Sul perché un giardino della periferia torinese sia stato intitolato a Pietro Vannucci, più noto come “il Perugino”, le risposte sono due. La prima, forse più banale nella sua oggettiva verità: vissuto tra il XV e il XVI secolo, il perugino fu uno degli artisti più significativi del rinascimento italiano. Una delle sue opere più famose, raffigurante la consegna a san Pietro delle chiavi del Paradiso, figura tra gli affreschi che costituiscono quello scrigno d’arte a livello planetario che è la Cappella Sistina.
La seconda risposta è più curiosa ma non meno importante. In quella zona di Torino, la vecchia Barriera di Lanzo che si sporge verso il confine municipale con Venaria, vive da decenni una folta comunità di torinesi originari dell’Umbria. Tra di essi, non pochi hanno la loro origine a Città delle Pieve, dove proprio il Perugino nacque intorno al 1450 (la data, come spesso accadeva nei tempi passati, non è stata stabilita con certezza).
Fausto Scricciolo, il sindaco di Città della Pieve giunto a Torino per l’inaugurazione, è stato così accolto da un bel gruppo di suoi conterranei, oltre che dal vicepresidente vicario del Consiglio comunale Enzo Lavolta e dal presidente della Circoscrizione 5, Marco Novello. Nel giardino, delimitato dalle vie Venaria, Lanzo e Brosso, si sono raccolti un buon centinaio di residenti della zona, insieme a una rappresentanza di allievi della vicina scuola “Ignazio Vian”.
Proprio rivolgendosi in particolare a questi ultimi, il vicepresidente Lavolta ha enfatizzato l’importanza di “mettere al centro del mondo la persona, l’umanità, come fecero gli intellettuali e gli artisti che diedero vita, dopo secoli di buio, all’Umanesimo e al Rinascimento”.
Lavolta ha anche poi rivolto un forte appello al rispetto e all’impegno per la conservazione dei beni comuni, dei quali il giardino intitolato al Perugino è un esempio. Un tema, questo, ribadito anche dal presidente Marco Novello, che ha ricordato come il giardino, al pari di altri spazi verdi, sia affidato non solo ai giardinieri comunali ma al buon senso e alla cura di tutti. Il sindaco Scricciolo, salutando non solo i suoi compaesani ma tutti gli altri cittadini presenti, torinesi originari di ogni regione d’Italia e anche dall’estero, ha ricordato il valore dell’integrazione, unito al saper conservare le proprie radici culturali.
Claudio Raffaelli