La petizione di iniziativa popolare al Consiglio comunale, presentata questa mattina a Palazzo Civico durante un Diritto di Tribuna, chiede l’indizione di un referendum cittadino consultivo per proporre ai torinesi la vendita di almeno il 51% di Gtt. Il motivo di tale richiesta viene spiegato con la necessità di mettere l’azienda nella condizione di dedicarsi con maggiore attenzione ai compiti di regolamentazione e pianificazione del trasporto pubblico locale, al controllo degli standard qualitativi, affidando a gestori professionali l’organizzazione più efficiente del servizio. Tutto con il migliore rapporto fra la qualità e i costi per la collettività.
Per i firmatari, questa operazione non significa privatizzare il trasporto pubblico, ma eliminare l’influenza della politica dall’azienda. Significa introdurre criteri di meritocrazia ed efficienza nella gestione economica al posto di clientelismo e consenso elettorale che, sempre secondo i firmatari, hanno portato l’azienda al tracollo finanziario. I diritti dei fruitori del servizio di trasporto pubblico sarebbero comunque salvaguardati con la pianificazione degli obiettivi e la verifica dei livelli qualitativi prefissati da parte del gestore del servizio, mentre il Comune continuerebbe a decidere quali linee e quali standard di servizio dovrà seguire il gestore.
Marcello Longhin