Purtroppo la bandiera dell’Ucraina, che mercoledì 30 marzo avevo issato sul pennone libero della balconata di Palazzo Civico, ha resistito un giorno prima che venisse rimossa nottetempo. E’ un vuoto da colmare. Come tanti altri comuni italiani, la Città di Torino ha esposto sulla propria sede istituzionale la bandiera della pace, ma non è sufficiente. Tutti auspichiamo che nel nostro mondo e nella nostra Europa ci sia pace, ma lo siamo a qualunque prezzo? In questa guerra c’è uno Stato aggressore: la Russia di Vladimir Putin, e uno Stato aggredito: l’Ucraina di Volodymyr Zelensky.
La sola bandiera della pace significa equidistanza rispetto alle due parti e annacqua la solidarietà manifestata nei confronti dell’Ucraina. Occorre, invece avere il coraggio di schierarsi dalla parte di chi è vittima e non causa della guerra. Altrimenti che senso avrebbero gli Ordini del Giorno di Solidarietà approvati dal Consiglio Comunale.
Noi vogliamo che l’amministrazione della nostra città si schieri dalla parte della democrazia, della libertà, della sovranità e integrità territoriale dello Stato Ucraino, esponendo la bandiera gialla e blu: i colori di Torino, i colori dell’Unione Europea e i colori dell’Ucraina, accanto a quella della Pace. Averla issata sul pennone è stata una provocazione, ma ora mi aspetto che il sindaco esponga la bandiera dell’Ucraina sequestrata accanto a quella della Pace.
Silvio Viale
Capogruppo Lista Civica per Torino