Consiglio Comunale
2004 09433/002
OGGETTO: BREVETTI DI SOFTWARE.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
- l'art. 52 della
Convenzione Europea dei Brevetti, l'art. 12 della legge italiana
sui brevetti, così come le norme nazionali degli altri
Stati membri dell'Unione Europea, vietano la brevettazione dei
software in quanto tali;
- l'Ufficio Europeo dei Brevetti
ha rilasciato negli ultimi anni oltre 30.000 brevetti di software
adottando una interpretazione restrittiva del divieto di brevettare
software previsto dall'art. 52 della Convenzione Europea dei Brevetti;
- mentre la giurisprudenza di alcuni
Stati europei ha ammesso la brevettabilità del software,
la giurisprudenza della maggioranza degli Stati dell'Unione Europea,
tra i quali l'Italia, continua a ritenere un'interpretazione delle
norme più aderente alla lettera delle stesse e non ammette
i brevetti di software;
- nel tentativo di armonizzare il
quadro normativo, la Commissione dell'Unione Europea, il 20 febbraio
2002 presentava una proposta di direttiva del Parlamento Europeo
e del Consiglio relativa alla brevettabilità delle
invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici (n. Com
(2002) 92 definitivo) che, nella sua formulazione originaria,
ammetteva la brevettabilità dei software. Il Parlamento
dell'Unione Europea, il 24 settembre 2003, votava degli emendamenti
che modificavano profondamente l'impianto della proposta della
Commissione, disegnando un quadro normativo nel quale si chiariva
il divieto di brevettare i software;
- l'adozione della Direttiva avviene
attraverso procedura di codecisione, che prevede la partecipazione
ed il voto sia del Parlamento che del Consiglio;
- il 17 maggio 2004 il Consiglio
dell'Unione Europea esprimeva accordo politico su una posizione
comune con la quale si approvava un testo della Direttiva che
azzerava il risultato del voto democratico espresso dal Parlamento
Europeo;
- successivamente, dietro pressione
del proprio Parlamento nazionale, l'Olanda ritirava la propria
dichiarazione di voto nel Consiglio Europeo, seguita anche dall'Estonia;
- Il Consiglio Comunale
con mozione del 10 febbraio 2003 (mecc. 2002 09590/002) dal titolo
"Software libero" ha preso atto del fenomeno del software
libero;
- lo scorso 17 maggio 2004, il Governo
Italiano, non ha votato a favore del testo di Direttiva approvato
dal Consiglio dell'Unione Europea;
- nel corso del
dibattito in Assemblea Plenaria che ha preceduto il voto del 24
settembre 2003, molti tra i Parlamentari che hanno preso la parola
riconoscevano il valore sociale della grande partecipazione popolare
ed interesse che i lavori di questa direttiva hanno suscitato;
- l'art. 27, I comma della Carta
Universale dei Diritti dell'Uomo stabilisce che "ogni individuo
ha il diritto di partecipare liberamente alla vita culturale della
comunità, di godere delle arti e di partecipare del progresso
scientifico e dei benefici che da questo risultino";
- il fondamentale diritto umano è
ribadito dall'art. 15 del Patto Internazionale dei Diritti Economici,
Sociali e Culturali;
- la Sottocommissione per la Promozione
e Protezione dei Diritti Umani dell'Alto Commissariato delle Nazioni
Unite per i Diritti Umani con Risoluzione 2000/7 e Risoluzione
2001/21 ed il Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali
con la dichiarazione sui Diritti Umani e la Proprietà Intellettuale
del dicembre 2001 resa in occasione della conclusione della sua
27a sessione, confermano che il diritto dei brevetti deve essere
limitato dall'interesse pubblico e deve rispettare i Diritti Umani;
I
brevetti di software:
- incentivano la naturale tendenza
monopolistica del mercato del software favorendo le imprese dominanti
ed offrendo loro nuovi strumenti di esclusione dei concorrenti
dal mercato;
- danneggiano le PMI e gli sviluppatori
indipendenti, incapaci di far fronte agli alti costi di brevettazione
e di contenzioso;
ammettere i brevetti software senza alcuna prova che questi incentivano e beneficiano la società comporta il rischio, fra l'altro, di danneggiare se affidati a pure meccaniche di mercato, l'intero comparto della ricerca avanzata a livello europeo determinando un indebilimento complessivo della capacità industriale e produttiva delle aziende europee ai concorrenti, in particolare alle società statunitensi;
la propria opzione per un modello di società fondato sui valori della libertà, della solidarietà , della parità di opportunità particolarmente nel settore della ricerca ed innovazione tecnologica e della conoscenza in generale;
- il Governo Italiano
a perseverare nella linea espressa di opposizione all'ammissibilità
dei brevetti di software;
- le Istituzioni Europee a considerare
con attenzione le implicazioni non solo economiche, ma anche sociali
e culturali della scelta relativa all'adozione o meno dei brevetti
di software."