Il Consiglio Comunale ha approvato, questo pomeriggio, una mozione che vede come prima firmataria la consigliera Daniela Albano (M5S), con la quale si impegna Sindaca e Giunta di dare mandato al rappresentante del Comune di Torino, in assemblea dei Comuni soci Smat di promuovere, sostenere e condividere tutte le argomentazioni a sostegno della trasformazione in azienda di diritto pubblico della società che gestisce l’acquedotto torinese.
Il documento impegna contestualmente l’esecutivo cittadino a dare mandato al rappresentante dellla Città ad esprimere voto favorevole alla trasformazione dell’azienda S.p.A.
La mozione sottolinea come dallo studio comparativo commissionato da Smat, tra l’attuale gestione e quella auspicata, non sono emersi elementi ostativi alla trasformazione né sul piano amministrativo, né sul piano giuridico e normativo e ribadisce la volontà di mantenere in mano pubblica la proprietà e la gestione, partecipativa senza scopo di lucro, del servizio idrico integrato del nostro territorio.
Dopo l’illustrazione da parte della prima firmataria, si è svolto il dibattito.
Stefano Lo Russo (PD): Smat è tutto tranne che una società non pubblica. Le tariffe vengono deliberate da soggetti pubblici. Se si vuole incidere, basta che i Comuni soci non chiedano i dividendi e lascino all’azienda risorse per investimenti. Le modifiche statutarie introdotte negli anni scorsi impediscono di fatto la vendidata a privati.
Federico Mensio (M5S): Se Smat fosse tutta pubblica non avrebbe quota di CDU S.p.A. Una società è pubblica quando l’intero capitale è pubblico. La società che ha operato bene, può continuare a fare efficienza.
Alberto Morano (Lista civica Morano): Smat è una delle poche società che lavora bene, riconosciuta come modello a livello nazionale. Perché ciò deve finire? Perché ciò deve essere smantellato solo per una questione ideologica?
Enzo Lavolta (PD): Se l’assemblea dei soci dovesse deliberare per la trasformazione di Smat, i Comuni soci di CDU hanno già dichiarato la volontà ad uscire da Smat, il che comporterebbe, per la stessa Smat, un esborso di 30 milioni. La mozione è strumentale, utile alla prossima campagna elettorale.
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): La battaglia giusta non è rappresentata dalla trasformazione. La battaglia giusta dovrebbe essere per la vigilanza sull’efficienza dell’azienda e su come vengono investiti gli utili
Antonio Fornari (M5S): Eravamo pronti a votare per la trasformazione di Smat già nel 2016, ma si era deciso di aspettare il percorso che ha portato allo studio comparativo delle due gestioni.
Eleonora Artesio (La sinistra): Voterò a favore perché i fini pubblici vanno perseguiti con risorse pubbliche. Quando i mezzi sono misti e confusi anche le finalità diventano sfocate.
Aldo Curatella (Misto minoranza): Voterò a favore anche se non è chiaro come la Giunta si stia ponendo nei confronti di Smat e se si sia confrontata con gli altri comuni soci.
Marina Pollicino (Misto minoranza Con.Ci): Voterò a favore anche se la scelta politica è tardiva., presa a fine mandato.
Valentina Sganga (M5S): Favorevole alla trasformazione di Smat. A chi chiede perché, rispondo perché ce lo hanno chiesto gli elettori nel 2016.
Raffaele Petrarulo (Sicurezza e legalità): Sostengo la trasformazione della Smat in società di diritto pubblico perché c’è una volontà popolare espressa con il referendum del 2011 che va rispettata.
Federica Scanderebech (Misto minoranza – Rinascita Torino): Smat è un modello di azienda vincende. Stravolgerlo ora lo considero inopportuno.
In conclusione, è intervenuto l’assessore all’Ambiente, Alberto Unia che ha evidenziato come la Giunta “non abbia mai smesso di occuparsi della ripubblicizzazione dell’acqua. La Città non è proprietaria di Smat, si è fatto un percorso insieme agli altri soci che ha portato allo studio comparato dei due modelli di gestione. La Smat potrà continuare ad essere un’eccellenza ma nella forma giuridica che si avvicina all’esito referendario. Con questa mozione, il Consiglio dà un indirizzo sulla posizione che la Città dovrà avere nell’Assemblea dei soci”.
Il documento ha ottenuto 25 voti a favore e 10 contrari.
Federico D’Agostino