Servizio Centrale Consiglio Comunale
2002 07244/002
OGGETTO: NO ALLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA AD INTERVENTI ARMATI IN IRAQ.
"Il Consiglio Comunale di Torino,
- nella consapevolezza dell'assoluta necessità di garantire
condizioni nazionali e internazionali di sicurezza e quindi della
necessità di predisporre una efficace lotta al terrorismo
che sia finalizzata anche a rimuoverne le diverse cause (economiche,
sociali e culturali);
consapevole altresì della difficoltà e della complessità
di un'azione politica a tal fine orientata;
che larticolo 11 della Costituzione Italiana recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo."
il rischio che eventuali azioni militari in Iraq senza legida delle Nazioni Unite rendano vane le speranze di pacificazione della zona medio-orientale, aumentino le sofferenze delle popolazioni civili (che già hanno pagato un duro prezzo in termini di vite umane a causa delle guerre civili e alle conseguenze degli embarghi economici), creino i presupposti di un inasprimento delle azioni terroristiche;
che qualora prevalesse una strategia della sicurezza fondata sull'unilateralismo e sull'uso preventivo della forza militare si correrebbe il rischio di produrre conseguenze drammatiche per la situazione internazionale e si comprometterebbe il ruolo ed il rilancio delle funzioni dell'ONU, in particolare quelle previste dal cap. 7 del suo statuto;
le Organizzazioni che si impegnano per evitare questa guerra;
che venga calendarizzata al più presto la discussione su un eventuale intervento nel Parlamento Italiano in modo da impegnare il Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri ad agire in base alla volontà del Popolo Italiano;
che qualsiasi decisione sia presa a livello di Unione Europea e che abbia legida dellOrganizzazione della Nazioni Unite;
Il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale a diffondere
questo Ordine del Giorno agli altri Comuni Italiani attraverso
lANCI."