Una mozione per chiedere una limitazione all’illuminazione dei negozi e dei palazzi storici di Torino
«Preferite la pace o i monumenti illuminati e le vetrine dei negozi accese?». Mario Draghi ha scatenato un vespaio di polemiche dopo aver chiesto di rinunciare ai condizionatori per tagliare l’acquisto di gas russo, ma coglie nel segno di quanto i nostri consumi influenzino la guerra in corso.
Per questo già nel mese di marzo abbiamo presentato una mozione che impegna la Città di Torinno a ridurre il proprio consumo di energia, con un duplice obiettivo: ridurre l’impatto ambientale, ma anche limitare il finanziamento, tramite i nostri consumi di combustibili fossili acquistati dalla Federazione Russa, all’aggressione russa in corso in Ucraina.
A tal proposito, nella proposta di mozione riprendiamo alcune cifre eloquenti: Iren ha confermato, nel corso della I Commissione Consiliare svoltasi il 1° marzo 2022, che il 40% dell’energia che produce è ricavata da gas di provenienza russa.
È l’occasione per lanciare una discussione pubblica su quello che possiamo fare per ridurre l’impatto ambientale ed energetico. Bisogna capire che i nostri stili di vita hanno ricadute sul futuro del pianeta e anche sulla guerra. Come hanno ripetuto i e le giovani di Fridays for future scesi in piazza il 25 marzo, vorremmo che il dibattito superasse il capitolo della stangata dei rincari. Non vogliamo spegnere per spegnere. Tanto meno sacrificare la sicurezza o la bellezza della città. Ma serve un risparmio critico e un’etica del consumo energetico.
Nel documento proponiamo all’Amministrazione una serie di impegni per alleggerire i consumi. Tra questi non c’è solo l’idea di abbassare il riscaldamento degli uffici o di installare lampioni a risparmio energetico, ma anche la rinuncia parziale all’illuminazione dei monumenti e lo spegnimento delle vetrine e delle insegne dopo la chiusura dei negozi.
Gran Madre, Monte dei Cappuccini, Palazzo Reale, Mole, Duomo, Superga sono accesi ogni giorno fino all’una di notte. Gli altri palazzi storici solo il venerdì e il sabato. L’idea è anticipare lo spegnimento di almeno un’ora.
La guerra tra Russia e Ucraina ha portato in primo piano il tema energetico e con esso della dipendenza di Europa e Italia dalle fonti fossili, fenomeno che andrebbe frenato cambiando radicalmente paradigma, poiché non solo allontana l’obiettivo di una vera transizione ecologica ed energetica, ma continua ad alimentare guerre e non permette all’Europa e all’Italia di esercitare in maniera indipendente un ruolo di mediazione e dialogo per arrivare alla pace. La riduzione dei consumi di energia, e con ciò di gas, da parte degli utenti rappresenterebbe un concreto atto di de-finanziamento della guerra in corso.
La crisi climatica ed ecologica è oggi un tema prioritario che coinvolge scienza, società e politica: l’evidenza scientifica dell’entità del riscaldamento globale si è andata sempre più consolidando negli ultimi anni, così come la consapevolezza che a causarlo sono le emissioni di gas climalteranti derivanti dall’impiego dei combustibili fossili e l’uso non sostenibile del territorio e delle risorse naturali, come dimostrano i report IPCC.
Ai fini della lotta al cambiamento climatico, è fondamentale l’impegno delle istituzioni per avviare la nostra comunità verso il risparmio energetico, la riduzione delle emissioni e lo sviluppo delle energie tratte da fonti rinnovabili, così come lo è quello di ciascuno e ciascuna a migliorare i propri stili di vita sprecando meno risorse e consumando minore energia. L’adozione in primis da parte del Comune di provvedimenti di sobrietà energetica, oltre all’importante risparmio, a beneficio di tutta la cittadinanza, avrebbe un forte valore simbolico e consentirebbe una maggiore diffusione di tale iniziativa anche presso le cittadine e i cittadini.
Alice Ravinale e Sara Diena