Il ritrovamento delle gallerie di contromina della Cittadella e con esse l’inizio di una storia lunga e appassionante, si deve alla realizzazione di Palazzo Pralormo, che in corso Vinzaglio oggi ospita il Circolo Ufficiali di Presidio, ma nacque nel 1911 per accogliere la Scuola di Guerra.
Nel 1909 il colonnello Pietro Magni, esperto topografo, scopre durante gli scavi di fondazione importanti tratti dei cunicoli sotterranei usati nell’assedio di Torino del 1706 e un pozzo comunicante con una galleria profonda 12 metri sotto il livello di corso Vinzaglio. Nel dopoguerra, le cartografie del Magni serviranno al generale Guido Amoretti per lo studio delle gallerie di contromina e la loro valorizzazione con la costituzione nel complesso dell’ex Scuola di Guerra (stesso isolato ma sul lato di via Guicciardini) del museo Pietro Micca, inaugurato nel 1961.
La Commissione cultura del Comune ha in mattinata vistato il Museo accompagnata dall’archeologo Fabrizio Zannoni e dal direttore del Museo, il generale Franco Cravarezza.
La rete delle gallerie di contromina tra il Mastio della Cittadella, il vicino Pastis e le fortificazioni cancellate dall’espansione urbanistica della città, si sviluppa per circa 20 chilometri. Di questi circa 5 sono stati ormai rimessi in sicurezza grazie all’impegno di soggetti istituzionali e, in modo altrettanto determinante, di tanti appassionati volontari.
E ancora oggi potrebbero essere decisivi proprio loro, i volontari per dare impulso ad un museo interessantissimo e per sua natura modernissimo perché “esplorativo”, grazie alle gallerie, al fossato, ed alla leggendaria scala di Pietro Micca, cui si accede proprio a partire dalle sale del museo.
Spiega Cravarezza che in base alla convenzione sul funzionamento del museo, vigente tra Ministero della Difesa e Comune di Torino, a quest’ultimo toccherebbe mettere a disposizione il personale, calcolato in base alle norme di sicurezza ed alle esigenze di turnazione, in almeno 10 unità, oltre ad un coordinatore.
L’organico invece conta solo cinque persone oltre al coordinatore, ed è così risicato che obbliga addirittura a chiudere l’ingresso quando l’addetta alla biglietteria si assenta per andare in bagno. Di qui l’appello di Cravarezza ai membri della Commissione, accompagnato da un suggerimento: attendendo tempi migliori per completare l’organico il Comune potrebbe attivarsi per autorizzare i volontari dell’Associazione amici del Museo Pietro Micca, che hanno lo status giuridico di collaboratori del Comune, a svolgere, dopo opportuna formazione, il ruolo di addetti alla sicurezza e quindi ad accompagnare le visite in galleria.
Altro tema importante toccato dalla Commissione e da Cravarezza, è la necessità di lavorare per realizzare un unico polo museale integrato che comprenda il Museo, la fortificazione sotterranea del Pastis, la vasta rete di gallerie e fossati e il Mastio della cittadella. Di esso finalmente sono quasi terminati i lavori di ristrutturazione e ammodernamento dei servizi espositivi e, suggeriscono Cravarezza e Zannoni,
potrebbe tornare ad ospitare parte della vastissima e preziosa raccolta del Museo di artiglieria, attualmente immagazzinata presso la caserma Amione, in attesa di una collocazione definitiva.
Il sopralluogo della Commissione si è concluso con una visita al nuovo parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris, opera quasi conclusa, dove si è cercato di valorizzare quel che rimane dell’importante galleria semidistrutta durante gli scavi iniziali.
Silvio Lavalle