La Commissione Cultura, in congiunta con la terza Commissione, nella riunione di stamane ha ascoltato i responsabili dell’Osservatorio culturale del Piemonte in merito alle ricadute sul comparto culturale dell’emergenza sanitaria in corso.
Sta volgendo al termine la prima fase di monitoraggio, un’indagine basata sulla compilazione di un questionario, impostata per tener traccia degli effetti della chiusura dei luoghi di cultura nella settimana dal 24 febbraio al 1 marzo, come previsto dal primo decreto Legge per l’emergenza sanitaria del 23 febbraio 2020.
Ad oggi hanno aderito all’indagine 465 soggetti attivi nel comparto culturale del Piemonte: il 25 per cento lavora nel settore spettacolo dal vivo, il 24 nei musei, il 24 si occupa di organizzazione di eventi, il 21 opera nelle biblioteche e il 6 sono fornitori di servizi. Il 48 per cento degli interpellati sono associazioni (24% non riconosciute e 24% riconosciute), il 27 amministrazioni pubbliche, il 12 fondazioni e le restanti un mix tra imprese profit, cooperative e freelance.
I risultati definitivi di questa prima fase saranno pubblicati ad aprile sul sito dell’Osservatorio. Riguardo i primi dati disponibili oggi, provvisori e da verificare nella loro interezza e passibili di modifiche, per il territorio di Torino hanno risposto circa duecento soggetti. L’Osservatorio segnala per la settimana 24 febbraio-1° marzo millecento eventi culturali annullati in Città e circa diecimila biglietti rimborsati, oltre a 74mila visite mancate ai musei. Sono stati annullati 375 spettacoli dal vivo, in prevalenza rappresentazioni teatrali.
L’Osservatorio proseguirà le rilevazioni senza un limite definito e prevede una ripresa graduale delle attività culturali. Sono considerati più che probabili gli effetti sul medio lungo periodo: “occorrerà vedere l’impatto economico nel tempo, oltre alla perdita secca di biglietteria” hanno commentato i responsabili dell’Osservatorio.
Nel corso della seduta l’assessore Leon ha riepilogato le iniziative di sostegno in corso. Sono in pagamento in contributi 2019 della Città alle Associazioni culturali per venire incontro ai problemi di liquidità (e lo sta facendo anche la Regione Piemonte). Una situazione generale preoccupante per i lavoratori autonomi del comparto, per le figure più fragili che non hanno una tutela contrattuale: lavoratori autonomi senza Partita iva con redditi oltre i 16mila euro; operatori della comunicazione, progettazione culturale, editoria; gli intermittenti, gli scritturati e tante altre figure: “stiamo cercando di sostenere il settore culturale con una sensibilizzazione al Governo per un sostegno al reddito dei lavoratori più che alle attività” ha concluso l’assessore.
Roberto Tartara