Consiglio Comunale
2000 00940/02
OGGETTO: PIANO STRATEGICO PER LA PROMOZIONE INTERNAZIONALE DELLE CITTÀ.
il "Piano Strategico per la promozione della Città"
ed in particolare la "linea strategica n. 4- Promuovere imprenditorialità
e occupazione" che si pone i seguenti obiettivi:
1. Sviluppare
il potenziale innovativo dell'apparato produttivo;
2. Creare
condizioni favorevoli allo sviluppo di nuova imprenditorialità;
3. Promuovere
lo sviluppo locale e le politiche attive per il lavoro.
il 22 giugno 1998 il Consiglio Comunale approvava la mozione n. 28, presentata dal gruppo consiliare di Rifondazione Comunista "Rilancio delle capacità produttive della Città" con il seguente dispositivo di impegno:
- ad attivarsi, anche coinvolgendo
tutti i responsabili delle politiche economiche su scala locale
(l'intera area della conurbazione torinese), affinché (ridimensionato
il ruolo delle concessioni "dall'alto", la logica dei
"risanamenti - o dei risarcimenti - romani", la pratica,
sia pur necessaria, delle richieste al governo centrale di concessioni
spesso dotate di un contenuto più simbolico che reale)
favoriscano, ognuno nell'ambito delle proprie competenze, un rilancio
della città a partire dall'opzione, forte e preliminare
ad ogni altra considerazione, che "Torino può contare
sulle proprie forze", che possiede esperienza, saperi, forze
lavoro, in sostanza una "vocazione" che è in
primo luogo industriale, che la colloca in una posizione privilegiata
per poter competere nell'area internazionale al fine di attirare
sul proprio territorio investimenti, attività produttive,
imprese (in modo particolare automobilistiche) tali da compensare
l'emorragia in corso e da invertire, per lo meno parzialmente,
l'attuale tendenza alla deindustrializzazione;
- a proporsi l'obiettivo che Torino, da
one company town, da città fabbrica a monocultura Fiat,
si trasformi in moderna metropoli capace di ospitare anche un
vero e proprio "distretto industriale dell'auto": un
territorio capace di catalizzare le attività produttive
(oltre che di ricerca e di sviluppo e di progettazione) di una
molteplicità di soggetti industriali automobilistici di
rilievo mondiale;
- ad assumere perciò la concorde
decisione di "uscire in mare aperto" e fare finalmente
una vera "politica estera" dinamica e spregiudicata,
capace di "non guardare in faccia nessuno", di muoversi
senza timori reverenziali nei confronti dei tradizionali "poteri
forti" sul piano cittadino, nella consapevolezza che il pluralismo
produttivo, la molteplicità dei committenti, la diversificazione
dei soggetti industriali e finanziari è la condizione per
un assetto produttivo urbano capace di reggere alle sfide della
"competitività globale";
- a porre in essere tutte le iniziative
atte a favorire la localizzazione a Torino di stabilimenti di
altre case automobilistiche, attivandosi a tutti i livelli e facendosi
promotrice, a questo fine, di un fattivo coordinamento fra tutte
le rappresentanze sociali e le Amministrazioni locali interessate;
- ad organizzare entro l'anno 1998 una
Conferenza Intercomunale per lo Sviluppo e l'Occupazione che favorisca
il coordinamento tra le Amministrazioni locali, per l'elaborazione
di una strategia congiunta nell'intera area metropolitana torinese.
Tale conferenza "TORINO, DISTRETTO INTERNAZIONALE DELL'AUTO",
dovrà caratterizzarsi per la partecipazione di dirigenti
di case automobilistiche estere e come appuntamento ideale per
rendere nota la disponibilità della città ad accogliere
sul proprio territorio o su quello dell'area metropolitana nuovi
insediamenti produttivi.
Ciò non significa rimanere chiusi nella consolidata monocultura
dell'auto ma aprire Torino alla molteplicità delle attività
di produzione e di servizio, oltre i miti e le cattedrali "dell'era
fordista" senza tuttavia rinunciare alla propria vocazione
originaria che va invece usata come "volano" per attraversare
la transizione verso un nuovo modello di città senza subire
il costo di una devastante crisi di occupazione e di aggregazione
sociale. Accanto al potenziamento di Torino come città
capace di ospitare e di integrare nella propria conurbazione un
"distretto industriale dell'auto" di portata "globale",
si tratta infatti di attivare le necessarie misure per permettere
l'insediamento , nei vuoti purtroppo crescenti delle "aree
industriali dismesse", di quei reticoli di piccole e medie
imprese che tutta la pubblicistica scientifica in argomento indica
come tendenza prevalente nel nuovo modello produttivo, e che si
rivelano assai più compatibili con gli assetti urbani delle
precedenti concentrazioni di tipo fordista.
- che a tutt'oggi buona parte di quegli
impegni risultano non assolti;
- la tendenza della Fiat a decentrare le
produzioni inserendo tale strategia nel contesto della globalizzazione
dei mercati, che penalizza inesorabilmente la realtà torinese
e non solo;
- la Direzione della Fiat ha comunicato
alle Organizzazioni Sindacali la messa in cassa integrazione alle
Meccaniche di Mirafiori di 1400 lavoratori per l'ultima settimana
di febbraio e di altri 1000 per la prima di marzo;
- questa stessa Direzione prospetta un
esubero di circa 700 lavoratori in relazione alla contrazione
della produzione di motori;
- preoccupante è il segnale di progressivo
disimpegno nei confronti della città che l'ha vista crescere
ed affermarsi come uno dei principale produttori d'auto a livello
internazionale;
Il Sindaco e la Giunta
affinché il disposto prima richiamato della mozione n.
28 sia allegato alla "linea strategica n. 4".