La Casa delle Donne di Torino è stata audita nella seduta del 30 maggio 2024 della Commissione Diritti e pari opportunità.
L’associazione – hanno spiegato le sue rappresentanti – è nata dall’occupazione nel 1979 dell’ex manicomio di Torino, in via Carlo Ignazio Giulio, durata circa un anno, per chiede di avere un luogo di riferimento comune per vari collettivi femministi, in un posto dove molte donne avevano sofferto. Per uscire dall’isolamento, comunicare e prendere iniziative.
Dopo una “trattativa” con la Giunta Novelli, le occupanti ottennero un sede in affitto, in un’ex caserma dismessa nell’ex palazzo del macello, in via Vanchiglia 3 a Torino, che hanno ancora oggi in concessione.
L’associazione – hanno affermato le referenti – è caratterizzata dal pacifismo e dalla laicità e si batte per i diritti delle donne: in primis, il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo e sulla maternità, salute, lavoro, condizioni materiali di vita e lotta contro la violenza.
La casa – hanno spiegato – è un luogo “molto politico” per dare “ascolto, solidarietà e sostegno alle donne”, anche attraverso consulenze legali e psicologiche, una fornita biblioteca e gruppi di auto-mutuo aiuto, per favorire l’auto-coscienza delle donne e la condivisione.
Ci si rivolge alla Casa soprattutto per questioni legate a divorzio, separazione e figli e – in circa il 20% dei casi – per violenze e maltrattamenti.
L’ente fa anche parte Coordinamento contro la violenza sulle donne (Ccvd).
In collaborazione con altre associazioni, vengono inoltre organizzate attività sociali, come corsi di teatro e yoga, e iniziative di informazione e sensibilizzazione nelle scuole.
Massimiliano Quirico