Il parco del Meisino è un’area verde con un galoppatoio che fino alla fine del XIX secolo era un’area agricola con la cascina Malpensata, diventata poligono di tiro e infine il galoppatoio militare e vanta la presenza di un unicum, come la zona umida di notevole importanza e residue aree naturali, che ne fanno una delle più interessanti aree naturalistiche urbane d’Europa per la conservazione dell’avifauna.
Uno status motivato dalla presenza regolare di specie rare, minacciate (SPEC 1, 2 e 3) o di presenza occasionale in regione, anche grazie alla collocazione geografica dell’area, posta lungo la rotta di migrazione della parte occidentale della Pianura Padana.
Un’area verde importante sia per la protezione e la conservazione dell’avifauna, che per la libera fruizione pubblica e a vocazione agricola pur risultando completamente immersa nel tessuto urbano. A distanza di quasi 25 anni dal Progetto preliminare del parco, l’Amministrazione comunale ha presentato un progetto “Parco dello sport e dell’educazione ambientale” finanziato con 11,5 milioni di euro del PNRR, in pieno contrasto con un’area che andrebbe tutelata come la parte nord dell’ex Galoppatoio militare.
Un progetto che andrebbe a devastare e ad antropomorfizzare una zona, dove si vogliono inserire strutture che deturperebbero l’area protetta, inserita in Rete natura 2000, sede di nidificazione di uccelli migratori e non e habitat di una piccola fauna selvatica.
Singolare che si voglia utilizzare il parco per ciclocross, mountain bike, pump track, skiroll, biathlon, nordic ski (pista sintetica), arrampicata, sportiva (lead e boulder), cricket e fitwalking cross, tutte attività fortemente impattanti, perchè?
All’interno del parco del Meisino esistono strutture sportive in stato di abbandono da anni come i campi di calcio dell’ex Tarcisia Sassi (divenuti rifugio di disperati), il campo di calcio del Meisino, tra l’altro proprietà della Città e un percorso ginnico in Borgata Rosa, privo di manutenzione da tempo immemore.
Una petizione “Salviamo il Meisino” ha raccolto oltre 2700 firme e sottoscritta da tutti coloro che hanno a cuore un pezzo di natura incontaminato, che va preservato.
Il parco del Meisino va salvaguardato e non va stravolto e l’Amministrazione comunale deve ascoltare i cittadini, che chiedono di rivedere il progetto.
Pensando ad un recupero necessariamente leggero, che preveda la realizzazione di un Centro di educazione ambientale all’interno delle strutture abbandonate dell’ex Galoppatoio.
Un centro dedicato in particolare alle scuole per renderlo un luogo di osservazione ambientale, proteggendo la zona umida e che tutta la restante parte del parco del Meisino resti protetta.
Il finanziamento potrebbe servire parzialmente a recuperare i terreni privati abbandonati ancora esistenti nella zona nord ovest dell’area e recuperare e sistemare tutti gli impianti sportivi in abbandono.
E’ fondamentale costituire un tavolo tecnico con le associazioni ambientaliste, che intendono salvaguardare il parco del Meisino e accogliere le loro proposte.
Pino Iannò