Siamo contrari ad una proroga di via Traves come hub di prima accoglienza migranti senza alcuna prospettiva concreta per superare quella situazione.
Diamo il benvenuto ai colleghi della destra nel mondo reale, quello in cui la gestione dei migranti non si fa con i facili slogan e in cui sicurezza può far rima solo con legalità, che è sinonimo di accoglienza. Diciamo basta alle bugie sbandierate ai cittadini: i migranti all’arrivo non possono essere messi sotto fermo amministrativo, ma hanno diritto a presentare la domanda di asilo. Non servono né Cpr né campi di detenzione, ma hub di primissima accoglienza che registrino le persone e diano loro la possibilità di avviare le pratiche burocratiche a cui hanno diritto, sulla base della nostra legge nazionale. Invece oggi governo fa di tutto per mantenere queste persone nell’illegalità e consegnarle come facile manovalanza alla criminalità organizzata. Così si alimenta quella spirale che poi le stesse forze politiche agitano sui territori.
Oggi la struttura di via Traves, grazie alla dedizione dei volontari della Croce rossa e alla disponibilità del Sindaco di Torino, che ha dimostrato finora una responsabilità istituzionale non scontata e all’altezza della situazione, ospita numeri superiori di quattro o cinque volte i posti disponibili nella struttura. Le persone mangiano in piedi, senza neppure una tettoia per ripararsi, nella più totale incertezza rispetto al loro futuro. La gestione dell’accoglienza è una questione nazionale, i territori come il nostro che hanno dato disponibilità a prendersi una parte della responsabilità, non possono essere lasciati in difficoltà.
Oggi chi riceve l’assenso alla protezione internazionale ma non è ancora in possesso dei documenti, e quindi si trova senza documenti, viene mandato via dai centri di accoglienza, generando così insediamenti informali e nuove occupazioni da parte di persone disperate, isolate che non hanno potuto completato il proprio iter giuridico e di integrazione.
Le Commissione Territoriali, che valutano le domande di protezione internazionale, devono avere una dotazione di personale adeguata, così come gli uffici della Questura che devono occuparsi della documentazione. Non ci sono altre strade, se non quelle di generare insicurezza e tensioni sociali.
Nadia Conticelli, capogruppo PD Comune di Torino
Abdullahi Ahmed, presidente Commissione comunale antirazzismo