Alle dichiarazioni del signor Bezzon converrebbe non replicare: per alcuni il gusto per la battuta ad effetto è tale che il commento alimenta il narcisismo.
Sulla intervista del comandante della Polizia Municipale di Torino, Dr. Bezzon, è lecito riflettere, specie in epoca 5stelle in cui si assumono provvedimenti disciplinari contro educatori comunali che esternano preoccupazioni sulla qualità dei servizi educativi. “Niente elemosina agli homeless. Per loro il centro è un bancomat” (Dr. Bezzon, 27/1/2021, Giornata della Memoria). “Arresto fino a tre mesi a chiunque mendica in luogo pubblico o aperto al pubblico” (art.670 c.p.Rocco, 19/10/1930).”È vietato mendicare in luogo pubblico o aperto al pubblico” (art.154 Testo unico leggi pubblica sicurezza, Regio Decreto 1931). Compassionevolmente negli anni ’30 si prevedeva un onere per lo Stato ai fini di ricovero per i mendicanti inabili al lavoro e privi di mezzi di sussistenza, a gestione dei Comuni e degli enti di assistenza e beneficienza. “Chi cerca aiuto vero, una soluzione abitativa protetta e pasti caldi, li trova… Chi è attaccato al marciapiede lo fa per tante ragioni… A quelle persone sono già state proposte soluzioni e le hanno rifiutate… Se i clochard per una settimana non beccassero un euro, verrebbero a cercare noi…” (Dr. Bezzon, 27/1/2021, Giornata della memoria).
In sintesi: storicamente in questo Paese la povertà è una colpa; se poi è esibita e non si adatta alla generosa condiscendenza della pubblica assistenza è colpa grave da perseguire, non con le abrogate leggi del passato, ma aumentando il solco tra le persone “per bene”, inutilmente e fin dannosamente caritatevoli, e gli homeless irriducibili. Non un dubbio sulle motivazioni delle rinunce ai servizi pubblici, se non il sospetto di una rete di sfruttamento della mendicità di fronte al quale ci si aspetterebbe – per un settore che ha aumentato le dotazioni di organico in tempi di riduzioni del personale per gli altri – almeno l’annuncio di una attività investigativa. Non un consiglio sui miglioramenti da apportare ai servizi di ospitalità, ai fini della loro praticabilità per tutti. “Nessuno qui rischia di morire di freddo“, così si conclude la intervista al comandante Bezzon: come auspicio si sottoscrive.
Eleonora Artesio