Le commissioni Urbanistica e Ambiente hanno visitato, nella mattinata di venerdì 15 settembre, il cantiere di Parco Dora. Da quest’estate, infatti, si sta lavorando per la stombatura del secondo fiume torinese, che scendendo dalla Valle di Susa taglia orizzontalmente la città prima di confluire nel Po. La Dora, a partire dalla metà del secolo scorso, era stata canalizzata per parecchie centinaia di metri in un alveo sotterraneo sovrastato da una soletta in cemento armato, per collegare ed ampliare la soprastante area industriale, allora la più estesa della città dopo il complesso della Fiat Mirafiori. La stombatura, che riporterà il fiume a scorrere a cielo aperto, è un passo decisivo nel completamento del recupero e riqualificazione della “Spina 3”, dove nell’ultimo decennio vi sono insediate migliaia di persone. A caratterizzare l’operazione urbanistica è stato anche progetto del Parco Dora, che fonde archeologia industriale e verde pubblico. Diviso in due parti dal corso del fiume, il Parco sarà ricucito da un breve tratto della copertura dell’alveo, una sessantina di metri, destinato ad essere conservato, dopo essere stato opportunamente modificato per consentire il regolare flusso delle acque fluviali. Una sorta di largo ponte, arricchito di verde, che oltre a creare un senso di continuità tra le due sponde del parco potrà essere utilizzato dai mezzi che dovessero occasionalmente intervenire per rimuovere tronchi e detriti portati dalle piene del fiume. Questa soluzione è stata adottata modificando il primo progetto che prevedeva l’esistenza di più passerelle ciclopedonali.
Secondo i tecnici che hanno accompagnato nella visita la delegazione del Consiglio comunale, i lavori di demolizione della soletta dovrebbero terminare entro il mese di ottobre e il cantiere essere smantellato entro la fine dell’anno. Nel corso del 2018 procederanno i lavori di allestimento delle aree verdi, dotate anche di impianti come una piastra da skateboard e una palestra all’aperto. Verrà anche realizzata una collinetta panoramica con vista sull’intero parco e sulla basilica di Superga.
Gran parte dei detriti ottenuti dalla frantumazione delle strutture eliminate, composti di materiali inerti, potranno essere riutilizzati in edilizia e per la realizzazione di infrastrutture: saranno ad esempio utilizzati nell’allestimento della collinetta “vista Superga”. Per la metà del 2019, tutta l’area del Parco Dora dovrebbe essere completata secondo il progetto.
Claudio Raffaelli