Il 14 marzo scorso il Consiglio Comunale di Torino ha approvato l’Ordine del Giorno n. 10/2022 “Sostegno al governo, all’ONU e all’Unione Europea nel conflitto in Ucraina”, che “condivide la richiesta di 39 Paesi, tra cui l’Italia, di attivazione della Corte Penale Internazionale nei confronti di Vladimir Putin”. Torino è il primo Comune italiano a pronunciarsi per l’incriminazione di Vladimir Putin. Già nel 1998 Torino fu il primo Consiglio Comunale ad esprimersi per l’incriminazione del dittatore serbo Slobodan Milosevic, che fu arrestato nel 2001 e morì in carcere nel 2006, mentre era in corso il processo al Tribunale dell’Aja.
La storia di Putin inizia nel 1999, quando diventa primo ministro della Federazione Russa ed esordisce con la distruzione di Grozny, che causò la morte di 100.000 civili. Nel 2005 i militari russi uccisero il legittimo presidente, Maskhadov, e da allora regna il dittatore liberticida Ramzan Kadyrov. Nel 2008 Putin prende a pretesto la reazione difensiva dell’esercito georgiano verso i bombardamenti dei separatisti filorussi dell’Ossezia del Sud per invadere la Georgia, riconoscendo l’indipendenza dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud, che continua ad occupare da allora. Nel 2021 la Corte europea dei diritti umani ha dichiarato la Russia “responsabile di gravi violazioni dei diritti umani che si verificano nelle regioni”.
L’invasione dell’Ucraina nasce da lontano. Era il 2008 quando Alexander Dugin, ideologo di Putin, anticipò “Dopo la Georgia toccherà all’Ucraina”, e così cominciò nel 2014. Con il pretesto della “rivoluzione di Maidan”, Putin ha occupato la Crimea e foraggiato i separatisti nel Donbass, fino all’attuale invasione dell’Ucraina. Se mettiamo in fila Cecenia, Georgia, Crimea, Dombass, nonché gli interventi militare a sostegno del dittatore Bashar Al Assad e quello dei mercenari russi del gruppo Wagner in Libia, è palese il tentativo di Vladimir Putin di espandersi con la guerra.
Ora sembra che, finalmente, l’Unione Europea si stia attivando su tre fronti: 1. fornire armi, assistenza informatica e aiuti alla Resistenza ucraina; 2. assistere e soccorrere i profughi provenienti dall’Ucraina; 3. garantire il lavoro di indagine della Corte Penale Internazionale (CPI) dell’Aja sui crimini di guerra e contro l’umanità della invasione russa in Ucraina.
Invitiamo, quindi, il sindaco Stefano Lo Russo, gli assessori, i consiglieri comunali e tutti i cittadini a sottoscrivere la petizione internazionale “Putin all’Aja” (https://radicali.it/putin-allaja/) come abbiamo già fatto noi.
Silvio Viale (capogruppo Lista Civica per Torino)
Giulio Manfredi (Giunta Segreteria Radicali Italiani)