Sono presenti nell'aula consiliare del Centro Civico in Via Saccarelli 18,
oltre al Presidente ALUNNO Guido i Consiglieri: ANTONELLI Roberto, CAPUTO
Valentina, CAVALLARI Paolo, CLARICI Laura, CARTELLA Ferdinando, CERRATO Claudio,
CAVONE Nicola, COLLURA Anna Maria, DEL BIANCO Marianna, DOMINESE Stefano,
FONTANA Marco, LAVECCHIA Felice, LAZZARINI Massimiliano, MAFFEI Maurizio, NOVO
Valerio, PEPE Annunziata, PUGLISI Ettore, RABELLINO Renzo, Davide TROIANO,
VALLE Mauro.
In totale n. 21 Consiglieri
OGGETTO: C.4 PARERE (ARTT. 43 E 44 DEL REGOLAMENTO DEL DECENTRAMENTO)
AVENTE AD OGGETTO " ECOMUSEO URBANO DELLA CITTA' DI TORINO - UNA CARTA PER IL
PATRIMONIO CULTURALE URBANO - APPROVAZIONE"
Il Presidente Guido Alunno,
di concerto con il Coordinatore della V Commissione Stefano Dominese,
riferisce.
Con nota del 21 ottobre 2008 prot. n.7014,
l’Assessorato alla Cultura e al 150° dell’Unità
d’Italia ha invitato la Circoscrizione ad esprimere il proprio parere di
competenza in merito alla proposta di deliberazione del Consiglio Comunale con
oggetto “
Ecomuseo Urbano della Città di Torino – Una carta
per il patrimonio culturale urbano – Approvazione”.
La
predetta deliberazione mette in evidenza le motivazioni che hanno portato la
Città a dotarsi di una Carta per il patrimonio culturale urbano,
esemplifica cosa si intende per patrimonio culturale e quali sono le azioni
per preservare tale patrimonio. Il titolo II della predetta Carta dà una
definizione di Ecomuseo Urbano di Torino, spiega quali sono la sua missione, le
sue finalità, le sue funzioni, i suoi attori, il suo funzionamento, i
suoi strumenti, le sue attività, il suo patrimonio e il suo bilancio.
La deliberazione sopra richiamata è di seguito
riportata:
“L'assetto generale delle competenze della Pubblica
Amministrazione, delineato dal Titolo V della parte II della Costituzione,
assegna ai Comuni funzioni e compiti assai più ampi di quelli che essi
hanno tradizionalmente esercitato. Le responsabilità dei Comuni sono
estese, oltre alla gestione del proprio patrimonio e dei propri istituti
culturali, all'insieme delle funzioni amministrative "che riguardano la
popolazione e il territorio comunale, precipuamente nei settori organici dei
servizi alla persona e alla comunità, dell'assetto ed utilizzo del
territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente
attribuito ad altri soggetti dalla legge
statale o regionale, secondo le
rispettive competenze", come prevede l'articolo 13 del D.Lgs 267/2000. Numerose
competenze vengono inoltre attribuite agli Enti Locali in tema di
valorizzazione, nel quadro della legislazione regionale vigente e il cui
coordinamento, armonizzazione e integrazione delle attività è
oggetto di accordi su base regionale, tra Stato, Regione e Enti pubblici
territoriali (articolo 112 comma 4 D.Lgs. n. 42/2004 "Codice dei beni culturali
e del paesaggio") al fine di definirne gli obiettivi, i tempi e le
modalità d'attuazione, oltre alle modalità di
gestione.
L'Ecomuseo Urbano della Città di Torino è stato
istituito con deliberazione della Giunta Comunale dell'8 giugno 2004 (mecc. 2004
04367/026). Il progetto, il cui coordinamento è stato affidato al Settore
Educazione al Patrimonio Culturale, prevedeva la costituzione di un gruppo di
lavoro interdivisionale, con la partecipazione di dirigenti e funzionari di vari
Settori e l'avvio in fase sperimentale sul territorio delle tre Circoscrizioni
cittadine (5, 6, 9) dalle quali giungevano maggiori sollecitazioni grazie alle
attività di tutela e valorizzazione del patrimonio storico e culturale,
che le associazioni, i centri di documentazione, i gruppi di ricerca e le scuole
presenti sul piano locale stavano realizzando.
L'idea di creare un museo
non propriamente tradizionale e circoscritto all'interno di uno spazio
delimitato ma "diffuso" sul territorio e fondato non tanto su mere collezioni,
quanto su attività, corrispondeva all'intento di soddisfare una triplice
esigenza. In primo luogo, negli ultimi anni si è assistito ad una
crescente crisi vocazionale dei musei come istituzioni educative al servizio
della società: infatti, per realizzare la loro funzione educativa - ma
più semplicemente potremmo dire per "vivere" - essi devono indirizzarsi a
più pubblici ed estendersi ad altri spazi non "musealizzati", transitando
verso la nozione più estesa di educazione al patrimonio culturale.
In secondo luogo, in questi anni la Città di Torino, ben
più di altre, ha vissuto profonde trasformazioni sociali ed urbanistiche,
con l'inevitabile rischio di vedere perdute memorie collettive condivise, un
passato nel quale si sono riconosciuti i torinesi di varie generazioni e che
deve essere tutelato anche per creare un nuovo senso di appartenenza per i
torinesi presenti e futuri. Da ultimo, la considerazione che in città non
vi erano musei nei quali fosse rappresentata la storia di un passato sì
recente, ma non per questo meno importante, quello del Novecento.
Creare
un ecomuseo a Torino è stato uno strumento adatto alle finalità
ora espresse. Una sfida, per la complessità del contesto, laddove
esistono più territori e più comunità (che vanno al di
là delle suddivisioni amministrative secondo il criterio circoscrizionale
e spesso anche oltre i quartieri tradizionali); più "habitat" umani
(donde il suffisso - eco), ben distanti dalle realtà rurali
o montane
cui molti ecomusei fanno riferimento. Una sfida per il tentativo di stimolare la
produzione culturale (dai singoli cittadini, dalle scuole o dalle associazioni
locali), per non dire la tutela attiva e partecipata del patrimonio che si sente
"comune".
Ma l'Ecomuseo Urbano di Torino non può prescindere da
un più vasto contesto che è quello della rete regionale degli
ecomusei. Ricordando che la Regione Piemonte è stata la prima a dotarsi
di una normativa in materia ecomuseale (Legge Regionale n. 31 del 14 marzo 1995,
modificata con Legge Regionale n. 23 del 17 agosto 1998), giova menzionare il
Protocollo d'Intesa che la Città di Torino ha firmato con la Regione
stessa (approvato con deliberazione della Giunta Comunale mecc. 2004
12269/026), creando una forte collaborazione ed un'unione di sinergie ed
esperienze. A tal proposito, la Città ha prontamente attivato la
richiesta di riconoscimento fra il novero degli ecomusei regionali, e, con
lettera n. 24171721/5 del 19 dicembre 2006, ns. prot. n. 103 dell'8 gennaio
2007, la Regione Piemonte ha comunicato l'approvazione da parte del Comitato
Scientifico per gli Ecomusei, dei requisiti richiesti all'EUT per il
riconoscimento regionale, con la trasmissione della documentazione al Consiglio
Regionale che formalizzerà il riconoscimento
stesso.
Successivamente, con deliberazione della Giunta Comunale del 29
maggio 2007 (mecc. 2007 03148/026), è stata approvata la formazione di un
gruppo di lavoro interdivisionale con compiti di raccordo e supporto alla
realizzazione e allo sviluppo del progetto di "Ecomuseo urbano" affidandone le
funzioni di coordinamento tecnico al Settore Educazione al Patrimonio Culturale.
Primo compito del gruppo di lavoro era redigere, attraverso il metodo
deliberativo e la partecipazione degli abitanti, una Carta per il patrimonio
culturale urbano che orientasse le attività dell'EUT e ne definisse, dopo
tre anni di sperimentazione, missione, finalità e forme gestionali
più idonee.
L'Ecomuseo Urbano di Torino è nato e si
è sviluppato in questi anni grazie agli stimoli, le proposte e la
progettualità di decine, oggi centinaia, di cittadini torinesi e si
propone come strumento per una pratica partecipata di salvaguardia del
patrimonio culturale (materiale e non materiale), espressione di una
comunità locale nella prospettiva dello sviluppo sostenibile; si fonda su
una logica federativa secondo i principi della prossimità e della
sussidarietà.
La promozione dei processi di tutela attiva del
patrimonio culturale, attraverso il sostegno alle istanze di partecipazione
delle persone e l'applicazione dei principi della democrazia deliberativa,
rientrano appieno tra le sue finalità; la responsabilità civica
costituisce infatti uno dei pilastri su cui si basa l'impianto del progetto.
Nell'ultimo anno il gruppo di lavoro interdivisionale ha integrato le proprie
attività con una serie di incontri aperti alla cittadinanza conclusi con
la
elaborazione finale di un testo denominato Carta per il Patrimonio
Culturale Urbano, una dichiarazione programmatica, uno strumento per condividere
le scelte sulla tutela e sulla valorizzazione del patrimonio culturale cittadino
individuandone - insieme - le forme e i modi.
Essa si compone di due
titoli: il Titolo I "Il Patrimonio Culturale" nel quale si esprime il
significato di patrimonio culturale e la necessità della sua
preservazione e custodia e il Titolo II "L'Ecomuseo Urbano di Torino" quale
strumento per l'organizzazione e la messa in pratica dei principi indicati nel
Titolo I, una guida per orientarne le attività, un passaggio obbligato
per ripensare la sua missione in un confronto aperto con la
collettività”
Questa Circoscrizione condivide le
motivazioni che hanno portato la Città a dotarsi di una Carta per il
patrimonio culturale urbano e i suo contenuti e soprattutto riconosce che
è il frutto di un lungo percorso, durato quasi un anno, che ha visto
coinvolti diversi attori (collaboratori dei vari centri di interpretazione,
funzionari del Comune di Torino, volontari del Servizio Civile Nazionale,
cittadini, sia come singoli, sia come membri di associazioni, studenti
interessati all’argomento); pertanto si riconosce che la Carta è
stata “messa insieme” secondo le logiche e le pratiche della
partecipazione durante incontri aperti a tutti e realizzati in collaborazione
con le Circoscrizioni cittadine aderenti all’Ecomuseo Urbano.
Anche in
linea con il lavoro svolto si ritiene che debba essere maggiormente esplicitato
il ruolo dell’ente decentrato per riconoscere appieno il contributo delle
circoscrizioni a quanto già realizzato e allo sviluppo futuro.
Tutto ciò premesso, questa Circoscrizione ritiene di esprimere sulla
proposta di deliberazione sopra richiamata
parere favorevole, ma
evidenzia la necessità di una nuova formulazione dell’art.11 della
Carta , prevedendo che le risorse economiche destinate all’EUT vengano
ripartite in sede di Comitato di Coordinamento del Decentramento.
Il
parere in questione è stato discusso nel corso della seduta della V^
Commissione tenutasi in data 27 Novembre 2008.
Tutto ciò
premesso,