Presentazione
Due
anni fa, in questa collana, è apparso il libro
"1859 – 1864. I progetti di una capitale in trasformazione"
dedicato ai programmi elaborati dagli amministratori
locali per preparare per Torino un futuro confacente
al nuovo ruolo che la Città avrebbe dovuto svolgere
nel più ampio contesto italiano, dopo la raggiunta
Unità nazionale; il presente volume, quindicesimo
degli "Atti consiliari. Serie storica", in
allora preannunciato, si pone l'obiettivo di completare
l'esposizione delle intere vicende che portarono alla
trasformazione della Città, non più centro
di servizi.
Nel
1864, dopo la Convenzione di settembre, che stabiliva
in Firenze la nuova capitale, nell'aula del Consiglio
Comunale di Torino fu necessario affrontare l'emergenza,
non attesa in tempi così ristretti, ed affinare
programmi e progetti, in un clima pesantemente influenzato
dai funesti avvenimenti dell'autunno. Se da un lato
gli amministratori più illuminati avevano già
cercato di predisporre la Città all'evento, ritenuto
ineluttabile, ma apparentemente ancora lontano, dall'altro
l'opinione pubblica non era completamente preparata.
Il timore maggiore era provocato dalla carenza di risorse
che si sarebbe verificata, dalla quale sarebbero derivate
difficoltà non solo per la realizzazione di tutti
i progetti avviati, ma anche per la stessa vita quotidiana
dell'intera cittadinanza, a causa di una crisi economica
generalizzata.
La
tradizione torinese ricorda con orgoglio la capacità
dimostrata nella trasformazione, ma quasi nessuno conosce
le incertezze ed i sacrifici che si dovettero sopportare
e le energie che furono messe in campo. Così,
pochi rammentano le numerose difficoltà che accompagnarono
la vita dei torinesi di quegli anni, chiamati ad affrontare
la grave epidemia di colera ed a contribuire ancora
al completamento del Risorgimento con la terza guerra
d'indipendenza, attraverso un ulteriore sacrificio di
uomini, inviati a migliaia al fronte.
Tre
sindaci, Emanuele Luserna di Rorà, Filippo Galvagno
e Cesare Valperga di Masino, guidarono in quegli anni
l'amministrazione civica e si confrontarono con la trasformazione.
Il programma definitivo fu dettato ancora dal primo,
affinando quello che aveva già abbozzato sin
dal 1862. Industria e commercio, stabilimenti educativi,
stabilimenti militari e gradevolezza del soggiorno furono
i quattro punti ritenuti fondamentali e che i successori
cercarono di realizzare, con una modernità di
vedute che conserva ancora una validità di fondo.
Quasi
la metà dei consiglieri comunali di Torino di
quegli anni si ritrovarono a sedere nelle aule del Parlamento
italiano e furono in grado di supportare l'azione amministrativa
municipale, fornendo sostegni di vario tipo, non ultimo
un sostanzioso contributo finanziario, con la legge
firmata sin dal 18 dicembre 1864 dal consigliere comunale
Quintino Sella, ministro delle finanze.
Appartiene
pure alla tradizione torinese la vicenda della costruzione
di canali d'acqua per fornire energia allo sviluppo
dell'industria. Fu questo uno dei temi che più
occuparono il dibattito nell'aula consiliare e che divisero
l'opinione pubblica cittadina. La spesa sarebbe stata
grande, se quanto aveva immaginato il Rorà si
fosse realizzato, e quasi nessuno era disposto a caricarsi
di nuovi oneri fiscali. Alla fine si ripiegò
sul più modesto canale della Ceronda, utile innanzitutto
ai nuovi stabilimenti militari, i quali appaiono come
i maggiori impianti industriali di quegli anni, ma anche
come precursori nella creazione di una diffusa classe
di lavoratori specializzati in quasi tutti i campi,
pronti a rispondere alle richieste di una industria
privata che sarebbe giunta in seguito.
Questi
i principali argomenti che il Prof. Giuseppe Bracco,
autore anche di questo volume, ha sviluppato nelle pagine
che seguono, con la consueta precisione e competenza,
fornendo non solo un quadro esaustivo di tale periodo,
ma indicando suggestivi elementi di riflessione, utili
per meglio comprendere l'attuale situazione della nostra
Città, che presenta non poche analogie con la
Torino in trasformazione del 1864-1870.
Torino,
dicembre 2002
Mauro M. Marino
Presidente del Consiglio Comunale della Città
di Torino