Nuovo regolamento per la sosta nei campi nomadi

Sebbene il superamento dei Campi di sosta per Rom, Sinti e Camminanti, impegno da anni assunto dalla nostra Città (e anche dall’Italia, in sede europea), sia ancora un obbiettivo di non facile né di rapida realizzazione, l’Amministrazione comunale di Torino tenta di procedere in quella direzione.
E’ questo lo spirito dichiarato dalla delibera approvata dal Consiglio comunale nella seduta del 4 aprile,  che vara un nuovo Regolamento delle aree di sosta attrezzate in sostituzione di quello vigente dal 2004.
L’atto, approvato con 21 voti favorevoli, tre contrari e due astensioni, interessa le aree di sosta attualmente autorizzate: via Germagnano 10, Strada dell’aeroporto 235/25, via Lega 50, corso Unione Sovietica 65, con un totale di 769 persone residenti.
L’assessora ai servizi sociali, Sonia Schellino, illustrando il provvedimento ha spiegato che gli elementi qualificanti e innovativi del Regolamento elaborato dal gruppo di lavoro interassessorile incaricato di elaborare il “Progetto speciale Campi nomadi” sono:
– Carattere temporaneo delle aree di sosta in vista del loro superamento.
– Modificazione della composizione e del funzionamento della Commissione che rilascia i nullaosta per la sosta nelle aree attrezzate.
– Verifica su reddito e patrimonio dei richiedenti e pagamento di una tariffa annuale.
– Morosità pregresse e non sanate con rateizzazioni causano il mancato rilascio del permesso di sosta, così come i reati definiti all’articolo 9 del Regolamento.
– I requisiti per l’accesso ai campi sono estesi all’accesso ai percorsi di inclusione sociale e accoglienza in strutture comunali collettive.
– Le nuove norme di comportamento sono dettagliate e prevedono oltre alla cura della piazzola e altri doveri civici, la regolarità dei documenti di tutto il nucleo famigliare.
L’esigenza di una più puntuale regolamentazione delle aree di sosta, spiega la delibera, è motivata dalla realtà più complessa determinatasi con l’involuzione delle leadership all’interno delle aree, le situazioni di conflittualità interna e l’aumento dei comportamenti devianti registrati negli ultimi anni.

Le critiche provenienti dalle opposizioni (distribuitesi tra voto contrario, astensione e non partecipazione al voto), convergono in linea di massima nell’indicare una mancanza di efficaci strumenti di controllo e sanzione in caso di mancato rispetto delle nuove regole. Alcuni gruppi non condividono il percorso di costruzione del nuovo regolamento, giudicato non sufficientemente partecipativo, mentre in altri casi vengono denunciati meccanismi ritenuti ingiustificatamente penalizzanti nei confronti delle famiglie e delle persone che hanno scontato condanne penali.

 

Silvio Lavalle