Il posto, di proprietà comunale, è dei più belli: un angolo appartato della media collina torinese, con un imponente edificio barocco circondato da alberi (alcuni dei quali centenari, come il cedro dell’Atlante che svetta verdissimo) e vedute spettacolari sulla parte settentrionale della città, da Vanchiglietta a Superga verso Settimo torinese e oltre.
Fino a pochi anni fa, una vasta porzione del parco della villa era adibito a campeggio: un’area oggi in abbandono, con le poche strutture che furono del campeggio ormai in stato di degrado. I giardinieri del Comune continuano a garantire la manutenzione della parte di parco al lato opposto della villa, che è aperto al pubblico, ma i costi sono rilevanti. La villa, dal canto suo, è interamente vincolata dalla Soprintendenza per i Beni artistici e Culturali, in quanto edificio storico di un certo pregio.
Attualmente i locali dello stabile sono dati in concessione all’Automotoclub Storico italiano (ASI), che vi ha collocato la propria sede nazionale.
Per recuperare il complesso, come è stato spiegato ai consiglieri e consigliere comunali delle commissioni Ambiente, Patrimonio e Urbanistica che lo hanno visitato, occorrerebbe un investitore privato con buone disponibilità finanziarie: solo l’area di campeggio, infatti, misura 25000 metri quadrati. Infine, una piccola curiosità: è proprio all’interno della tenuta Rey, così si chiamava allora, che lo scrittore Emilio Salgari si tolse cruentemente la vita, il 25 aprile del 1911, come ricorda una targa metallica posta di fronte alla villa.
Claudio Raffaelli