Con la pandemia crescono i rischi di riciclaggio. Nel mirino della criminalità organizzata soprattutto ristoranti, hotel e agenzie di viaggio. E’ quanto emerge dal rapporto della società Croved illustrato dal responsabile dell’Ufficio studi della società, Guido Romano, questa mattina, nel corso della riunione della commissione Legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi, presieduta da Carlotta Tevere.
Le segnalazioni di operazioni sospette, nel corso del primo semestre 2020, sono state, sul territorio nazionale, oltre 53.000, con un incremento del +3,6%. In Piemonte, dove tuttavia si registra una diminuzione percentuale pari a -6,7%, sono state oltre 3000 le segnalazioni. Le segnalazioni di riciclaggio, invece, sono state 52.588, con un aumento del 4,7%.
Diecimila società hanno cambiato titolare dall’inizio della pandemia, 511 in Piemonte.
Il Covid ha reso vulnerabili alle infiltrazioni criminali 9 mila ristoranti, che si aggiungono ad altri 6 mila già molto fragili finanziariamente. Una situazione che dimostra come i fenomeni di riciclaggio sono tanto più frequenti quanto è maggiore la presenza di contanti, tanto più il business può generare profitto e può essere interessante per chi deve investire soldi illeciti in un’economia legale.
Nel settore alberghiero, in cui i mancati pagamenti per fatture sfiorano l’80%, su 8000 alberghi che operano in Italia come società di capitali, prima del Covid, 917 erano a rischio di default, successivamente se ne sono aggiunte 2000, con problemi di liquidità.
Anche per le agenzie di viaggio, forse il settore maggiormente colpito pesantemente dalla pandemia, l’80% delle fatture non sono state pagate. Su circa 3400 agenzie di viaggio, il numero di quelle che entro dodici mesi corrono un reale rischio di uscire dal mercato, passano da 506 a 2300 (81 sono in Piemonte).
Il quadro è stato confermato dai rappresentanti delle categorie presenti all’incontro.
Alessandro Mautino di Epat (Associazione pubblici esercizi di Torino) segnala un quadro allarmante nel quale, però, sono evidenti i passaggi di proprietà fisiologici ma non emergono le situazioni di cessione di attività dovute ad infiltrazioni criminose. Occorre, sostiene, creare uno strumento ad hoc per farle emergere e perché i titolari delle società trovino il coraggio di segnalare e denunciare.
La gravità è sottolineata anche da Luca Amato di Ascom: il mondo della somministrazione è tra i più colpiti, messo in difficoltà anche dallo smart working introdotto da enti pubblici e privati. Molti alberghi non hanno riaperto. Secondo il direttore di Epat, Claudio Ferraro, il settore della ristorazione rischia di perdere, quest’anno, tra le 2000 e le 3000 aziende (1039 hanno chiuso nel 2020, tra bar, ristoranti e mense). Per Fabio Borio di Federalberghi, le società ricettive stanno conducendo una resistenza che però porterà ad un buco economico che dovrà essere ripianato nel tempo.
Alberto Carpignano di Ascom Torino segnala come sia forte il timore dell’usura e come questa possa presentarsi all’interno del territorio in cui risiede l’attività.
Le agenzie di viaggio, nei casi migliori hanno avuto un fatturato pari a 0 negli ultimi 5 mesi, ha sottolineato Gabriella Aires, mentre molte sono quelle che hanno entrate pari a 0 da un anno. In questo settore, ha evidenziato, si stanno insinuando attività abusive con conseguente concorrenza sleale. E’ un problema economico, ha evidenziato, ma anche psicologico.
Dai consiglieri, la necessità di dare risposte ai problemi emersi. Per Maria Grazia Grippo (Pd) è necessario accompagnare la resistenza delle imprese ed aiutarle a preparare la ripresa. Secondo Viviana Ferrero (M5S), le banche devono intervenire con quote che evitino alle società di essere risucchiate dall’usura mentre Francesco Tresso (Lista civica per Torino) ritiene possibile un supporto di ascolto da parte della Polizia Municipale utile a fare emergere condizioni di criticità da parte delle società, sviluppando l’esperienza del Nucleo di Prossimità. Infine, la presidente della Commissione, Carlotta Tevere, ha ricordato i provvedimenti della Città a favore delle aziende, legati a sgravi o riduzioni di imposte. Tuttavia, ha ribadito, occorre la liquidità per far ripartire le aziende e ha ricordato come, in questo senso, sia utile il protocollo d’intesa siglato con la Prefettura che, coinvolgendo le banche, dovrebbe velocizzare le procedure per ottenere i capitali necessari per riavviare l’attività.
Federico D’Agostino