In Piemonte, come nel resto di Italia, la parità di genere è ancora un traguardo lontano. I dati di Torino e provincia non sono più confortanti e confermano che, sebbene più istruite e più capaci di superare I concorsi pubblici, le donne non siano ancora arrivate a uguagliare nel lavoro gli uomini, né sotto il profilo della qualità, né sotto quello della quantità del lavoro, né, soprattutto, sotto quello della retribuzione.
Sebbene ampi studi dimostrino che le società in cui la parità di genere è raggiunta, sono quelle in cui aumenta il benessere di tutti , ci ritroviamo anche quest’anno a celebrare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna, con dati occupazionali addirittura peggiori degli anni precedenti. La pandemia infatti ha penalizzato soprattutto le donne. In molte hanno perso il lavoro e sono genericamente peggiorate le condizioni di colore che un lavoro ancora ce l’hanno. Per non parlare poi del lavoro di cura dei figli e degli anziani ancora quasi completamente a carico delle donne senza che questo sia mai stato riconosciuto e retribuito.
A fronte di un panorama poco confortante e pressoché immutato da troppo tempo cosa fare?
Ovviamente credo che occorra continuare a lavorare prima di tutto sul cambiamento culturale a partire dalle bambine e dei bambini. Che però non è ovviamente sufficiente. Occorrono servizi a tutti I livelli. Una scuola con un tempo pieno che funzioni, supporti per chi ha anziani in famiglia. Occorre organizzare una città in cui tutto sia vicino, raggiungibile. Occorre lavorare sui trasporti. Lavorare su tutto ciò che consenta di liberare il tempo delle donne per una emancipazione dal lavoro di cura, poiché l’occuparsi della famiglia possa essere una scelta e non un percorso obbligato.
Occorre fare in modo che le donne possano partecipare pienamente alla vita sociale, potendo scegliere di studiare, lavorare, impegnarsi in ambito sociale o politico oppure dedicarsi alla famiglia in maniera libera, al pari degli uomini e con le stesse opportunità.
Sono Presidente della Commissione consiliare Diritti e Pari Opportunità della Città di Torino da qualche mese e ho ritenuto importante partire dallo strumento principale di programmazione delle politiche di una città: il bilancio. Ho presentato una mozione per l’adozione del bilancio sociale e di genere che ieri è stata discussa e approvata all’unanimità in Sala Rossa.
Un primo passo, che mi auguro si traduca anche in scelte concrete a supporto di servizi per le mie concittadine, che significa, di conseguenza, a sopporto di tutti.
Sono rappresentante regionale di DemoS (Democrazia Solidale) che fa della solidarietà e dell’attenzione agli ultimi la sua cifra. E’ proprio l’attenzione ai più fragili che mi ha spinto a occuparmi di politica in età adulta dopo una lunga esperienza nel volontariato, perché credo che una la politica a misura degli ultimi e soprattutto dalle ultime, che come sappiamo sono sempre un pò più ultime tra gli ultimi, possa davvero essere una politica a misura di tutti.
Elena Apollonio