Quale futuro per l’Ipab “Società di Patrocinio per i dimessi dagli ospedali psichiatrici” e il suo immobile di via Ravenna 8 a Torino, che ospitava una quarantina di assistiti?
Se ne è discusso il 16 maggio 2019 in una seduta delle Quarta Commissione, insieme all’assessora al Welfare e al Commissario straordinario dell’Ipab.
La struttura è in ottime condizioni, ha ottenuto la “scia” dai Vigili del Fuoco, è arredata e necessita solo di piccoli interventi manutentivi, ma gli ospiti – poco meno di 40 (capienza massima), molti dei quali provenienti dal manicomio di via Carlo Ignazio Giulio – sono stati trasferiti nello scorso mese di gennaio a causa della revoca dell’autorizzazione al funzionamento come residenza assistenziale flessibile (R.A.F.) disposta dall’Asl Città di Torino per problemi amministrativi.
Nonostante infatti i pazienti fossero ben curati, l’immobile correttamente manutenuto e con una gestione economica sostanzialmente in pareggio (fatturato sui 700/900mila euro annui), il Commissario straordinario ha rilevato gravi inadempienze amministrative (bilanci non predisposti dal 2016, pignoramenti del conto corrente e possibili sanzioni in arrivo da parte di Inps e Agenzia delle Entrate) che hanno portato alla revoca dell’autorizzazione e all’allontanamento dei pazienti ricoverati.
Una volta completato il risanamento amministrativo, però, la struttura potrebbe riaprire in tempi rapidi – ha spiegato il Commissario – accogliendo il desiderio dei 40 pazienti di ritornare “a casa” e dando nuovamente occupazione ai circa 50 lavoratori e lavoratrici di cooperativa precedentemente impegnati, senza gravare sui conti della Città.
Il Comune di Torino però, dato il basso fatturato dell’Ipab, potrebbe valutare di trasformarla in un’associazione o in una fondazione, oppure estinguerla.
Il Commissario ha sollecitato una decisione in tempi rapidi, per evitare l’ammaloramento di un immobile sano e pronto all’uso, che – ha spiegato – è già stato recentemente oggetto di un’effrazione e potrebbe essere occupato illegalmente.
La questione verrà approfondita dagli Uffici legali e del patrimonio della Città e sarà nuovamente discussa in Commissione.
Massimiliano Quirico