Un affollato incontro presso la Sala delle Colonne, promosso dalle commissioni Istruzione e Personale di Palazzo Civico, ha visto un serrato confronto tra amministrazione comunale, sindacalisti e rappresentanti dei genitori, sul delicato tema della riorganizzazione dei servizi educativi. I dipendenti comunali in uscita causa pensionamento, tra quest’anno e il 2021, potrebbero raggiungere le 1570 unità, se tutti coloro che hanno i requisiti relativi alla “quota cento” si avvalessero di questa facoltà. Di queste persone, ad appartenere ai servizi educativi sono in 411, un quarto del totale.
Di qui, la preoccupazione per la continuità e la qualità del servizio negli asili nido e nelle scuole materne espressa dai rappresentanti di CGIL, CISL, UIL, CSA, ANIEF, CUB Scuola, Coordinamento educatrici precarie. I sindacalisti hanno sottolineato la necessità di un piano di assunzioni a tempo indeterminato per garantire ai piccoli utenti e alle loro famiglie un servizio efficiente, e al personale condizioni di lavoro adeguate.
Già oggi, infatti, una parte del servizio è gestito tramite lavoratrici e lavoratori precari. A questo proposito, l’assessora Di Martino ha esplicitato l’intenzione della Città (alle prese con forti ristrettezze di bilancio) di bandire un concorso per 35 posti di insegnante di scuola per l’infanzia, mentre altri 35 posti di educatrice/educatore dovrebbero essere ottenuti dopo è stato accolto un emendamento promosso dall’ANCI al fine di eliminare il blocco delle graduatorie contenuto nella bozza del Decreto Crescita. Settanta posti a tempo indeterminato che rappresenterebbero una prima boccata di ossigeno, pur non risolvendo integralmente il problema.
Un elemento segnalato più volte nel dibattito, sul quale tutti sono stati concordi, è stato quello della centralità del servizio pubblico. Pur con tutte le difficoltà di risorse e di personale, la Città punta a mantenere sostanzialmente intatta l’offerta didattica, con una riduzione di posti bambino di sole 80 unità (sotto il 3% del totale) in massima parte dovuti alla chiusura degli spazi del nido Cavour.
Claudio Raffaelli