La
serie storica degli Atti Consiliari
1848
- 1861. CAMILLO CAVOUR CONSIGLIERE COMUNALE
a
cura di
Carlo Pischedda e Rosanna Roccia
Archivio
Storico della Città di Torino
La storia municipale torinese, ricostruita
attraverso la documentatissima serie degli' "Atti consiliari"
con il sostegno di altre testimonianze custodite nell'Archivio
Storico della Città, con questo volume; sesto della collana,
dedicato a Camillo Cavour consigliere comunale, si arricchisce
di un tassello inedito di rilevante importanza.
La
storiografia cavouriana ha infatti generalmente ignorato l'attività
di pubblico amministratore del grande statista; pochissimi autori
hanno relegato la breve stagione di consigliere comunale torinese
del Conte alla sola menzione; altri ne hanno invece raccolto
gli esiti mediante l'edizione critica delle relazioni di cui
egli fu l'estensore designato.
Questo
volume accoglie sia questi documenti poco noti o confusi nelle
raccolte miscellanee con altri scritti politici e diplomatici;
sia gli interventi verbali, sino ad oggi del tutto ignorati dagli
studiosi e dai biografi;
Cavour
infatti fa parte della schiera di quegli eletti uomini che, per
aver servito in modo particolarmente egregio la causa della Nazione,
finiscono per non essere più ricondotti alla "dimensione
limitata" della loro citta' natale: in altre parole una
figura come quella di Cavour sembra appartenere maggiormente
all'Italia unita che a Torino.
Questo
libro ha quindi il pregio di porre l'accento su un aspetto, erroneamente
ritenuto secondario, della vita di Cavour: il suo rapporto con
Torino, attraverso l'esperienza amministrativa.
Un
rapporto molto stretto e biunivoco che si sostanzia esattamente
150 anni fa con il primo Consiglio Comunale democraticamente
- nell'accezione che i tempi permettevano - eletto il 7 novembre
1848; sicuramente più intenso quando lo statista non è
assorbito dagli impegni di governo, continua ininterrotto fino
alla prematura morte del 1861.
Rapporto
biunivoco: Cavour nei tredici anni di appartenenza al Consiglio
Comunale non solo non si esime dal "dimostrare ad ogni occasione
come, anche da lontano, ne seguisse con interesse le deliberazioni,
come nei primi tempi dell'era costituzionale già vi aveva
preso parte efficace" secondo quanto afferma il sindaco
Nomis di Cossilla, ma anche lascia alla Città una cifra
considerevolissima per la costruzione di un asilo infantile;
Torino, a sua volta, egli vivente, nel dicembre 1859, stabilisce
di intitolargli una via. Due ulteriori osservazioni scaturiscono
da questo lavoro, cui è doveroso riconoscere originalità
e rigore: la prima proviene dalla constatazione della fede di
Cavour nella libertà di commercio e nella conseguente
concorrenza fra forse produttrici, in un ambiente ancora informato
al dirigismo economico; la seconda deriva dalla comprovata solerzia
con cui lo statista affronta specialmente nel biennio 1849-1850
l'impegno amministrativo torinese, con un taglio sempre molto
pratico, con una attenzione allargata ai temi più disparati,
anche a quelli di rilevanza minore, e con quella tenacia, determinazione
ed attenzione ai particolari che ha sviluppato in mezzo alle
risaie, dimostrandosi ottimo uomo d'affari, e nei suoi viaggi
a Londra e Parigi, fatti non per diletto, ma avido di apprendere
con una forte attenzione al "nuovo".
Un
incarico dunque vissuto con lucida consapevolezza che, come appare
dal capitolo conclusivo del volume, vale al consigliere comunale,
assurto dalla Sala rossa del Palazzo di città di Torino
al governo dello Stato Sardo e alla costruzione dell'unità
nazionale, tributi di stima autentica, di grande rispetto e,
infine, di non formale rimpianto.
Un
grazie di cuore al prof. Carlo Pischedda e alla dottoressa Rosanna
Roccia che hanno evidenziato un lato del genio di Cavour che
dopo la pubblicazione di questo volume non potremo più
considerare "minore".
Torino,
febbraio 1998
Mauro
Marino
Presidente del Consiglio Comunale della Città di Torino |