I piccioni (Columba livia) per molto tempo hanno svolto un importante lavoro, quello di consegnare messaggi.
La tecnologia e l’industrializzazione, attualmente, guardano ai piccioni principalmente come un grande problema, sia in città che in campagna. Nelle aree rurali i problemi sono legati ai danni provocati ai raccolti e nelle città è un fattore molto più serio.
Del resto nelle aree urbane hanno trovato tanti rifugi, cibo e non devono fare i conti con i predatori. Tutte condizioni quanto mai favorevoli alla loro grande riproduzione, tanto da diventare una specie infestante. I volatili sono prima di tutto una evidente problematica per il decoro urbano, per la sanità pubblica e con il guano erodono i monumenti. Un degrado, quest’ultimo, che imbratta strade, monumenti, balconi, case e abbinato alla pioggia acida aggredisce le superfici dei palazzi.
Sono animali considerati un vero serbatoio di infezioni virali, con la presenza dei loro ectoparassiti e in particolare di pulci, cimici, zecche ed acari e provocano forti infestazioni all’interno di edifici dove ci sono i nidi.
L’articolo 40 del “Regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in citta” del Comune di Torino fornisce chiare indicazioni sugli interventi, che devono essere fatti a cura dei proprietari degli stabili sia in ambito di pulizia, che azioni di tipo meccanico o strutturale, con caratteristiche “non cruente”.
Anche l’alimentazione è consentita esclusivamente all’interno di aree ben precise individuate in un elenco e con una distanza minima di 250 metri da ospedali, case di cura, scuole dell’infanzia e primarie e aree giochi bimbi e con una quantità non superiore ai 250 grammi e mantenendo l’area pulita per evitare sia l’insorgenza di problemi igienico sanitari, che l’avvicinamento di altri animali considerati specie commensali opportuniste!
Giuseppe Iannò