La memoria dei giovani, antidoto per il nostro domani

Duemila studenti e studentesse al Pala Gianni Asti per il Giorno della Memoria

Le gradinate del palazzetto dello sport “Gianni Asti” affollate di ragazze e ragazzi delle scuole medie superiori hanno celebrato questa mattina, nel Giorno delle Memoria, un duplice anniversario. Sono stati ricordati gli ottant’anni trascorsi dall’arrivo dell’Armata Rossa ad Auschwitz, con la liberazione dei pochi sopravvissuti allo sterminio nazista e i vent’anni dal primo Treno della Memoria (http://www.trenodellamemoria.eu/ ). Con il sostegno degli enti locali, centinaia di giovani sono partiti da Torino e altre province piemontesi in direzione di Oswiecim, l’attuale denominazione polacca di Auschwitz: da tutt’Italia ne sono partiti seimila, con quelli che gli organizzatori hanno definito “treni pieni di vita diretti verso luoghi  che erano senza speranza”. La mattinata del Pala Gianni Asti è stata densa di interventi, testimonianze, intermezzi musicali e di stand up, protraendosi per alcune ore senza che mai si avvertisse un calo di tensione e di attenzione da parte dei duemila ragazze e dei ragazzi.

In apertura dell’evento, dopo il saluto istituzionale di Gianluca Vignale per la Regione Piemonte, è intervenuta in rappresentanza della Città di Torino la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, che ha voluto trascorrere un anniversario così importante insieme alle migliaia di giovani presenti. Dopo aver espresso il proprio plauso all’iniziativa in corso e al Treno della Memoria, la presidente ha invitato a non cadere in quell’indifferenza di fronte alle ingiustizie e sofferenze altrui che fu tra i fattori che permisero Auschwitz e l’insieme della macchina di sterminio nazista. E non è solo un fatto di memoria storica, ha sottolineato Grippo, ricordando: “L’altra sera ho provato a cercare su Google il termine ‘deportazione’ e le prime immagini comparse sullo schermo non erano del 1945 ma dei giorni scorsi“. La presidente ha poi aggiunto: “se siamo qui oggi a ricordare, a imparare,  ad ascoltare, io credo sappiamo bene quale sia la nostra scelta rispetto alla paura, quale sia il nostro compito di fronte alle nuove minacce che porta con sé l’indifferenza e quale sia il senso del perpetuare il viaggio nella memoria“.

La presidente Grippo è intervenuta a nome della Città di Torino

Tante le testimonianze, che hanno anche ricordato come la barbarie nazista non avesse colpito soltanto le persone di origine ebraica, ma comunità come quelle dei rom e dei sinti, nonché le persone omosessuali, ancora oggi perseguitate in quanto tali in buona parte del mondo. Non sono mancati i riferimenti al dramma mediorientale, così come un confronto sul tema della costruzione della memoria quale strumento educativo tra Francesca Mannocchi, cronista degli orrori odierni, Fabio Geda e Roberto Forte.

Impegnativo nella sua complessità ma non per questo meno interessante è stato l’intervento di Tommaso Baldo, della Fondazione Museo Storico del Trentino, che ha offerto ai giovani presenti un quadro storico atto a dimostrare come il genocidio razzista perpetrato dai nazisti nei confronti degli ebrei europei, così come le teorie hitleriane sullo “spazio vitale” e sull'”Herrenvolk”, la razza eletta, avesse antiche e solide radici nel colonialismo e nei nazionalismi dell’Europa dei secoli precedenti e dello stesso Novecento, dove il concetto di superiorità della “razza bianca” era profondamente diffuso.

Alla fine, quello risuonato stamattina è stato un forte appello alle coscienze delle nuove generazioni,  il rinnovo di un ideale passaggio di testimone verso un  presente difficile e un futuro che si annuncia oscuro ma di fronte ai quali ciascuno  è chiamato a prendere posizione.

(Claudio Raffaelli)