La
serie storica degli Atti Consiliari
1898.
L'ESPOSIZIONE GENERALE ITALIANA
Dal
dibattito preparatorio alla valutazione dei risultati
con
i contributi di
Pier Luigi Bassignana e Rosanna Roccia
Archivio
Storico della Città di Torino
"A degnamente commemorare
il cinquantesimo anniversario della promulgazione dello Statuto,
parve che nulla vi fosse di più alto atto e più
degno che una grande mostra artistico-industriale, la quale,
festeggiando il patto giurato fra la monarchia ed il popolo,
nel memorando anno 1848, presentasse come una rassegna imponente
e solenne dell'operosità italiana, dal caldo raggio della
libertà vivificata e sorretta.
L'idea
fu accolta con quell'entusiasmo che si accompagna a tutte le
opere belle e generose e con quella fede che sola può
renderne possibile l'attuazione. -.
Sotto
così alti auspici l'impresa non poteva fallire e mercé
l'opera illuminata ed attiva del Comitato esecutivo, la cui presidenza
onorarli' fu assunta dal senatore Felice Rignon, Sindaco di Torino
e quella effettiva da S.E. il comm. Avv. Tommaso Villa, l'Esposizione
entrò ben presto nel novero dei fatti, la cui riuscita
non è più dubbia, e tutto il lavoro amministrativo,
organizzativo, finanziario e tecnico poté svolgersi ;mirabilmente
e quasi trionfalmente progredire.
Ed
oggi sulle incantevoli sponde del maggior fiume d'italia, in
questo parco del Valentino... qui sorse, come al tocco di bacchetta
magica, una città incantata, nella quale batte il cuore
di tutta l'Italia e dalla quale si eleva un inno potente e gentile
di riconoscenza, d'incoraggiamento e di plauso all'industria
ed al lavoro, ravvivati ed allietati dalla libertà e dalla
scienza."
Queste
parole un po' auliche e magniloquenti; forse addirittura retoriche
- come usava alla fine del secolo scorso - descrivevano l'Esposizione
Generale italiana nell'appendice della Guida di Torino di Emilio
Borbonese, stampata a Torino dalla Tipografia Roux Frassati nel
1898.
Il
destino, molte volte intessuto di coincidenze, volle che proprio
nel periodo in cui ci si occupava della stesura di questo nono
volume della collana "Atti consiliari - Serie storica",
la cui redazione era stata pensata in occasione del centenario
dell'Esposizione Generale Italiana, leggessi questa guida, donatami
da un amico, e così pensai che nessun commento odierno
potesse meglio rendere l'idea dello spirito, che animò
quell'avvenimento, delle parole stesse dei contemporanei dell'Esposizione.
Particolare
era lo stato d'animo delle classi dirigenti torinesi in quegli
anni, come, qualcuno ricorderà, abbiamo già evidenziato
in un altro volume di questa collana: 1887-1897 Galileo Ferraris
amministratore comunale.
Torino,
spodestata dal ruolo di Capitale, aveva deciso di non rintanarsi
nel suo guscio, ma di ricercare una nuova dimensione ed ora che;
con orgoglio, stava incominciando a delinearla chiaramente; voleva
dimostrare alle altre città d'Italia come in essa si operasse
la sintesi fra un passato storicamente glorioso e la proiezione
in un futuro di progresso tecnico e scientifico Quale migliore
occasione per raggiungere questo obiettivo delle grandiose celebrazioni
dei cinquant'anni di quello Statuto Albertino che proprio a Torino
era stato concesso, ma soprattutto mantenuto anche dopo le sconfitte
militari del 1849 e l'ondata di restaurazione che immediatamente
dopo aveva attraversato tutta l'Italia.
Il
compendio di questo modo di pensare è ben rappresentato
dalle parole del consigliere comunale Edoardo Daneo, il quale
sostenne che "è opportuno che l'Esposizione affermi
la potenzialità economica di Torino malgrado l'avversità
degli avvenimenti. Da tali feste del lavoro uscirà rafforzato
il sentimento morale della città, dopo tanti contrasti
e tante crisi che l'hanno ridotta in condizioni non gravi, ma
certamente assai diverse dai sogni legittimi che si formavano
sul suo avvenire. Lasciata in disparte dalle nuove linee dei
commerci internazionali, minacciata di concorrenza da importanti
città vicine, la nostra Torino deve lottare vigorosamente
nel campo leale dell'emulazione e, se non riuscire vittoriosa,
portarsi almeno alta pari delle città sorelle. A ciò
concorrerebbe in parte anche l'Esposizione del 1898, ma occorrerebbe
che il 50° anniversario dell'elargizione dello Statuto sia
celebrato con mezzi economici non troppo scarsi"
In
questa ottica l'Esposizione non avrebbe dovuto rimanere un avvenimento
isolato, ma rappresentare piuttosto un punto di partenza per
ulteriori iniziative, tanto che l'atteggiamento unanime dei consiglieri
comunali era che il Comune non dovesse lesinare risorse affinché
Torino potesse dare una bella immagine di sé e del suo
ritrovato spirito competitivo.
Questo
quadro è delineato nel presente volume insieme al ruolo
del Comune, ai dibattiti, alle discussioni degli anni precedenti,
al lento, ma incessante lavoro di preparazione, grazie all'analisi
di Pier Luigi Bassignana, mentre Rosanna Roccia ha cercato di
farci rivivere un itinerario ideale di quell'Esposizione; ad
entrambi va il nostro vivo ringraziamento, unito alla speranza
che il ricordo di quell'esperienza, che diede lustro alla città
di Torino in campo nazionale ed europeo, sia di buon augurio
ai giorni nostri per un altro importante evento per cui la nostra
Città è stata scelta: l'organizzazione delle Olimpiadi
invernali del 2OO6. Ancora una volta Torino potrà dimostrare
- e questa volta al mondo intero - quale livello di professionalità,
dedizione al lavoro, capacità imprenditoriale e lavorativa
la sua gente è in grado di offrire quando è chiamata
ad un grande appuntamento... come avvenne per l'Esposizione Generale
del 1898.
Torino,
settembre 1999
Mauro M. Marino Presidente del Consiglio Comunale di Torino |