Palazzo Civico ricorda il contributo dei suoi dipendenti alla Resistenza

Sala Rossa affollata per la commemorazione

È stato il 25 Aprile ad aprire le porte ad un’Italia dove ognuno ha il diritto di proclamarsi di sinistra o di destra, o nulla di questo, con pari dignità“. Le parole di Antonio Caputo, esponente della Federazione Italiana Associazioni Partigiane (FIAP) intervenuto a nome di tutte le associazioni della Resistenza, sono risuonate in una Sala Rossa affollata di dipendenti della Città di Torino.

La cerimonia è proseguita in piazza Palazzo di Città

Ogni anno, prima della Festa della Liberazione, a Palazzo Civico vengono ricordati i caduti per la libertà, e in primo luogo i dipendenti comunali che presero parte alla lotta contro il nazifascismo a costo della loro vita. Nel suo intervento, Caputo ha anche rievocato il filo rosso che lega la Resistenza alla Costituzione repubblicana, quel documento fondativo della nostra democrazia che è una vera e propria Bibbia civile, secondo la definizione che ne diede Alessandro Galante Garrone. “La Costituzione realizza un modello di convivenza civile fondato su un potere che viene dal basso” ha aggiunto il rappresentante delle associazioni partigiane,  sostenendo che “la Resistenza diviene tanto più compiuta quanto viene attuata concretamente la Costituzione“. Una Costituzione, ha concluso, che va difesa contro ogni tentativo di snaturarne i principi fondamentali.

Dopo gli interventi delle autorità cittadine, i presenti hanno formato un breve corteo che ha  visto  la deposizione di una corona di alloro alla lapide, murata sulla facciata di Palazzo Civico, che riporta la motivazione della medaglia d’oro concessa a Torino nel 1959 per il suo contributo alla Resistenza. Un omaggio floreale è stato quindi  apposto alla lapide, sotto il porticato di piazza Palazzo di Città, che ricorda il caduto partigiano Carlo Chiesa.

Claudio Raffaelli