Si sta concludendo, dopo circa due anni e una serie di sedute di Commissioni consiliari, convegni universitari e incontri pubblici, il percorso di elaborazione del Regolamento per il governo dei beni comuni, grazie anche alla sperimentazione attuata con il progetto europeo Co-City e al gruppo di lavoro dell’Università degli Studi di Torino, coordinato dal professor Ugo Mattei.
Il documento è stato infatti liberato per l’aula nella seduta del 18 novembre 2019 delle Commissioni I, V, VI e Diritti e pari opportunità, presieduta da Marco Chessa, con la partecipazione dell’assessore ai Diritti Marco Giusta, dell’assessore all’Urbanistica Antonino Iaria e del professor Mattei.
Sono tre le forme previste per la gestione e l’auto-governo dei beni comuni: l’uso civico e collettivo urbano; la gestione collettiva civica; la Fondazione beni comuni.
Tra gli emendamenti già presentati dalla Giunta, si prevede che anche le Circoscrizioni – attraverso il proprio Consiglio – possano assegnare immobili utilizzando il Regolamento comunale.
Sono previsti anche momenti formativi sulle tematiche dell’auto-governo.
Le proposte per l’utilizzo dei beni comuni dovranno essere presentate all’Urp o agli uffici circoscrizionali.
I beni non potranno essere oggetto di alcuna forma di alienazione, né generare lucro. Eventuali risorse e flussi economici-finanziari derivanti dall’utilizzo del bene dovranno essere re-investite e documentate in maniera trasparente e dettagliata.
In caso di più richieste per lo stesso bene comune, l’Amministrazione avvierà un confronto tra i diversi proponenti: la scelta finale spetterà poi alla Giunta comunale o al Consiglio circoscrizionale.
Tra gli emendamenti proposti dalla Maggioranza, uno prevede l’istituzione della Consulta permanente dei beni comuni urbani, composta da 11 persone (esperti o cittadini) sorteggiate da un apposito Albo (emendamento a firma Damiano Carretto – M5S).
Sulle proposte ricevute per l’utilizzo dei beni comuni e sulla loro attuazione ci saranno aggiornamenti in Commissione ogni sei mesi.
Nell’elenco dei beni comuni non dovrebbero rientrare gli impianti sportivi, come chiesto da un emendamento presentato dal consigliere Marco Chessa (M5S).
Così come richiesto da numerosi consiglieri, sia di minoranza che di maggioranza, e proposto dall’assessore Giusta, ci sarà un’ulteriore seduta di Commissione (il prossimo mercoledì 20 novembre alle ore 9) per approfondire gli emendamenti, prima del voto in aula, presumibilmente il lunedì successivo.
Tra i principali argomenti di discussione, c’è la previsione che la Città possa conferire uno o più beni a Fondazioni costituite con lo scopo di gestire il bene comune. Il bene andrebbe a costituire un patrimonio a destinazione vincolata e inalienabile della fondazione, ma il Comune ne perderebbe definitivamente la proprietà e non la recupererebbe neanche in caso di scioglimento della fondazione, come ha ricordato il professor Mattei.
Massimiliano Quirico