Consiglio Comunale

 

2009 08486/002

 

 C I T T À  D I  T O R I N O

 

MOZIONE  N. 70

 

Approvata dal Consiglio Comunale in data 30 novembre 2009

 

OGGETTO: COLLEGATA ALLA DELIBERAZIONE (MECC. 2009 05739/019) "RIORDINO PRESTAZIONI DOMICILIARI SOCIALI E SOCIO-SANITARIE. RECEPIMENTO D.G.R. N. 39-11190 DEL 6 APRILE 2009".

 

          "Il Consiglio Comunale di Torino,

 

PREMESSO CHE

 

-        lo schema di deliberazione n. mecc. 2009 05739/019 che ha per oggetto "Riordino delle prestazioni domiciliari sociali e sociosanitarie" è finalizzato sia al recepimento della deliberazione Giunta Regionale 39-11190 del 6 aprile 2009 sia alla messa a punto dell'attuale sistema della domiciliarità così come si è configurato a partire dalla deliberazione del Consiglio Comunale del 26 settembre 2005 (mecc. 2005 05648/019) e dalla successiva sperimentazione;

-        l'insieme delle prestazioni domiciliari della Città di Torino rappresenta un importante intervento rivolto a costruire un sistema integrato tra più soggetti (Comune, ASL, famiglie, fornitori accreditati) per la cura presso il proprio domicilio delle persone non autosufficienti, sia anziani sia disabili, ma anche minori; tale sistema ha la potenzialità di avvicinare la nostra Città ai più evoluti modelli europei di assistenza domiciliare, nei quali la responsabilità e la gestione sono pubblici;

-        la caratteristica saliente del sistema torinese è quella di predisporre PAI (Progetti Assistenziali Individualizzati) modulati a seconda delle esigenze della persona, delle sue condizioni economiche e dell'esistenza o meno di un nucleo familiare o relazionale coinvolto nelle cure; tale progettazione vede coinvolti il sistema sanitario e i servizi sociali in relazione con le/gli utenti e le loro famiglie e con la rete dei fornitori accreditati;

 

CONSIDERATO CHE

 

-        la caratteristica peculiare del sistema viene dunque fatta consistere nella flessibilità con cui vanno predisposti e attuati i singoli progetti, ma tale flessibilità può rischiare di confliggere sia con la complessità delle regole che si vanno progressivamente costruendo per circoscrivere ruoli e responsabilità delle figure della cura (assistenti familiari, OSS pubbliche e private, familiari, affidatari) sia con le rigidità e complessità di requisiti e procedure dei percorsi per l'accesso;

-        uno degli aspetti più difficili da definire è la cosiddetta "regia" del PAI, in quanto nella concreta pratica dell'assistenza domiciliare emerge che questa, intesa come momento di ricomposizione quotidiana e di verifica concreta del progetto in atto, può essere gestita sia dai familiari sia dal/la OSS del fornitore accreditato, a seconda delle situazioni, mentre la/il OSS istruttrice/istruttore pubblico/a svolge le funzioni di monitoraggio;

-        le funzioni ed il ruolo della famiglia sia nella definizione ed accettazione del PAI sia come soggetto delle "Cure familiari" rimangono, secondo quanto evidenziato, fra gli altri, dalle associazioni degli utenti, insufficientemente riconosciuti, in quanto, pur presupponendo la funzione insostituibile della famiglia nella definizione ed accettazione del PAI, la deliberazione esclude, a differenza delle norme nazionali vigenti, che ai parenti entro il IV grado possano essere affidati compiti di assistenza familiare, e dall'altro lato indica requisiti molto stretti per poter accedere ai rimborsi spese previsti per le cure familiari; il "volontariato intrafamiliare", solitamente svolto da donne, rischia infatti di perpetuare il mancato riconoscimento economico e sociale del lavoro di cura femminile nella famiglia;

-        la definizione della funzione e del ruolo del/la OSS del fornitore accreditato è stata oggetto di valutazioni molto differenti da parte del mondo della cooperazione e da parte del mondo dell'associazionismo che rappresenta le/gli utenti; attualmente è stato escluso l'obbligo di inserimento nei PAI di due ore settimanali di OSS e si è demandata la valutazione sulla eventuale necessità di tale prestazione alla UVG;

-        in relazione a quanto sopra, viene infatti osservato che le OSS non hanno l'idoneità professionale per interventi di tipo sanitario sulle persone colpite da patologie invalidanti e da non autosufficienza in quanto per l'accertamento della adeguatezza delle cure domiciliari e l'eventuale necessità di visite specialistiche occorre un controllo medico o infermieristico;

-        per le assistenti familiari si sta cominciando solo ora a pensare percorsi di formazione;

-        emerge inoltre la necessità di prevedere il coinvolgimento del medico di medicina generale nel percorso di domiciliarità;

 

VERIFICATO CHE

 

-        nonostante le numerose sedute del Tavolo Misto Partecipato e della IV Commissione Consiliare, molte delle questioni di cui sopra non sono state risolte, mentre le numerose osservazioni tecniche provenienti dalle Circoscrizioni 4, 6, 9 e 10 hanno potuto essere accolte solo in misura molto limitata, non perdendo per questo la loro valenza di indicatori di criticità; ricordiamo che il parere delle Circoscrizioni 1, 3, 5, 6, 7, 8 e 10 è favorevole, mentre quello delle Circoscrizioni 4 e 9 è condizionato;

-        rimangono indecise alcune questioni specifiche, tra le quali si indica come particolarmente rilevante la contribuzione dei familiari anche non conviventi per gli anziani autosufficienti, relative anche agli inserimenti residenziali:

-        a tale proposito le associazioni degli utenti fanno notare che le contribuzioni dei parenti non conviventi sono in contraddizione con le leggi vigenti, in particolare l'articolo 25 della Legge 328/2000;

-        analoga osservazione è stata formulata dalla Circoscrizione 4 (punto b);

-        le controdeduzioni illustrate dall'Assessorato all'osservazione della Circoscrizione 4 (punto b) rinviano ad un successivo provvedimento e rilevano la necessità di un pronunciamento regionale in materia;

-        la predisposizione delle "Specifiche per l'utilizzo delle prestazioni domiciliari a favore di persone con disabilità, minori e loro famiglie" (allegato 3 alla deliberazione in oggetto), che pure prevedono l'importante possibilità di interventi economici per il mantenimento a domicilio delle persone con handicap intellettivo e limitata o nulla autonomia, appare tuttavia anch'essa bisognosa di ulteriore verifica e messa a punto in quanto non vi sono sufficienti elementi o condivisione a proposito di questioni rilevanti, tra cui in particolare si segnalano:

-        il fatto che sono attualmente allo studio degli assessorati regionali al Welfare e alla Sanità sia le modifiche ed integrazioni alla DGR 39-11190 del 6 aprile 2009 per quanto riguarda l'estensione del contributo economico a sostegno della domiciliarità per la lungo assistenza a persone con disabilità non autosufficienti con età inferiore a 65 anni sia le nuove Unità Multidisciplinari di Valutazione della Disabilità;

-        la non condivisione da parte di diversi soggetti dell'ipotesi di utilizzo di fornitori esterni, pur in subordine alla disponibilità di personale comunale, nella gestione degli interventi in presenza di provvedimenti delle Autorità Giudiziarie Minorili, e l'introduzione delle figure di "Istitutore" o "Baby sitter" nei PAI elaborati in favore di minori;

-        la necessità di prevedere per i minori disabili in fascia alta C in situazioni sanitarie complesse che prevedano l'uso di macchinari, il ricorso a personale di assistenza specificamente formato dalla struttura ospedaliera; a tale proposito le controdeduzioni alle osservazioni presentate dalla Circoscrizione 9 rilevano la necessità di indicazioni regionali circa le figure professionali che possono usare macchinari complessi;

-        la definizione dei criteri per la attivazione dei progetti di Vita Indipendente, che viene rinviata a successivo provvedimento del Consiglio Comunale;

-        molteplici soggetti hanno sottolineato come le procedure per l'accesso e la definizione dei PAI risultino faticose, in particolare per quanto riguarda la compilazione del DSE e per la mancanza di una chiara visione da parte delle/gli utenti dell'offerta e delle tappe del percorso;

-        inoltre i tempi di istruttoria e di erogazione degli assegni appaiono piuttosto lunghi e non precisamente prevedibili da parte degli utenti: questo comporta che le famiglie possano voler optare per la residenzialità, invece che per la domiciliarità, al fine di evitare di farsi carico dei costi (non solo economici) in attesa dell'attivazione del PAI;

 

RITENUTO

 

che l'approvazione della deliberazione in oggetto debba prevedere un approfondimento qualitativo in relazione ai nodi indicati, non solo attraverso la prosecuzione dei lavori del Tavolo Misto Partecipato e dei lavori della IV Commissione, ma anche attraverso una specifica ricerca/azione che, prendendo in considerazione un congruo numero di casi concreti, sia in grado di indicare i correttivi da apportare nella successiva verifica della deliberazione che va prevista entro al massimo un anno dalla sua applicazione;

 

IMPEGNA

 

Il Sindaco e la Giunta:

1)      a definire una verifica integrata del sistema delle prestazioni domiciliari sia attraverso il monitoraggio previsto dalla deliberazione della Giunta Regionale 39-11190 del 6 aprile 2009 sia attraverso l'approfondimento del confronto nel Tavolo Misto Partecipato (presso il quale appare necessaria l'individuazione e ridefinizione del ruolo delle associazioni) e nella IV Commissione Consiliare sia attraverso una ricerca/azione che, attraverso il monitoraggio e lo studio di un congruo numero di casi concreti, sia in grado di individuare, sulla base di un'analisi qualitativa, le criticità specifiche delle differenti "casistiche" e tipologie di intervento (assistenza domiciliare, cure familiari, affidamento) e sia in grado di proporre gli opportuni correttivi nel contesto della prossima verifica della deliberazione da prevedere entro un anno dalla sua applicazione;

2)      ad integrazione di quanto previsto dalla deliberazione, ad attivare le seguenti azioni:

-        concordare con le ASL TO1 e TO2, in attesa di un accordo regionale con i medici di medicina generale, la comunicazione scritta al medico di medicina generale della attivazione delle cure domiciliari, in quanto l'assenza della figura del medico di base nella costruzione e gestione del PAI appare una criticità segnalata da molteplici soggetti;

-        riesaminare e demandare a successivo provvedimento del Consiglio Comunale, la richiesta delle associazioni degli utenti in merito alla possibilità di affidare a parenti ed affini, ad esclusione del coniuge, l'incarico di assistente familiare con regolare assunzione;

-        garantire il rispetto dei tempi di decorrenza dell'assegno per le domande autorizzate alla spesa, al fine sia di rassicurare i familiari, ed evitare che si orientino al ricovero in struttura per non dover affrontare i costi dell'assistenza in attesa della attivazione del PAI, sia di offrire a tutte/i le/i cittadine/i le medesime condizioni e certezza dei tempi;

-        dedicare particolare attenzione, nella ricerca/azione di cui sopra, alle "Cure familiari" al fine di comprendere ed articolare concretamente le condizioni dell'impegno di cura delle/i familiari, darne una lettura di genere e prevedere azioni finalizzate a un effettivo riconoscimento di tale impegno dal punto di vista economico e sociale;

-        rendere attivo e pubblicizzare lo Sportello Unico Socio Sanitario nella Città di Torino, previsto dalla deliberazione della Giunta Regionale 55-9323 del 28 luglio 2008, come luogo privilegiato di programmazione, integrazione, coordinamento, comunicazione della rete dei servizi socio sanitari, che operi in necessario collegamento con i Piani di Zona, il Piano Regolatore Sociale e con il percorso di definizione dei PePS (Piani e Profili di Salute);

-        predisporre un foglio informativo da consegnare al primo contatto alle/i cittadine/i per rendere trasparenti e comprensibili le caratteristiche dell'offerta, il percorso dell'accesso e della attuazione dei PAI con i tempi previsti per ogni passaggio;

-        distinguere già al primo contatto i casi delle/i cittadine/i che risultino con evidenza non in possesso dei requisiti per l'integrazione da parte del Comune al fine di evitare ad esse/i la compilazione del DSE (Dichiarazione Sostitutiva di Situazione Economica) ed indirizzarli immediatamente ai passi successivi nel percorso di accesso;

-        informare tempestivamente le/gli operatrici/ori e le/i cittadine/i con PAI già attivi della non obbligatorietà delle due ore settimanali di OSS e della possibilità di modificare il PAI in essere al momento del rinnovo del PAI stesso;

-        curare le condizioni di lavoro delle/i dipendenti pubbliche/i titolari delle "cartelle" sia attraverso una adeguata formazione, al fine di garantire interlocutori competenti alle/gli utenti, sia attraverso la definizione del numero massimo di "cartelle" affidate ad ogni singola/o operatrice/ore, per garantire qualità e tempestività del servizio;

-        predisporre percorsi formativi per le assistenti familiari;

-        snellire e semplificare le procedure, sia quelle interne al servizio sociale comunale, accogliendo i suggerimenti delle/gli operatrici/ori, sia quelle da espletare da parte delle/i cittadine/i, in particolare la compilazione del DSE e la consegna di tutta la documentazione necessaria, attraverso la attivazione di un Gruppo di lavoro temporaneo per la Semplificazione delle Procedure che si occupi di raccogliere, sistematizzare e proporre i suggerimenti in merito provenienti dal Tavolo Misto Partecipato, dalla IV Commissione Consiliare, dai Servizi Sociali Territoriali, dai Servizi Sanitari e dalle/gli utenti."