Il Consiglio comunale ha approvato, questo pomeriggio, un ordine del giorno che chiede al Governo e al Ministero dell’Economia e delle Finanze di non utilizzare il patrimonio immobiliare RAI torinese per sopperire a spese correnti e di reinvestire gli eventuali utili prodotti dalla vendita dell’edificio di via Cernaia in investimenti immobiliari sul territorio cittadino, anche con l’obiettivo di mantenere invariati gli attuali livelli occupazionali. Il documento, presentato dal consigliere Enzo Lavolta (PD), impegna contestualmente l’Amministrazione comunale a subordinare il proprio assenso alla vendita dell’edificio di via Cernaia alla garanzia che il ricavato della vendita venga investito sul territorio, così come previsto dall’accordo stipulato originariamente dalla Città con la RAI, all’epoca della cessione del terreno su cui è costruito l’immobile. Per il promotore dell’ordine del giorno, il mantenimento dell’impegno immobiliare da parte della RAI sul territorio significa garanzia di occupazione diretta e indiretta, sinergia con gli enti locali, con Università e Politecnico, oltre ai ricavi diretti e indiretti per la rete commerciale e dei servizi che gravitano intorno agli insediamenti aziendali. Analisi condivisa dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di categoria, intervenuti in mattinata durante una seduta congiunta delle commissioni “Commercio e lavoro” e “Cultura”. Il timore espresso dai sindacati è quello che le eccellenze e le professionalità presenti a Torino, seconda sede aziendale del Paese per importanza, sede di tutte le direzioni, di un centro di produzione e dell’orchestra sinfonica, se non più supportate economicamente, possano essere trasferite presso altre sedi.
Marcello Longhin