MOZIONE N. 24
Approvata dal Consiglio Comunale il 13 maggio 1998
OGGETTO: AZIONI POSITIVE UTILI A PREVENIRE LA MUTILAZIONE DEGLI ORGANI GENITALI.
"Il Consiglio Comunale
CONSIDERATO
- che secondo tutti gli esperti nel campo dell'antropologia sociale e dei rapporti interculturali, la via migliore per l'abolizione di talune pratiche tradizionali di mutilazione sessuale non passa attraverso la repressione, e che dunque occorre individuare strumenti più idonei e più articolati;
- che in molti paesi in cui tale pratica era diffusa vi è ormai una notevole presa di coscienza da parte della società civile e in special modo delle organizzazioni femminili, che la contrastano decisamente e che le legislazioni della maggior parte dei rispettivi Stati vietano gli interventi di mutilazione genitale femminile;
RILEVATA
- la presenza a Torino di diverse comunità di immigrati che sono portatrici di culture, religioni e costumi differenti da quelli italiani ed importanti per la preservazione delle rispettive identità;
RILEVATO ALTRESI"
- che alcune pratiche di mutilazione fisica non sono compatibili con la cultura e con la vigente legislazione italiana;
- che la Convenzione dell' ONU sui diritti del fanciullo di New York, ratificata con Legge Italiana il 2 novembre 1989, protegge anzitutto i diritti della bambina all'uguaglianza di genere (articolo 2) e stabilisce che Agli Stati parti adottano ogni misura efficace atta ad abolire le pratiche tradizionali pregiudizievoli per la salute dei minori" (articolo 24.3);
- che condizione necessaria per ottenere il superamento di tali pratiche è coinvolgere nell'approccio al tema le comunità di immigrati (donne e uomini) provenienti dai paesi in cui
si praticano;
- che questa problematica va affrontata anche con gli strumenti offerti dalle disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l'infanzia di cui alla legge n. 285 del 28 agosto 1997, articolo 3, lettera d) ed articolo 4, lettera c).
Ciò premesso,
IMPEGNA
il Sindaco e la Giunta ad intervenire, in accordo con le Aziende sanitarie locali, le Aziende ospedaliere, gli Ordini ed i Collegi delle professioni sanitarie, il Provveditorato agli studi, per:
- promuovere iniziative idonee a favorire una maggiore informazione e qualificazione degli operatori sul tema, in collaborazione con le mediatrici culturali;
- avvalersi, ove utile e possibile, della collaborazione di personale culturalmente omogeneo, per dare sicurezza e non urtare la sensibilità e l'autostima delle utenti;
- favorire, anche nell'ottica di una politica attiva di inserimento al lavoro, l'assunzione e la formazione di mediatrici culturali originarie dei paesi dove si praticano mutilazioni genitali;
- favorire la pubblicazione di materiale divulgativo nel rispetto delle differenze culturali;
- stabilire intese con i Centri di Educazione Territoriale, prevedendo una presenza significativa in tali Centri delle mediatrici culturali."