbiamo pensare a una vera
strategia per l'invecchiamento attivo, a progetti che correggano una
tendenza che viene sempre più percepita come iniqua, disperde un ricco
patrimonio di conoscenze e di esperienza di vita, impedisce una naturale
saldatura fra generazioni, inibisce la trasmissione di saperi.
Valorizzare l'enorme patrimonio di
sapere, competenze, esperienze, affettività di chi è in età matura è compito
dell'Amministrazione, offrendo opportunità, anche in collaborazione con le
organizzazioni di volontariato, a cominciare dal realizzare una "Banca
del tempo civico", in cui ogni cittadino possa depositare
volontariamente una parte del proprio tempo per finalità sociali, estendendo
con quelle esperienze di volontariato civico che già hanno dato ottima prova.
E
infine una Torino fraterna che deve far sentire come propri cittadini i tanti stranieri
- il 15% della popolazione - che hanno scelto la nostra città come il luogo
della loro vita, della crescita dei loro figli, della conquista di una nuova
dignità. A tutti costoro abbiamo il dovere di fornire una griglia di regole di
cittadinanza con diritti e doveri uguali e validi "erga omnes",
all'interno dei quali si è "naturalmente" cittadini di Torino a
prescindere dall'etnia, dalla religione e dalla cultura di cui si è
espressione. E si ha uguaglianza di condizioni e di opportunità nel
lavoro, nelle tutele sociali, nell'educazione dei figli. E anche il diritto di
pregare in uno spazio di culto degno di questo nome.
8. Liberare risorse per la crescita della città
Tutto
ciò richiede risorse adeguate.
I
tagli lineari e gli indiscriminati blocchi alle capacità di spesa non sono la
strada giusta. Si premi il merito, l'efficienza e la qualità e si smettano
pratiche discrezionali che da un lato tagliano risorse a chi le merita e
dall'altro abbuonano sprechi e disservizi ponendone l'onere in capo all'erario
con spericolati salvataggi di gestioni dissennate.
Così
come è tempo che si introducano innovazioni e correzioni al Patto di
Stabilità, distinguendo tra debito per spesa corrente e debito da
investimenti, decomputando oneri di competenza statale di cui gli Enti Locali
si fanno generosamente carico e valutando in misura diversa investimenti - come
quelli sostenuti per il 150° - che per rilievo nazionale e internazionale
rappresentano un beneficio per l'intero paese.
Torino
si è esposta finanziariamente per garantire investimenti indispensabili al suo
sviluppo e alla modernizzazione della città con effetti positivi di lungo
periodo.
La
situazione impone una terapia efficace di riduzione dell'indebitamento e
di progressivo rientro dall'esposizione, proprio per consentire nuovi
investimenti e nuove trasformazioni.
Si
dovrà agire sulla spesa corrente verificando qualità ed efficienza di ogni
struttura, ottimizzando le risorse umane, eliminando spese inessenziali, limitando il ricorso a consulenti esterni.
E si dovrà agire anche su tutti gli asset patrimoniali, finanziari,
societari disponibili e soprattutto ragionando in termini di bilancio
consolidato complessivo a cui concorrono le partecipate.
In
tale contesto sarà operata anche una verifica sull'utilizzo del patrimonio
comunale, sulla sua efficienza e redditività.
Nella ridefinizione del
quadro economico-patrimoniale del bilancio consolidato del gruppo Città di
Torino si valuterà l'utilizzo degli asset delle partecipate, tenendo in ogni
caso conto di due vincoli: il mantenimento del controllo della società da parte
del Comune ed il nuovo quadro politico e normativo determinato dall'esito dei
referendum del 12-13 giugno 2011.
In
ogni caso il nodo delle risorse intendiamo affrontarlo fin da subito per
recuperare al più presto maggiori spazi di intervento per nuove politiche di
sviluppo. In questo contesto intendiamo incoraggiare il potenziale di creatività
e intraprendenza della società civile e dei giovani talenti in
particolare, così come la pratica di forme di sussidiarietà virtuosa -
coinvolgendo imprese sociali, volontariato, no profit, associazionismo,
cooperazione e più in generale soggetti del terzo settore - appare scelta
indispensabile per una riforma del welfare sociale capace di assicurare
l'erogazione di servizi e politiche sociali di qualità e finanziamenti
compatibili. E sarà parte di questa scelta anche una verifica del sistema
tariffario dei servizi sociali che, salvaguardando le fasce di reddito più
basse, tenga maggiore conto dell'articolazione dei redditi.
Il
ricorso a capitali privati appare scelta altrettanto ineludibile per la
realizzazione di opere infrastrutturali e di trasformazione urbana, ricorrendo
a project financing, road pricing,
e a meccanismi finanziari che mobilitino e attraggano risorse aggiuntive a
quelle pubbliche.
Così
sul fronte dell'investimento culturale - che è essenziale mantenere alto - l'Amministrazione
intende affiancare alle risorse proprie anche una specifica attività di fund
raising che espanda il mecenatismo di fondazioni ed istituzioni bancarie,
imprese, enti privati e pubblici, singoli cittadini, dotandosi di una politica
di programmazione di ciascun anno solare che consenta un organico rapporto con
il mercato.
Particolare
impegno sarà dedicato a cogliere tutte le opportunità che possano derivare
dall'utilizzo di fondi europei e di istituzioni internazionali.
L'Amministrazione
si adopererà per raccogliere tutti gli spazi di maggiori risorse che potranno
derivare dai recenti provvedimenti di federalismo demaniale e
federalismo fiscale, ancorché si debba registrare fino ad oggi una
indeterminatezza sulla effettiva migliore efficacia delle norme fin qui
adottate.
E
proseguirà l'azione di contrasto e recupero dell'elusione e dell'evasione
fiscale.
PARTE
SECONDA
9. Torino, una città di giovani
Guidare
una città, progettare il suo futuro, vuol dire pensare alle generazioni che
verranno a cui ognuno di noi ha la responsabilità di consegnare un mondo
più sicuro e migliore.
Giovani
- di cui oltre metà sono ragazze - che rappresentano la grande scommessa del futuro
e non solo per ragioni anagrafiche. Giovani che sono portatori di confidenza
naturale con le nuove tecnologie, hanno una spontanea propensione a percepire
il senso dei limiti che vanno posti allo sviluppo, pensano e programmano la
loro vita in spazi europei e globali e sono facilmente in sintonia con i loro
coetanei nel mondo.
A
loro dobbiamo istruzione e cultura, il primo e più importante investimento,
l'offerta-chiave per il loro futuro e la premessa indispensabile per poter
garantire prospettive credibili e dignitose di lavoro.
Con loro dobbiamo
costruire politiche in grado di promuoverne l'aggregazione e la creatività, il
protagonismo e l'autonomia, con particolare riferimento all'accesso al lavoro,
alla casa e al credito.
Per questo una politica
per i giovani deve riguardare i diversi ambiti delle politiche pubbliche (da
quelle sociali a quelle culturali, dal lavoro alla casa, all'istruzione):
occorre dunque un approccio trasversale che, nello sviluppare politiche
generazionali prima ancora che settoriali, non può prescindere dalla conferma
di una struttura amministrativa dedicata che abbia le politiche giovanili come
mission.
Mettere
i giovani in tutte le politiche significa promuovere e favorire:
- istruzione e formazione a tutti i livelli,
dall'infanzia all'adolescenza all'università;
- opportunità di formazione all'estero;
- accompagnamento all'accesso al mercato
del lavoro;
- sostegno all'avvio di attività imprenditoriali
e professionali;
- strutture sportive, associative,
ricreative;
- offerta culturale;
- promozione della creatività
giovanile;
- politiche per le giovani
coppie e per l'autonomia di vita dei singoli.
10. Prima di tutto: sviluppo e lavoro
Ancorché
Torino abbia conosciuto una fase di grande dinamismo - trainato in primo luogo
dagli investimenti infrastrutturali - gli effetti della crisi si sentono
anche nel tessuto produttivo e sociale della città.
A
settori - soprattutto esportatori - che conoscono ripresa della domanda, si affianca
ancora un ampio arco di imprese prigioniere di stasi produttiva.
Come
in Italia, anche a Torino consumi e domanda interna ristagnano.
La
riduzione di potere reale d'acquisto dei redditi investe un numero ampio di
famiglie e si è estesa la fascia dei nuclei familiari sotto la soglia di
povertà.
Anche
nella nostra città si registra un innalzamento del tasso di disoccupazione e
l'inoccupazione giovanile registra 3 punti percentuali in più della media
nazionale.
Rimettere
in moto la crescita e creare lavoro sono dunque obbiettivi
strategici prioritari.
Pur non avendo la titolarità, le
risorse, gli strumenti per orientare e guidare la politica economica, anche
un'Amministrazione Comunale ha tuttavia la responsabilità di concorrere con le
proprie politiche a promuovere e sostenere crescita e occupazione.
La
nostra Amministrazione - di intesa con le altre istituzioni locali, le
università, le imprese, i soggetti economici e sociali - lo farà agendo lungo
le seguenti linee di azione:
- trasformazioni urbane e investimenti infrastrutturali,
sostenuti da risorse pubbliche e private;
- creazione di condizioni di attrattività per capitali
nazionali e internazionali;
- promozione di rapporti di collaborazione
tra Università e sistema delle imprese, finalizzato alla specializzazione
delle imprese e all'attrazione di investimenti nella ricerca, nell'innovazione,
nella specializzazione tecnologica;
- rilocalizzazioni produttive e terziarie nel tessuto
urbano;
- programmi a favore della internazionalizzazione delle imprese.
Entro
queste politiche di sviluppo si agirà contemporaneamente sul fronte del mercato
del lavoro con:
- promozione dei contratti di apprendistato;
- servizio
di anticipo della cassa integrazione;
- orientamento e accompagnamento
al lavoro, sostenuta da programmi di formazione e riqualificazione
professionale;
- utilizzo della fiscalità locale per incentivare la
stabilizzazione del lavoro e promuovere l'occupazione giovanile e femminile;
- sostegno e promozione delle diverse forme di imprenditoria
individuale e sociale;
- integrazione degli interventi di sostegno al reddito con
percorsi formativi e/o di impegno in lavori sociali;
- inserimento al lavoro delle persone svantaggiate.
Il Comune si impegna inoltre
a combattere la precarietà contrattuale e dei diritti anche, e in primo luogo,
nella sua qualità di datore di lavoro, tanto diretto quanto indiretto, rispetto
a tutti quei servizi che vengono affidati a fornitori esterni.
11. Torino, capitale dell'innovazione
Nell'economia
globale e dei mercati aperti sostenere crescita e creare lavoro significa
investire nella costante e continua specializzazione dei prodotti e dei
processi, tanto più nei paesi industriali ad alto costo di produzione come
l'Italia.
Vale
tanto più per Torino, il cui sistema industriale e terziario può reggere se scommette ogni giorno su innovazione,
ricerca, formazione e internazionalizzazione.
Per
questo l'Amministrazione comunale - d'intesa con il sistema delle imprese, le
sue rappresentanze e le istituzioni universitarie - agirà per realizzare:
- nuovo polo dell'ingegneria
dell'auto sulle aree TNE Mirafiori;
- creazione sull'area ex Westinghouse dell'Energy Centre,
dedicato ad attività di ricerca, innovazione e spin off nel campo dell'energia
e dell'ambiente;
- Città della Scienza e della Salute, come grande
investimento finalizzato non solo alla riorganizzazione del sistema
ospedaliero, ma alla scelta strategica di fare di Torino una eccellenza
mondiale nel campo della medicina, attraendo così attività di innovazione e di
alta produzione nella farmaceutica, nella biotecnologia, nella ricerca medica;
- consolidamento del polo aeronautico/aerospaziale;
- progetto europeo Smart City,
che potrà rivelarsi nel medio periodo, una importante fonte di risorse per la
città, già in possesso delle infrastrutture e del know how richiesti dal
progetto;
- sostegno alle attività di ricerca e di innovazione dell'Environment
Park;
- utilizzo delle potenzialità ICT
per rendere Torino sempre più città digitale, incrementando i servizi di
e-government e on-line per i cittadini nell'ottica della trasparenza, della
partecipazione e della maggiore efficienza, accelerando la dematerializzazione
degli atti amministrativi;
- potenziamento delle attività di innovazione e ricerca a favore
delle piccole e medie imprese e dell'artigianato;
- adozione dell'Agenda Digitale Europea, incoraggiando la
creazione di un ecosistema favorevole anche attraverso la predisposizione di punti di accesso ad Internet gratuiti,
attraverso l'uso di tecnologie Wi-Fi e la promozione dell'Open data.
12. La trasformazione urbana, leva strategica
Dei 10 milioni di mq. liberatisi all'inizio degli anni 80
di attività industriali, ne restano ancora 4 di potenziale trasformazione, a
cui altri se ne potranno aggiungere - quali le aree ferroviarie di Porta Nuova
e Vanchiglia-Stura - in conseguenza delle trasformazioni stesse.
Queste trasformazioni vanno governate, evitando il
conflitto tra le esigenze urbanistiche e quelle sociali. Un controllo della
densità abitativa ed un monitoraggio dei servizi erogati al cittadino e degli
spazi pubblici (aree verdi, biblioteche, luoghi di aggregazione, etc.) presenti
nei quartieri, possono aiutare a mantenere un equilibrio "sano" che
coniughi crescita e sviluppo dell'edilizia con il benessere dei cittadini e la
bellezza della città.
Proseguendo l'opera di questi anni, si offre alla nostra
città una grande opportunità: ridisegnare l'assetto urbanistico di Torino e le
sue relazioni metropolitane; ripensare le relazioni tra i diversi territori di una
città in cui non ci sia più un "centro" circondato da periferie, ma
una Torino policentrica in cui anche i quadranti nord, sud, est e ovest
"siano centri urbani" caratterizzati da civiltà urbanistica, qualità
dei servizi, offerta culturale, sostenibilità ambientale, sicurezza e
vivibilità sociale.
Una città nella quale politiche abitative, localizzazioni
di attività produttive e terziarie, poli universitari, spazi verdi coesistano
in una mixitè che favorisca coesione sociale, integrazione umana, ricucitura
territoriale. E in tale contesto si monitori il patrimonio privato immobiliare
sfitto - attraverso lo strumento del prossimo censimento - e si incentivi
l'utilizzo di tali immobili.
E una città che lungo gli assi di mobilità riorganizzi
l'intero assetto della sua vita quotidiana.
Per questo tra i suoi primi atti, la giunta predisporrà gli
"Indirizzi strategici della trasformazione urbana della città"
sottoponendoli all'approvazione del Consiglio comunale, consentendo così alla
città di avere uno strumento di programmazione organico e flessibile, capace di
tenere conto dei grandi investimenti intervenuti nell'assetto urbanistico
dall'adozione del PRG (1995) ad oggi.
Per realizzare questo disegno gli assi prioritari che
verranno perseguiti saranno:
- riorganizzazione della mobilità di grande flusso: completamento del passante ferroviario, estensione dei rami esterni della linea 1 del metro, avvio della linea 2, tangenziale est e attraversamenti est - ovest della città;
- trasformazione di grandi aree industriali dismesse - Campo Volo (salvaguardando l'Aero Club Torino), corso Marche, TNE Mirafiori, complesso OGR, Palazzo del Lavoro, Spine 1, 3 e 4 - favorendo ricollocazioni produttive, terziarie e dell'artigianato, riqualificazione di residenze, estensione del verde pubblico;
- completamento dei campus universitari urbani: Italgas, Manifattura Tabacchi, Piazzale Aldo Moro, Città Politecnica, Città della Scienza e della Salute;
- riqualificazione del quadrante Nord della Città: Variante 200, Programma Urban, Area Stura e Linea 2 della Metropolitana;
- potenziamento dei collegamenti di scala vasta: TAV, Torino - Milano, Torino - Genova, aeroporto - città;
- rigenerazione delle periferie, dei quartieri di edilizia popolare e di quartieri dal tessuto consolidato, con l'obiettivo di contrastare il degrado delle aree periferiche e di ridurre le differenze che ancora separano il centro della città dai quartieri popolari e dalla periferia;
- piano della manutenzione urbana e del rafforzamento delle task force di grande intervento manutentivo.
13. Torino capitale della mobilità sostenibile
La
vivibilità della Città è misurata in primo luogo dalla sostenibilità del suo
sistema di mobilità.
Dando
seguito alle politiche perseguite negli anni scorsi, e agli indirizzi del Piano
urbano per la mobilità
sostenibile (PUMS) si agirà
per:
- completamento
del passante ferroviario e il Sistema Ferroviario Metropolitano (SFM);
- completamento
della Linea 1 della Metropolitana nella tratta Lingotto - piazza Bengasi
e estensione delle tratte esterne verso Moncalieri - Nichelino e verso Rivoli;
- avvio
della Linea 2 della Metropolitana;
- collegamento
veloce ferroviario Città/ aeroporto;
- costruzione di nuovi
parcheggi sotterranei e di superficie, in particolare nelle aree
periferiche e di interscambio, incentivandone l'utilizzo da parte di coloro che
arrivano da fuori città;
- realizzazione
delle grandi dorsali di attraversamento: Campo Volo - corso Marche -
strada della Pronda; tangenziale est; tangenziale interna sotterranea Borgo San
Pietro/Barca Bertolla; sottopassi veicolari;
- raddoppio
delle piste ciclabili (dagli attuali 170 a 350 Km) e delle postazioni di
bike sharing, con particolare attenzione alle aree periferiche della
città, e realizzazione del primo BICI PLAN della Città di Torino;
- promozione
di servizi di car sharing;
- rinnovo
del parco veicoli GTT con vetture ecologiche e a basso consumo;
- facilitazione
della mobilità per persone disabili;
- promozione
uso veicoli elettrici;
- verifica
sugli esiti ed efficacia della ZTL;
- un
sistema tariffario integrato che comprenda i diversi servizi pubblici
per la mobilità (treni regionali, bus, tram, metro, car sharing, bike sharing);
- aumento
di corsie preferenziali dei mezzi pubblici, pedonalizzazioni, e zone di
moderazione della velocità estendendo le zone 30;
- intensificazione
della rete dei mezzi di trasporto notturno;
- incentivazione
dell'uso del trasporto pubblico attraverso i "ticket transport",
tessere per dipendenti, titoli di viaggio dedicati.
14. Torino capitale dell'ambiente
La vivibilità della Città è misurata altresì dalla sua
qualità ambientale e tecnologica.
In
questa direzione - oltre al già richiamato programma europeo Smart City
- si opererà per:
- riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e
incentivazione alla riqualificazione del patrimonio edilizio privato utile all'abbattimento della bolletta energetica ed alla riduzione
delle emissioni;
- attuazione del Turin Action Plan For
Energy (TAPE);
- adozione - in
primo luogo negli edifici comunali - di sistemi energetici puliti a
bassa produzione di CO2 e PCM;
- estensione a tutta la città del teleriscaldamento e
avvio del telerinfrescamento;
- raccolta differenziata dei rifiuti,
portandola, nel prossimo quinquennio,
dall'attuale 42% verso il 65% previsto dalla
normativa nazionale;
- entrata
in funzione del termovalorizzatore del Gerbido;
- realizzazione in ogni quartiere di isole pedonali e aree
di riqualificazione ambientale;
- completamento dei programmi "Corona Verde" e
"Anello Verde";
- prosecuzione del progetto "Torino città d'acqua"
con il pieno recupero delle riviere e delle sponde fluviali;
- programma integrato di manutenzione e cura di parchi,
giardini e aree verdi, con dotazione di aree gioco per bambini, strutture per
lo sport a cielo aperto;
- promozione di eventi florovivaistici nazionali ed
internazionali;
- attuazione del Protocollo per gli Acquisti Pubblici
Ecologici;
- valorizzazione dello sportello
informativo cittadino per la promozione delle energie rinnovabili a
disposizione di privati;
- promozione sul
territorio cittadino, a partire dalle scuole, di un programma di educazione
culturale al rispetto dell'ambiente, alla riduzione dei rifiuti, al
risparmio energetico, alla mobilità intelligente e sostenibile;
- maggior tutela
dei diritti degli animali, migliorando la situazione di canili e
gattili, incrementando le aree per cani, contrastando i maltrattamenti e lo
sfruttamento irrispettoso degli animali a scopo di lucro, ed evitando, ove
possibile, l'uso di prodotti testati sugli animali.
15. Torino città universitaria, capitale del sapere e
dell'educazione
Due Atenei di eccellenza - Politecnico e Università degli
Studi - con 100.000 studenti universitari, il 35% dei quali provenienti da
fuori Piemonte e il 15% dall'estero, e un sistema moderno di campus
universitari urbani. Una pluralità di istituti di alta formazione: il polo ONU
di Italia '61; la Scuola militare d'applicazione e d'arma; il Conservatorio e
due orchestre sinfoniche; la Fondazione europea per la formazione; l'Istituto
Europeo per il Design; il Consorzio per i Sistemi Informativi; e una pluralità
di istituti e centri di eccellenza. Tutto ciò conferma già oggi Torino come una
grande capitale del sapere e della conoscenza e che ci sono oggi le
condizioni per fare di Torino una grande città universitaria, sede di
eccellenza culturale e di forte attrattività nazionale e internazionale.
Ma essere "città universitaria" significa
assumere questa cifra come tratto di identità di Torino e pensare l'intera
città - la sua vita, i suoi servizi, i suoi tempi, le sue relazioni - in una
chiave nuova.
In vista di questo obiettivo si opererà per:
- sottoscrizione di Accordi di programma con Politecnico e Università anche in funzione del completamento dei campus urbani universitari (Italgas, Manifattura Tabacchi, polo scientifico di Grugliasco, piazzale Aldo Moro, Città Politecnica, Città Scienza e Salute);
- sportello casa per gli studenti e piano di residenze per docenti e studenti, anche attraverso l'utilizzo del patrimonio edilizio sfitto e un piano di ospitalità familiare;
- sistema di impianti sportivi;
- creazione
di un sistema tra Atenei ed Enti Locali per l'orientamento, il job placement
e la formazione all'estero;
- integrazione delle attività culturali universitarie nella programmazione culturale e offerta dei servizi della città (culturali, trasportistici, sportivi) attraverso la creazione di una card-studenti;
- promozione di cooperazione tra Politecnico / Università e sistema delle imprese, con attivazione di incubatori tecnologici e di ricerca;
- sostegno alla espansione del Campus
ONU;
- sostegno alla attività di istituti di ricerca e formazione.
Accanto alle eccellenze universitarie, formative e
educative, Torino deve investire sull'intera filiera della formazione e del
sapere.
Tanto più di fronte ad un tasso di dispersione scolastico
che investe ancora il 35% degli adolescenti.
L'investimento sulla conoscenza e sul sapere deve perciò
iniziare dall'infanzia e accompagnare l'intero percorso di vita delle persone.
Per questo l'Amministrazione opererà per:
- una Città a misura di bambino: estensione della rete di asili nido e scuole materne pubbliche e paritarie; micronidi e nidi aziendali; estate bimbi; aree gioco urbane; istituzione della Agenzia educativa per l'infanzia e del Garante per l'infanzia;
- politiche attive per l'adolescenza;
- sostegno alla scuola dell'obbligo a tempo pieno, contrastando la tendenza alla sua riduzione;
- contrasto alla dispersione scolastica con attività di recupero formativo e riorientamento;
- formazione professionale e orientamento al lavoro;
- piano di riqualificazione degli edifici scolastici e dei servizi di ristorazione.
16. Torino: capitale della salute
La salute a Torino in tutte le politiche, la promozione della
salute, dell'autonomia e dell'autodeterminazione, la sanità come parte del
sistema di protezione sociale e di sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro,
l'integrazione socio-sanitaria e la continuità assistenziale, ospedali sicuri e
moderni integrati con l'industria e la ricerca più avanzata, settore economico
e produttivo di grande rilievo: questo è il Modello Torino che in parte
si è realizzato e in parte deve ancora raggiungere i suoi obiettivi.
Professionisti e operatori della sanità e dei servizi socio-sanitari,
associazioni dei cittadini e parti sociali sono alleati per tutelare e
sviluppare il Modello Torino:
- La "salute in tutte le politiche"
e Torino nella rete "Città Sane".
Occorre caratterizzare
le scelte della Città in una logica intersettoriale e interistituzionale,
integrando le dimensioni ambientale, economica, sociale e culturale
nell'elevata complessità dell'area metropolitana, correlata ad elementi di
contesto quali la densità abitativa, le nuove povertà, la popolazione di
origine straniera ed un insieme di determinanti non sanitarie a forte impatto
sulla salute, in coerenza con le raccomandazioni dell'OMS e con la rete Città
Sane cui la Città aderisce. Il Sindaco, garante della salute dei cittadini e
massima autorità sanitaria locale, può esercitare tale funzione sviluppando in
tutte le politiche della città azioni capaci di produrre salute e di essere
realmente misurabili, utilizzando strumenti quali la VIS (Verifica Impatto sulla
Salute) e individuando, attraverso la modalità partecipata dei PePS (Piani e
Profili di Salute), le priorità su cui intervenire.
- La continuità assistenziale e l'integrazione
socio-sanitaria.
E' necessario
proseguire sulla linea dell'accordo con le Aziende sanitarie per dare
attuazione ai Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria in una dimensione
universalistica, pianificabile e personalizzata sulla base delle condizioni del
singolo beneficiario e della sua rete di supporto. Occorre garantire il
servizio e la sua sostenibilità economica, definendo le priorità di accesso ai
cittadini in funzione dei bisogni sanitari e della debolezza socio-economica e
operando a livello interistituzionale per favorire l'accesso ai servizi, per
abbattere le liste di attesa domiciliari e residenziali e per semplificare i
carichi burocratici che causano difficoltà di accesso e di riconoscimento del
diritto alle cure, in particolare per le persone non autosufficienti. Centrale è
la scelta per la domiciliarità. Alta deve essere l'attenzione per le persone
fragili (minori, stranieri, disabili, sollecitando le ASL a porre particolare
attenzione verso i portatori di disturbi mentali e di patologia delle
dipendenze), implementando le attività in integrazione per gli adolescenti nei
consultori familiari.
- Gli ospedali ed i
presidi sanitari.
La Città di
Torino ha un territorio che include una decina di ospedali e una miriade di
punti di erogazione di prestazioni sul territorio: la Città si impegnerà nei
confronti di Regione e ASL affinché l'attenzione non si limiti alle grandi
opere, ma si focalizzi sui problemi territoriali, sulla dislocazione delle
strutture, sugli effetti che le scelte di politica sanitaria determinano sui
cittadini torinesi, sul superamento del sovraffollamento nei Dipartimenti
Emergenza torinesi attraverso l'adeguato funzionamento del sistema di
emergenza-urgenza e dell'intero Servizio sanitario e socio-sanitario in termini
di: centrali operative della continuità assistenziale, sviluppo dei servizi
sanitari e socio-sanitari territoriali domiciliari, diurni e residenziali e
gruppi di cure primarie.
- Città della Scienza e della Salute.
L'obiettivo è
quello di definire un modello strutturale ed organizzativo di eccellenza
sanitaria, ad elevata complessità assistenziale e tecnologica, integrato nei
percorsi e nei luoghi di cura del sistema sanitario in modo multiprofessionale
e multidisciplinare, capace di riorganizzare i processi assistenziali e
socio-assistenziali, agile ed aperto al territorio, fortemente correlato alle
esigenze di formazione e di ricerca, volano di sviluppo per la crescita economica e di competitività del
territorio.
17. Torino, capitale di cultura e nuova città turistica
Una delle nuove immagini di Torino è data dal forte
investimento maturato negli anni scorsi sul fronte culturale.
La riqualificazione ambientale e urbanistica del centro
cittadino, il recupero del patrimonio artistico (Palazzo Reale, Reggia di
Venaria), la qualità delle istituzioni teatrali (Stabile, Regio, Ragazzi) la
riqualificazione dei musei "storici" (Egizio, Galleria Sabauda),
l'apertura dei nuovi musei (il Museo di Arte Orientale), il potenziamento delle
rassegne musicali (Settembre Musica MiTo), la valorizzazione delle vocazioni
cinematografica (Museo del Cinema, Virtual Reality & Multi Media Park),
editoriale (Salone del Libro), enogastronomica (Salone del Gusto) ed
interculturale (Terra Madre), le nuove iniziative (Biennale della Democrazia,
Torino Spirituale), unitamente ai grandi eventi (Olimpiadi, 150° Unità
d'Italia) hanno consentito a Torino di mettere a disposizione dei suoi
cittadini e di tanti che la visitano un'offerta culturale amplissima e di alta
qualità che giustifica ampiamente la presentazione della candidatura per il
2019 di Torino Capitale europea di Cultura.
Questa nuova dimensione si è tradotta anche in una nuova vocazione
turistica che ha favorito e promosso nuove attività economiche, che
potranno ulteriormente espandersi e consolidarsi investendo sulla vocazione fieristica
e congressuale della città.
Questa nuova cifra di Torino capitale della cultura dovrà
essere consolidata ulteriormente anche nei prossimi anni sia attraverso la
valorizzazione del patrimonio artistico e museale, sia attraverso una programmazione
di eventi affiancando all'offerta
culturale una concreta offerta turistica fatta di eventi sportivi, spettacoli
musicali pop, in modo da richiamare flussi ampi di visitatori. In questa
chiave Expo Milano 2015 deve costituire una grande occasione anche per
Torino.
E al tempo stesso sono mature le condizioni per fare della
cultura una leva strategica per la riqualificazione dell'intero territorio
cittadino e anche delle aree più periferiche, con la programmazione di eventi,
rassegne, mostre allocate non solo più nel centro della città, ma in ogni
circoscrizione e quartiere.
Rafforzando la cooperazione con il Ministero dei Beni
Culturali, Regione ed Enti Locali, Fondazione Torino Musei, RAI, Istituzioni Culturali
pubbliche e private, Fondazioni bancarie ed Atenei, si agirà perciò per:
- valorizzazione di Torino quale "città della musica", declinata in tutte le diverse espressioni musicali;
- potenziamento dell'offerta teatrale;
- rafforzamento della vocazione cinematografica della città, delle sue rassegne e delle attività di Film Commission, attraverso l'integrazione tra le attività del Museo del Cinema, dei festival e quelle di produzione e promozione;
- completamento del Museo Torino;
- potenziamento delle iniziative sulla creatività contemporanea, rafforzando la Gam e favorendo la collaborazione col Castello di Rivoli;
- integrazione
tra i musei e gli archivi;
- rilancio delle attività Rai: del suo centro di produzione - caratterizzandone la vocazione di polo specializzato nei programmi per i bambini e i giovani - dell'Orchestra Sinfonica Nazionale, del suo centro ricerche e delle sue strutture amministrative;
- realizzazione di un sistema integrato della Letteratura che rafforzi le eccellenze già presenti sul territorio (Salone del Libro, biblioteche) per poter rivendicare nella nostra città il Centro Nazionale del Libro;
- Torino
creativa: un progetto che valorizzi e promuova giovani artisti delle arti
visive, del design, della scrittura, dei nuovi media, della danza, del teatro e del cinema. E contemporaneamente di doti di un
sistema di accoglienza di giovani e di artisti di fama dal tutto il mondo;
- valorizzazione del Teatro di strada e dei Centri culturali di territorio;
- completamento della rete delle Biblioteche di quartiere quali nuovi centri di promozione culturale;
- promozione della creatività giovanile notturna - la "Movida" - e riqualificazione dei luoghi e del suo rapporto con il territorio;
- promozione di attività specifica di fund raising per la cultura.
A questo forte
investimento culturale corrisponderà un analogo impegno per la piena
valorizzazione della nuova vocazione turistica della Città.
D'intesa con categorie
economiche, Camere di Commercio, Torino Turismo, Sagat e Istituzioni e
operatori culturali si agirà per:
- promozione internazionale di Torino,
attraverso accordi di programma con Istituti Italiano di Cultura e ICE;
- realizzazione del nuovo Polo espositivo congressuale
sull'area OGR;
- accoglienza di eventi sportivi, musicali e ricreativi
che attraggano turisti italiani ed internazionali;
- organizzazione di un sistema ricettivo di accoglienza;
- potenziamento dei collegamenti aerei e ferroviari con un incremento delle rotte e delle frequenze dei voli
dall'aeroporto di Caselle, anche tramite l'avvio di una base low cost.
18. Torino, capitale della fraternità
Una città ha il dovere di essere comunitaria e di
realizzare condizioni di "fraternità", creando sedi, offrendo
servizi, contrastando ogni forma di solitudine e di marginalità mettendo in
campo attività di sostegno e di aiuto, strumenti di vicinanza e di prossimità.
E promuovendo la salute in tutte le politiche, in ogni fascia di età, in
entrambi i generi, in ogni ambiente di vita e di lavoro. Si deve dunque operare
affinché il tessuto sociale sia coeso nel rispetto dei bisogni fondamentali
delle persone e della famiglia. Una città come Torino deve porre tra le sue priorità la
tutela delle persone più fragili e lo deve fare non solo attraverso la
realizzazione di servizi ma anche attraverso azioni che promuovano diritti
sociali.
Tutto questo significa:
- innovare il sistema di welfare cittadino superando la logica assistenzialistica per promuovere quella di servizio che interviene attraverso politiche di prevenzione e di mediazione improntate a piani di zona e sviluppate tramite strategie di lavoro, di comunità e coordinamento con i territori;
- avviare interventi che favoriscano le famiglie, proseguendo sulla strada della domiciliarità, in particolare verso gli anziani;
- intervenire sul sistema tariffario a vantaggio soprattutto delle famiglie numerose e monogenitoriali, introducendo nuovi indicatori che tengano conto di tutti gli elementi che concorrono alla vita della famiglia;
- riconoscere pari diritti e servizi alle convivenze di fatto, eliminando ogni discriminazione basata sull'orientamento sessuale;
- ripensare l'assistenza economica, sperimentando approcci proattivi e strumenti innovativi;
- rilanciare, nell'ambito della disabilità e per le altre categorie di svantaggio, il tema delle clausole sociali e dell' inserimento lavorativo;
- aumentare la disponibilità di posti di residenzialità per anziani in città, favorendo il mantenimento di legami con il territorio e le famiglie;
- rafforzare e qualificare il rapporto con i soggetti che operano all'interno del welfare torinese e che lo sostengono con risorse umane e finanziarie, laici e religiosi, privati, di terzo settore o fondazioni, condividendo un autentico sistema integrato, ma anche una autentica comune progettualità;
- monitorare con attenzione i fenomeni legati a ciò che accade nei paesi che si affacciano sul mediterraneo, con un'attenzione particolare al tema dei rifugiati a cui la Città assicurerà lo status previsto dalle leggi.
Il
progressivo incremento della popolazione anziana, le trasformazioni della
struttura familiare, i flussi migratori, la mobilità interna che consegue alla
sempre maggiore flessibilità del lavoro hanno creato nuovi bisogni abitativi
che impongono tra l'altro il superamento di vecchie logiche che vedevano
nell'edilizia residenziale pubblica l'unica risposta comunale possibile al
fabbisogno abitativo emergente. Dobbiamo proseguire nel tentativo di coniugare
le tradizionali modalità d'intervento con la costruzione di un sistema
alternativo, orientato al mercato ed al coinvolgimento del privato sociale.
Occorre
pertanto:
- proseguire nel sostegno alla locazione attraverso il
potenziamento dell'immobiliare sociale comunale Locare;
- proseguire nei programmi che consentano di destinare gli
alloggi ERP in contesti di trasformazione urbana e nell'ottica del mix
sociale;
- rafforzare l'osservatorio sulla condizione abitativa a
Torino;
- attuare il piano comunale per il social-housing;
- lavorare di concerto ed integrare le azioni con i servizi
sociali per individuare le soluzioni più idonee ai bisogni abitativi dei nuclei
familiari;
- promuovere meccanismi di
acquisto della proprietà della casa dal momento dell'assegnazione degli
alloggi E.R.P..
19. Torino, capitale delle donne
I talenti e la soggettività delle donne torinesi sono un
giacimento di sapere, competenze, volontà che la città deve essere capace di
valorizzare.
Corrisponde a questo obiettivo la formazione di una giunta paritaria,
costituita per il 50% da donne. E questo stesso criterio sarà applicato alle
nomine negli enti di cui il Comune è azionista. Ma la valorizzazione del
talento delle donne richiede una azione politica continua:
- incentivazione all'occupazione femminile e all'imprenditorialità femminile;
- politiche di conciliazione che rendano compatibili lavoro e famiglia;
- politiche antidiscriminatorie per affermare in ogni ambito la parità di genere;
- promozione dei Centri antiviolenza;
- azioni prioritarie per l'integrazione
delle donne straniere;
- Piano Regolatore dei tempi della città.
20. Torino,
capitale dei diritti
Una città europea e avanzata deve promuovere la parità
effettiva dei diritti e delle opportunità per tutti, a partire
dall'accesso ai servizi abitativi, educativi, di welfare. La lotta a ogni
discriminazione basata sul genere, sull'identità e sull'orientamento sessuale
rientra ormai a pieno titolo nella cultura della nostra città che negli ultimi
anni si è dimostrata aperta e permeabile alle istanze della comunità Lgbt. Allo
stesso modo i diritti civili, in particolare quelli connessi alla realtà della
coppie di fatto, ai temi cosiddetti "eticamente sensibili" (dalla
maternità consapevole al testamento biologico) sono ambiti in cui le competenze
comunali, per quanto limitate, possono contribuire al progresso civile della
società.
Proseguire nel solco del
cammino avviato implica:
- dare seguito al riconoscimento delle persone che vivono in regime di convivenza di fatto, adeguando al riconoscimento delle famiglie anagrafiche basate su vincolo affettivo i regolamenti e i criteri di accesso ai servizi;
- promuovere, anche attraverso il Registro del Testamento Biologico, il più ampio spettro possibile delle scelte individuali rispetto alla conclusione della propria esistenza;
- consolidare la rete tra l'Amministrazione e il terzo settore per combattere ogni forma di discriminazione;
- rafforzare nelle scuole il lavoro di sensibilizzazione ed educazione ai diritti e alla parità;
- promuovere politiche e attività che contrastino omofobia e transfobia.
21. Torino e i nuovi cittadini
In questi quasi 30 anni di flussi migratori Torino è
diventata una città dalle identità plurali e diversificate, con un fenomeno
migratorio permanente, strutturale e consistente, che vede più di 128.000
stranieri residenti regolari e circa 8.000 neocittadini di origine non
italiana.
I nuovi torinesi appartengono a diversi target di
popolazione, non tutti necessariamente in situazione di esclusione sociale.
In particolare la seconda generazione è sempre più inserita
nel tessuto scolastico, sociale e lavorativo della città. I giovani immigrati
non sono solo un ponte tra mondi e culture diverse, ma rappresentano essi
stessi - con la loro presenza, con la loro consapevole partecipazione alla vita
della comunità - un indicatore significativo del livello di integrazione
raggiunto dall'intera cittadinanza.
Aumenta quindi il numero di cittadini immigrati che vivono
stabilmente a Torino, contribuiscono alla sua crescita, al suo arricchimento
economico e culturale e richiedono un riconoscimento di diritti e opportunità.
L'ingresso nella "fase adulta" dell'immigrazione
per Torino significa riconoscere che la città oggi ha identità plurali. E nel
pensare alla città di domani, si tratta di mettere in atto da subito percorsi
differenziati, flessibili, capaci di dare risposte ai bisogni plurali che i
cittadini - compresi i nuovi abitanti della città - esprimono.
Tutto ciò significa mettere in campo politiche attive di integrazione
multiculturale, promuovendo:
- conoscenza
della lingua italiana per evitare ogni forma di esclusione;
- accesso al lavoro
e tutela dei relativi diritti;
- integrazione
dei bambini e degli adolescenti;
- sostegno
all'integrazione delle donne straniere;
- valorizzazione dell'identità culturale di origine;
- diritto
all'esercizio del culto religioso, con particolare attenzione alle
comunità religiose perseguitate nella patria d'origine;
- forme di rappresentanza che
concorrano alla vita della città.
Naturalmente a questi diritti deve corrispondere
un'educazione all'integrazione e alla legalità che renda consapevole ogni
straniero che entrare e vivere nel nostro paese è un'opportunità e che da essa
discendono anche dei doveri, in primo luogo il rispetto delle leggi,
delle consuetudini, della cultura del paese in cui si è accolti.
22. Torino una città sicura
Vivere sicuri e senza paura è una normale e legittima
esigenza di ogni persona. E chi governa una città - quale sia il colore della
maggioranza politica - ha il dovere di garantire ai cittadini di essere
sicuri e sentirsi sicuri.
Per questo l'Amministrazione comunale considera una
priorità della sua azione amministrativa la sicurezza che - di intesa con il Comitato
Provinciale per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico - sarà perseguita attraverso:
- cooperazione con forze dell'ordine e magistratura;
- rafforzamento dell'azione dei Vigili Urbani, nel presidio del territorio cittadino, anche assegnando ad altro personale funzioni amministrative;
- estensione di sistemi tecnologici di sorveglianza, monitoraggio e controllo del territorio cittadino e dei luoghi critici;
- ricorso a progetti di volontariato civico per la vigilanza di scuole, ospedali, parchi;
- rafforzamento del pattugliamento notturno;
- potenziamento dell'illuminazione cittadina;
- contrasto
allo spaccio di droga e ai traffici illeciti;
- piano per la sicurezza stradale.
Al tempo stesso la sicurezza richiede di essere perseguita anche agendo sul fronte sociale:
- programmi di contrasto alla marginalità
ed alla povertà;
- promozione di attività aggregative di quartiere (sportive, musicali, culturali);
- politiche per l'integrazione dei residenti stranieri e delle loro comunità;
- programmi
di riqualificazione delle periferie;
- contrasto al gioco d'azzardo, specialmente alla dipendenza cronica in fasce di popolazione debole;
- programmi di prevenzione dell'alcolismo;
- attuazione del "Protocollo Nomadi" concordato con il Ministero degli Interni, Regione, Provincia ed Enti Locali assicurando alla popolazioni Rom i diritti riconosciuti dalle leggi e dalle Convenzioni internazionali.
Ma
sicurezza significa anche rispetto della legalità, osservanza delle
leggi, trasparenza delle decisioni, rispetto dei cittadini, primato del bene
comune. Sono valori che si sono allentati anche nella nostra Città, ove si sono
manifestati anche fenomeni preoccupanti di inquinamento della vita economica,
politica e delle istituzioni.
Anche
l'Amministrazione Comunale ha il dovere di assumere la legalità come criterio
ispiratore dei suoi atti, con politiche che operino per:
- contrasto ad ogni forma di
illegalità individuale o organizzata;
- emersione del lavoro nero è sommerso e il rispetto delle
norme in materia di sicurezza del lavoro;
- trasparenza delle procedure amministrative e la loro
imparzialità;
- merito come criterio principale nelle procedure di
assunzione;
- adozione di procedure
d'appalto che evitino, con una puntuale verifica della congruità, gli abusi
dell'offerta al massimo ribasso;
- lotta alla contraffazione
e all'abusivismo commerciale;
- istituzione del Difensore civico e del consumatore.
23. Il commercio,
risorsa e servizio per i cittadini
La
rete commerciale è una delle risorse fondamentali della città, un autentico
tessuto connettivo di servizi ed attività economiche che sono
contemporaneamente ricchezza sociale e patrimonio imprenditoriale.
C'è
bisogno perciò di un impianto organizzativo ed istituzionale solido, capace di
offrire certezza nelle informazioni, trasparenza ed efficacia amministrativa,
un adeguato accompagnamento e sostegno delle capacità di investimento.
L'amministrazione
deve impegnarsi perchè dalla rete commerciale vengano garantiti standard di
qualità adeguati e contemporaneamente continuare ad adeguare il proprio
sistema di regole, affinché le trasformazioni che investono questo settore non
creino squilibri ed affinché l' offerta per i torinesi possa ancora
migliorare.
Si
agirà perciò per:
- potenziamento dello Sportello Unico per le Attività
Produttive, per garantire alle imprese un servizio efficiente e veloce;
- nuovo Piano Regolatore dei Mercati, che consenta la
revisione dell'attuale sistema dei mercati, ne valorizzi il carattere di
servizio di prossimità ai cittadini, riorganizzi i regimi degli orari;
- affidamento del diritto
di superficie per la realizzazione del nuovo Mercato
Ittico;
- programma di valorizzazione dell'aerea mercatale di Porta
Palazzo e sperimentazione dell'autorità unica di ambito;
- promozione delle vie di grande flusso commerciale;
- una nuova politica degli orari delle attività
commerciali nell'area metropolitana;
- revisione dei regolamenti comunali sul commercio, per un
loro aggiornamento ed una loro semplificazione;
- promozione di eventi di forte attrattività commerciale;
- sostegno ai Gruppi di acquisto.
24. Torino, città dello sport
Lo sport praticato a tutti i livelli,
agonistico e dilettantistico, è un rilevante fattore di aggregazione, di
coesione sociale, di integrazione.
Torino
vanta una tradizione sportiva di eccellenza e i Giochi Olimpici Invernali sono
stati l'occasione non solo per portarla sulla ribalta internazionale ma anche
per riaffermare il valore dello sport, per dotarla di nuovi impianti utili ad
ospitare attività sportive a livello agonistico, così come lo sport di base e
dei grandi eventi. Tutto nella direzione della realizzazione di un "sistema
sportivo cittadino" in grado di soddisfare in modo trasversale sia
tutti coloro che già fanno sport, sia di attirare nuovi, futuri praticanti.
D'intesa
con istituzioni scolastiche, enti di promozione sportiva, associazionismo e
federazioni di categoria e società sportive si opererà per:
- promozione di attività sportive nelle scuole;
- promozione delle attività sportive per giovani under 15,
over 60 e persone disabili;
- Piano Regolatore dello sport, per la pianificazione dell'utilizzo
degli impianti, legato anche alla funzione sociale della pratica sportiva;
- realizzazione di un sistema di "palestre all'aperto"
in area verdi e parchi;
- ottimizzazione delle strutture sportive cittadine
(Stadio, Palaghiaccio, Piscine).
25. Torino, al servizio di cittadini
Tutte queste sfide hanno bisogno di essere sostenute da una macchina
comunale efficiente. Essa è stata oggetto, in questi anni, di un forte
processo di razionalizzazione (meno 1000 unità di organico nell'ultimo
quinquennio pur in presenza di un incremento netto dei servizi resi ai
cittadini) e di un contestuale processo di sviluppo e di valorizzazione delle
risorse umane.
La delicata fase dell'economia nazionale e la richiamata
esigenza di contenimento della spesa corrente, pongono
oggi il sistema organizzativo di fronte a nuove priorità:
- promozione
e sviluppo dei servizi online in ogni settore e procedura dell'attività
comunale;
- concentrare la presenza delle professionalità comunali sulle funzioni collegate direttamente all'erogazione di servizi della Città, rafforzando la formazione per elevarne i livelli di cultura professionale;
- insistere sul percorso della certificazione
di qualità dei servizi che, anche a livello nazionale,ha fatto della nostra
Città un punto di riferimento fra le eccellenze gestionali;
- estendere
il sistema della revisione delle procedure di lavoro ad un indifferibile
processo di revisione e di perequazione dei carichi di lavoro, attraverso la
concertazione con le organizzazioni sindacali;
- responsabilizzare
la dirigenza comunale, che ha dato prove di eccellenza negli anni dello
sviluppo tumultuoso, sul processo di riconversione e di riqualificazione per
potenziare le professionalità esistenti con la dimensione dell'efficienza e
dell'integrazione organizzativa, e dell'uso, intensivo e intelligente, del
grande patrimonio informatico della Città;
- promuovere
la semplificazione di atti, procedure, licenze, concessioni e unificare
il front-line con cittadini e imprese;
- innestare percorsi trasparenti nelle collocazioni e nelle
procedure di valutazione dei dipendenti, mentre sarà da considerarsi un
possibile accorpamento di settori similari orientando la consistenza del
personale adibito in relazione all'importanza che l'Amministrazione può dare singolarmente
ad ognuno di essi.
26. Nel cambiamento il futuro
Torino
è profondamente cambiata perché c'è stata una classe dirigente all'altezza
delle sfide da affrontare, che ha capito che solo col cambiamento si poteva
rispondere alla crisi delle vecchie certezze del passato e al venir meno di
quei punti di forza su cui era basato lo sviluppo e il senso d'identità della
città.
Si
tratta di proseguire nello stesso cammino, sapendo che nella società mobile e
fluida della globalizzazione il mondo è in continua tumultuosa trasformazione
ed è indispensabile agire con lo stesso dinamismo, la stessa apertura al nuovo,
la stessa capacità di rischiare, osare, cambiare.
E'
dunque questa la cifra con cui ci proponiamo di governare la città: essere
soggetti attivi di cambiamento e di trasformazione per offrire a
quanti vivono e crescono a Torino più opportunità e nuove occasioni,
mettendo così ciascuno nella possibilità di vedere realizzate le proprie
aspirazioni di vita.
Ci muove una unica forte ambizione: agire per il bene di
Torino e far sì che ogni torinese pensi di vivere nella più bella città del
mondo e chi torinese non è pensi che sarebbe bello per lui poter vivere nella
nostra città.
Il Sindaco
Piero Fassino
Torino, 13 luglio 2011
In originale firmato:
IL SEGRETARIO
Penasso
IL PRESIDENTE
Ferraris