L’attualità dell’intreccio tra lavoro e condizione femminile pone in evidenza, nel contesto dell’area torinese, le pesanti conseguenze determinate dalla crisi e dal declino industriale. Con l’occasione della Giornata internazionale della donna, il Gruppo consiliare SINISTRA ECOLOGISTA, con l’intento di approfondire più in generale le condizioni del lavoro femminile e la strada ancora da fare per concretizzare le Pari Opportunità, ha organizzato, nel pomeriggio del 9 marzo, un dibattito a partire dal libro “BUONGIORNO, LEI È LICENZIATA – STORIE DI LAVORATRICI NELLA CRISI INDUSTRIALE”, scritto da Edi Lazzi e pubblicato da Edizioni Gruppo Abele (e i cui proventi sono interamente destinati al Gruppo Abele).
Il libro, presentato con passione e lucidità dall’autore (segretario generale Fiom-Cgil di Torino), fa emergere con limpidezza storie, esperienze e voci di donne, donne lavoratrici che hanno perso il lavoro, che vivono nella precarietà e nell’incertezza. Descrivono la fatica, la rabbia e la disperazione di queste situazione, di come per le donne sia ancora più difficile. Ma raccontano anche la fierezza e la dignità. E ricordano i momenti di lotta, quando sono riuscite a far sentire la loro voce.
In Sala Colonne si è parlato di loro e alzato la voce con loro. Perché l’otto marzo è tutto l’anno e perché l’otto marzo è lotta. Anche, soprattutto, nel mondo del lavoro.
Introducendo l’incontro, Alice Ravinale, capogruppo di Sinistra Ecologista, ha inquadrato contesto storico e urgenze presenti della condizione femminile nel lavoro: divario occupazionale di genere del 18%, divario salariale di genere dell’8%, il doppio di posti di lavoro persi dalle donne rispetto agli uomini a seguito della pandemia. Tutto ciò in un mondo del lavoro segnato da un brusco aumento dei contratti a termine e dal ricorso per un gran numero di donne al part-time involontario.
Come testimoniano anche i dati restituiti dal Bilancio di genere 2021 predisposto dal MEF, la strada da fare per una reale parità nei diritti per le lavoratrici, nell’Italia del 2022, è ancora insopportabilmente lunga.
Lazzi, prima di passare ai storie di vita vissuta di alcune delle donne di cui tratta il libro, ripercorre il contesto della crisi dell’auto e del declino industriale nell’area torinese. Basti un dato, relativo alle auto prodotte: 218.000 annue nel 2006-2007, 29.000 nel 2019-2020, una perdita dell’87%.
Numeri che si traducono in effetti sulla vita delle persone in carne e ossa, e delle donne in maniera particolare (il divario a cui accennava Alice Ravinale). Storie da leggere una alla volta, quelle di Angela, Rosanna, Anna, Daniela, Giuseppina, Silvana, Giovanna, Assunta, Tania e Maria Elena.
C’è chi ha vissuto il licenziamento come se avesse subito un furto. “Ci si sente derubati della propria identità” – ricorda Lazzi.
C’è chi, lavoratrice precaria – come molte delle protagoniste delle storie raccolte – testimonia di un sentimento di ansia che pervade anche chi non arriva al licenziamento. Un’ansia che, con la precarietà, diventa normalità, un elemento pressante, Il terrore che non ti rende libera, la ricattabilità che ti conduce a sottometterti all’obbligo dello straordinario.
C’è chi rivela come in tale contesto si affacci il rischio di comportamenti anche inconsciamente meschini, come premettere nei colloqui come credenziale quella di non avere più bimbi piccoli.
C’è chi è una lavoratrice interinale, che lavora solo un giorno a contratto. E così misura l’isolamento e l’assenza di un senso di comunità. “Se parli con i colleghi, non vai mai in profondità per evitare argomenti compromettenti”. Fantasmi invisibili, appendice della macchina, non si viene considerate da colleghe e colleghi.
Elena Apollonio, presidente della commissione Diritti e Pari Opportunità che è intervenuta al dibattito, ha sottolineato la drammaticità della perdita del senso di comunità prodotta dalla precarietà, ma anche che contribuire fattivamente alla costruzione di “una società in cui le donne possono scegliere rispetto al loro lavoro” è uno degli obiettivi dell’azione politica e amministrativa, e il Consiglio Comunale di Torino ha recentemente confermato il suo impegno a tal proposito con l’approvazione della mozione sul Bilancio di genere e sociale della Città. “E’ ora di alzare la voce – conclude Apollonio – non tacere più”.
Jacopo Rosatelli, assessore al welfare, ha sottolineato l’importanza della lotta per l’emancipazione, del “dare voce a chi non ha voce”, che è in testa ai compiti di una forza politica come Sinistra Ecologista, in un contesto, quello restituito dalle storie ascoltate, di crisi che non è solo economica ma è anche sociale, politica e culturale. Rosatelli ha ricordato che la crisi incide innanzitutto sul piano individuale di chi lavora, nel senso più profondo, così come messo in luce da Edi Lazzi, ricordando che proprio la mancanza o l’incertezza del lavoro è causa di depressione e che fondamentale antidoto a tale terribile malattia è la costruzione di un mondo che garantisce lavoro stabile e con pieni diritti.
Alice Ravinale, al termine dell’incontro e a fronte di alcuni interventi del pubblico, ha ribadito l’impegno di Sinistra Ecologista ad ascoltare e far proprie le lotte dei lavoratrici e dei lavoratori, cruciali per il futuro della città e del paese, e ha rilanciato l’appuntamento per la manifestazione del 26 marzo a Firenze promossa dal Collettivo di Fabbrica ex GKN, che in questi ultimi mesi ha saputo porre con forza i drammatici problemi causati dalle delocalizzazioni e dalla mancanza di serie politiche industriali e del lavoro nell’età della transizione ecologica e digitale.
Il Gruppo consiliare di Sinistra Ecologista