Il bilancio di fine mandato è un obbligo dei governi. Per le formazioni di opposizione il dovere di dare conto pubblicamente dell’impegno, della coerenza, delle mediazioni, delle conferme e degli insuccessi deriva dall’etica politica.
Nel consegnare il report sui 5 anni di Torino in Comune, formazione di minoranza al Comune e nelle Circoscrizioni, piace pensare che alcuni cambiamenti saranno strutturali anche grazie alla nostra ostinata pervicacia nel proporre e ribadire: ad esempio, la progressiva riduzione delle tariffe della ristorazione scolastica, l’istituzione di un servizio per i dipendenti comunali dedicato alla conciliazione per la cura dei parenti non autosufficienti, l’insediamento di organismi di partecipazione sulla tutela dei diritti come la Consulta per la salute mentale, la previsione di nuovi nodi di reti sociali come le edicole di comunità.
Rimane il rammarico per l’indifferenza operativa della Giunta che ha vanificato le intenzioni: sono i casi del gender city manager, della carta dei diritti dei lavoratori dell’economia digitale, delle proposte in ambito urbanistico come per l’area Ettore Valli e le stazioni dismesse o per la sede di Torino sociale.
Chi vorrà dedicare tempo alla lettura troverà atti di critica e di proposta, territorialmente puntuali o di principi generali, accomunati dall’intento di offrire un contributo di sinistra per le prospettive di questa città.
Eleonora Artesio