Sulle nostre tavole ad ogni pasto, eccellente nella qualità e garantita dal rispetto delle normative, l’acqua potabile fornita da Smat, la Società Metropolitana Acque di Torino, proviene per il 71% da pozzi, per l’11% dalle sorgenti di Pian della Mussa e Sangano, per il restante 18% dall’impianto di potabilizzazione realizzato negli anni Sessanta alla confluenza dei fiumi Po e Sangone, di fronte al Palazzo del Lavoro e poco lontano dalla zona degli ospedali. Un impianto, il primo in Europa di questo tipo, in grado di potabilizzare fino a 2500 litri al secondo, capace di assicurare un regolare flusso di #acqua potabile anche in caso di emergenza o #siccità. Motivo per cui i consiglieri della commissione speciale Servizi pubblici locali e quelli delle commissioni “Bilancio” e “Ambiente” hanno effettuato, questa mattina, un primo sopralluogo – altri ne seguiranno – con l’obiettivo di rendersi conto della capacità produttiva dell’impianto e della tecnologia d’avanguardia che lo caratterizza. In questo primo incontro, i responsabili dell’impianto ne hanno spiegato sommariamente il funzionamento, soffermandosi sulle caratteristiche principali della gestione dei cicli per la potabilizzazione, così complessa da rendere necessario un sistema informatizzato di supervisione e controllo. Un sistema che serve a gestire in modo automatico le operazioni inerenti il funzionamento degli impianti, a creare un archivio dei dati di funzionamento raccolti, a verificare la qualità dell’acqua prelevata dal fiume e quella dell’acqua potabile erogata.
Il dettaglio sulle caratteristiche tecniche dell’impianto è consultabile sul quaderno informativo realizzato dalla Smat e disponibile in rete all’indirizzo: https://www.smatorino.it/…/quaderno_tecnico…
Marcello Longhin