Il Consiglio comunale ha approvato, con 21 voti a favore e 9 contrari, una delibera illustrata dal vice sindaco Guido Montanari, con la quale vengono stralciati dai P.R.U.S.A. (Programmi di rigenerazione urbana, sociale e architettonica), l’ex area Thyssenkrupp e castello di Lucento, tra corso Regina Margherita e via Pietro Cossa, via Pianezza e il fiume Dora, le aree a nord e sud di corso Romania, la zona compresa tra strada del Portone, il confine con Grugliasco, corso Tazzoli e corso Orbassano e l’area compresa tra corso Bramante, corso Turati e la ferrovia.
Montanari ha evidenziato come attraverso questa delibera vi sia un ritorno a destinazione produttiva delle aree, riduzione delle residenze e del commercio, la difesa di aree verdi e la possibilità di semplificare le procedure necessarie a governare la trasformazione urbanistica, attraverso gli strumenti consentiti dalla Legge 106 del 2011 che consentono di ottenere contributi di valorizzazione per gli interventi di riqualificazione.
In tutte le aree, ha sottolineato il vice sindaco, è prevista una riduzione delle superfici commerciali di 237 mila metri quadri, di quelle residenziali per 165 mila metri quadri, ed ospiteranno 840 mila metri quadri per destinazione produttiva (Industria 4.0, logistica, coworking).
Dopo l’illustrazione, si è sviluppato il dibattito durante il quale il consigliere Stefano Lo Russo (Partito Democratico), contrario alla delibera, ha definito il provvedimento “inutile, un favore ai proprietari privati delle aree, che cancella previsioni urbanistiche in assenza di alternative, è un completo abbandono della regia pubblica della trasformazione di queste aree” ed ha espresso preoccupazione per la presenza del campo nomadi di corso Tazzoli che sarebbe stato tolto con il Prusa che oggi viene revocato.
Per Viviana Ferrero (Mov. 5 Stelle) è un errore parlare di ottica integrata prevista dai P.R.U.S.A., perché significa parlare di altri appartamenti e altri centri commerciali mentre è fondamentale la trasformazione dei siti industriali che vanno ripensati in modo partecipato, su modelli di produzione di cibo, di green economy, di produzione di energia non fossile.
Secondo Mimmo Carretta (Partito Democratico), il vice sindaco Montanari è fautore di una politica che ha aperto le porte ad architetti ed ingegneri “che fa tutto e il contrario di tutto” mentre Antonino Iaria (Mov. 5 Stelle) non vede nessuna accusa seria a Montanari se non quella di avere una visione diversa su queste aree sulle quali non sono ancora stati fatti interventi.
Fabrizio Ricca (Lega Nord) non vede differenze tra il Mov. 5 Stelle e il Pd dello scorso mandato e si è definito contrario all’utilizzo degli interventi previsti dalla legge 106, che non prevedono varianti al Piano regolatore, e non consentono di entrare nel merito dei provvedimenti, ma permettono di salvare il Bilancio.
Esprimendo il voto favorevole del Movimento 5 Stelle a questo provvedimento, Damiano Carretto ha evidenziato come l’Amministrazione smonti i piani precedentemente approvati, agendo secondo il proprio programma, sulla base di quello che si ritenga migliorabile.
Revocati i programmi di rigenerazione urbana
Federico D’Agostino