Consiglio Comunale
2000 01388/02
OGGETTO: REFERENDUM DI AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO SAHARAWI.
Il Consiglio Comunale di Torino,
- che il Sahara occidentale, ex colonia
spagnola, è stata occupata militarmente nel 1975 dal Regno
del Marocco e che da tale data la popolazione Saharawi deve ancora
esercitare il diritto di autodeterminazione previsto per i territori
ex coloniali africani;
- che tale occupazione ha dato origine
ad un conflitto armato che ha costretto gran parte della popolazione
Saharawi ad abbandonare il legittimo territorio e a trovare rifugio
nel deserto algerino di Tindouf;
- che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni
Unite ha sancito nel 1991 un Piano di Pace, concordato con le
parti interessate, che prevede l'effettuazione di un referendum
di autodeterminazione;
per i continui rinvii al referendum di autodeterminazione del popolo Saharawi che era previsto per il 7 dicembre 1998; rinvii che come risulta dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1215 del 17 dicembre 1998 e dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 14 gennaio 1999, sono imputabili all'atteggiamento dilatorio del Governo Marocchino;
con preoccupazione il Rapporto del Segretario Generale Kofi Annan al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 6 dicembre 1999 (nonché la risoluzione 1282 del 14 dicembre 1999) relativo ai ricorsi presentati dal Governo Marocchino sugli aventi diritto al voto; secondo tale rapporto, qualora venissero analizzati i ricorsi finora presentati, la data del referendum slitterebbe di almeno 2 anni;
il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, nel rispetto degli accordi di Houston del 1997, in particolare per ciò che attiene l'esame dei ricorsi, a NON accogliere nuove richieste dilatorie del Marocco e comunque, a dotare la MINURSO delle risorse finanziarie e anche umane necessarie a ridurre i tempi per l'esame dei ricorsi;
- di sostenere questa posizione nelle
sedi istituzionali preposte affinché il referendum abbia
luogo nei tempi stabiliti;
- di riconoscere al Fronte Polisario uno
status ufficiale che, oltre a dare pari dignità alle parti
che hanno sottoscritto gli accordi di Houston, darebbe impulso
e credibilità al Piano di Pace stesso;
il carattere dilatorio dell'interpretazione data dal Marocco agli accordi precedentemente sottoscritti in materia di ricorsi;
il Governo italiano e la Unione Europea ad esercitare la pressioni necessarie sul Marocco onde evitare che, tramite la sua azione dilatoria, venga ulteriormente rinviato il referendum.