Furono 52 i torinesi uccisi, 187 i feriti in quella che alla storia è passata come la strage di Torino. I fatti risalgono al 21 e 22 settembre 1864 quando centinaia di cittadini manifestarono contro la decisione di spostare la capitale dal capoluogo piemontese a Firenze.
Lo storico episodio è stato rievocato, questa mattina, nel corso della cerimonia che si è svolta in Piazza San Carlo dove il consigliere Fabrizio Ricca, in rappresentanza della Città, ha sottolineato come la politica debba tenere conto dei risvolti che ha sui cittadini, “effetti pratici e a volte anche emotivi. L’attaccamento che i torinesi mostrarono alla loro città, non appena scoprirono che Torino non sarebbe più stata capitale del Regno, li spinsero a protestare in strada contro quello che vissero come un affronto e come un rischio per il loro futuro economico”.
Stefano Allasia ha portato il saluto del Consiglio Regionale mentre è toccato allo storico Giorgio Cavallo ricostruire gli episodi di quelle tragiche giornate: “A Torino ci fu una grande protesta di piazza perché la capitale non sarebbe stata trasferita a Roma come ci si aspettava, ma a Firenze, e nessuno ne sapeva niente e il trasferimento non fu discusso in Parlamento, ma subdolamente inserito in una convenzione fra Francia e Italia, della quale nessuno era a conoscenza, probabilmente nemmeno il re era a conoscenza di cosa i suoi ministri stessero tramando” . Roma era ancora in mano al papa, sotto la protezione della Francia che, con questo accordo, si garantiva l’impegno del governo Minghetti a rinunciare a qualunque mira sul territorio papale.
Prima della deposizione di una corona alla lapide dei Caduti, il vice presidente di Gioventura Piemonteisa ha avanzato all’Amministrazione l’invito ad intitolare alle una via alle vittime della Strage di piazza San Carlo.
Federico D’Agostino