Consiglio Comunale
2002 09590/002
OGGETTO: SOFTWARE LIBERO.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
viene definito come Software Libero quel software (sistemi
operativi, elaboratori di testo, gestori di database, navigatori
internet, e in generale programmi di qualunque tipo) per il quale
siano garantite all'utente le libertà di eseguire, copiare,
distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software. Più
precisamente, ci si riferisce a quattro tipi di libertà
per gli utenti del software:
- Libertà di eseguire il programma, per qualsiasi scopo
(libertà 0);
- Libertà di studiare come funziona il programma e adattarlo
alle proprie necessità (libertà 1). L'accesso al
codice sorgente ne è un prerequisito;
- Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare il
prossimo (libertà 2);
- Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente
i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne
tragga beneficio (libertà 3). L'accesso al codice sorgente
ne è un prerequisito.
Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste
libertà;
- il delicatissimo aspetto della sicurezza informatica non
consiglia l'impiego di software prodotto da aziende che non pubblicano
il codice con cui sono stati realizzati i programmi, rendendo
di fatto impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa
quel programma fa o potrebbe fare. E' noto ad esempio che alcuni
programmi sono potenzialmente in grado di inviare via Internet
informazioni provenienti dal computer su cui sono installati a
computer remoti, anche all'insaputa dell'utente/acquirente, e
per la maggior parte dei software proprietari, essendo segreto
il relativo codice sorgente, è inattuabile o comunque molto
complesso verificare se tale possibilità sia o meno presente.
Questo aspetto sconsiglierebbe quanto meno l'impiego di software
proprietari (senza codice sorgente controllabile) su computer
su cui siano depositati dati riservati e/o di valore. Il rischio
sopra esposto ha convinto alcuni paesi tra cui Francia (ad esempio
il Ministero della Cultura, dell'Educazione e del Tesoro), USA
(compresi agenzie governative come CIA, FBI, NASA, NSA), Gran
Bretagna, Argentina, Belgio, Danimarca, Brasile, Germania, Perù,
Spagna, India, Corea, Messico e Cina a dotare la propria Amministrazione
pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a codice
aperto (open source);
- in un'ottica di aumento della competitività nel mercato
esiste l'indubbio beneficio di sviluppare altresì delle
alternative ed in prospettiva si creino i presupposti per ottenere
significativi miglioramenti del rapporto tra il prezzo di un prodotto
ed il ritorno in termini di efficacia. In questo senso assume
particolare rilevanza, ad esempio, la decisione del Governo Norvegese
di non procedere al rinnovo automatico del programma di licensing
tipico del software proprietario, a tutto vantaggio di una nuova
strategia maggiormente aperta alle soluzioni basate sul software
libero;
l'immissione sul mercato di nuove versioni di pacchetti software, spesso diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli o poche funzioni marginali, non sempre garantiscono la compatibilità fra due versioni di uno stesso prodotto (si vedano la maggior parte dei software proprietari in commercio), generando così frequenti difficoltà nello scambio di dati fra uffici della Pubblica Amministrazione. Ciò equivale in pratica ad una costrizione piuttosto discutibile, per quanto variamente mascherata con licenze multiple, sconti e piani di upgrade, ad acquistare sempre, a caro prezzo, il prodotto più recente; aggiornamento che spesso significa, per l'ufficio acquirente, anche un calo di produttività dovuto ad una maggior lentezza dei prodotti più recenti (e pesanti), o una maggiore spesa per aggiornare anche l'hardware;
requisiti essenziali per i dati della Pubblica Amministrazione
siano:
- la sicurezza dei dati trattati e conservati;
- la comunicabilità e accessibilità dei dati, cioè
ad esempio ogni documento messo a disposizione del pubblico dovrebbe
essere in un formato leggibile dai principali programmi di videoscrittura
e non solo da uno o pochi;
- la stabilità del formato, al fine di garantire la permanenza
nel tempo della documentazione prodotta dall'Amministrazione,
evitando di dover ricominciare da zero in caso di cambiamento
di hardware o software, di conseguenza ogni documento deve essere
in un formato reputato stabile nel tempo, che non subisce evoluzioni
con l'evoluzione del software che lo elabora;
- l'acquisto delle nuove versioni di software proprietario
rappresenta una spesa ingente del totale della spesa informatica,
con costi che si avvicinano a quelli sostenuti per l'acquisto
dell'hardware dei modelli più recenti di personal computer;
- tali stanziamenti di spesa potrebbero essere meglio investiti
per potenziare i servizi pubblici in rete, ad oggi spesso insufficienti,
o per la promozione di una maggiore alfabetizzazione informatica
dei cittadini;
- la tendenza considerata più conveniente, anche nell'ambito
della cosiddetta "nuova economia", è quella di
spostare gli investimenti sui servizi come assistenza, corsi,
formazione in genere e installazione, investendo più sugli
uomini e sullo sviluppo;
- continuare a proporre investimenti solo sul software proprietario
e pochissimo sui servizi e sul software libero è anacronistico
e probabilmente fuori mercato;
Il Consiglio Comunale con mozione del 30 settembre 2002 (mecc.
2002 04768/002) dal titolo "Innovazione tecnologica ed evoluzione
dei servizi comunali" si è espresso, già per
un potenziamento dei servizi informatici della Città per
una fruibilità maggiore da parte dei cittadini.
Lo scorso 31 ottobre 2002, il Ministro per l'Innovazione e le
Tecnologie, Lucio Stanca, ha firmato il Decreto che istituisce
la "Commissione per il software a codice sorgente aperto
nella Pubblica Amministrazione", in accordo col piano di
miglioramento dell'efficienza, dell'efficacia e della economicità
dell'apparato statale per la cui realizzazione rientra, a pieno
titolo, lo studio e la valutazione dei nuovi sviluppi delle tecnologie
dell'informazione, quali l'Open source. Tale commissione è
presieduta dal prof. Meo del Politecnico di Torino;
L'uso di strumenti informatici e di Internet sarà generalizzato in ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui a pochi anni, ciò rende inopportuno che in ogni computer ci sia software prodotto da una sola azienda il cui codice è noto solo al produttore;
La caratterizzazione tecnologica del distretto torinese lo
rende particolarmente adatto per investire verso nuove strade
produttive, ed il software libero potrebbe essere una delle carte
vincenti.
Le prime presentazioni del progetto "Torino Wireless"
avvenute all'Unione Industriale hanno trattato il software libero
come chiave di sviluppo qualificante
Il Sindaco e la Giunta Comunale:
Nell'ambito del mantenimento di un livello ottimale di efficienza
e funzionalità dei prodotti software per gli uffici comunali:
- ad avviare uno studio di fattibilità, di pianificazione
e sperimentazione, eventualmente tramite progetti pilota, sull'introduzione
progressiva di software libero nel Comune di Torino e di sviluppo
di applicativi per la P.A. in ambiente open source;
- a tenere conto dei seguenti fattori nella scelta dei pacchetti
software da acquisire e utilizzare:
- esigenze di sicurezza e quindi esclusivo impiego di software
libero per i computer destinati ad utilizzare e immagazzinare
dati riservati, protetti dalla legge sulla privacy o comunque
di valore per l'Amministrazione e/o per i cittadini;
- componente costo del prodotto/assistenza fornita allorché
siano state riscontrate in offerta concorrenziale caratteristiche
comparabili di facilità d'uso e rispondenza dei singoli
prodotti alle esigenze degli enti stessi (specie laddove queste
si identifichino, come normalmente accade, nella semplice produzione
di documenti, scambio di posta o in altre elementari funzioni)
nonché a verificare se analoghe caratteristiche sono assicurate
da prodotti che adottino licenze GPL o similari;
- nella creazione dei budget di spesa a dare maggior peso ai vantaggi
occupazionali per il territorio derivanti dagli investimenti in
assistenza, installazione e sviluppo ad hoc rispetto ai costi
di licenza del software;
- a promuovere l'impiego di formati di dati standard, aperti e
documentati, in quanto di estrema importanza e flessibilità
per mantenere la piena compatibilità con futuri cambiamenti
tecnici;
- ad inserire nel programma dei corsi di riqualificazione informatica
per i dipendenti comunali anche l'impiego del sistema operativo
GNU/Linux e di altri prodotti di software libero (e quindi open
source) e ad indirizzare i dipendenti all'impiego esclusivo di
formati di salvataggio/interscambio leggibili da qualsiasi altro
programma;
- ad attivarsi, eventualmente prendendo contatti con associazioni
e gruppi locali, come GNUG (Gnug's Not a User Group) e LUG (Linux
User's Group) Torino, e nazionali, come ILS (Italian Linux Society)
e AsSoLi (Associazione Software Libero), per mettere in atto politiche
per diffondere maggiormente il software libero e open source nelle
scuole, in considerazione del valore didattico e culturale di
tale tipo di software, e in generale presso tutti i cittadini;
- a privilegiare imprese di prossimità disposte a sottomettersi
alla rigorosa concorrenza imposta dal software libero;
- a redigere le specifiche dei sistemi informativi basandosi sui
risultati attesi, e non sui nomi dei prodotti;
- ad evitare che la fruizione di servizi Web di e-government sia
vincolata all'utilizzo di browsers proprietari, specie se funzionanti
solo su sistemi operativi proprietari e a pagamento;
- ad adoperarsi affinché si individuino e si realizzino
investimenti adeguati, anche in collaborazione con altri attori
istituzionali e non, per promuovere nel territorio cittadino un
distretto tecnologico correlato con il software libero, in modo
da accrescere la cultura, le competenze, le risorse ed i collegamenti
necessari per far diventare Torino punto di eccellenza a livello
europeo per quanto riguarda lo sviluppo e la diffusione del software
libero."